Secondo l'Enpa l'allarme diossina che sta interessando alcuni Paesi europei – tra cui Germania e Danimarca – non rappresenta né un fatto episodico né un 'incidente di percorso', ma è la logica conseguenza del modo in cui gli animali vengono alimentati e 'trattati' negli allevamenti. L'allarme di questi giorni, insomma, non è che la punta di un iceberg, "tanto più che i controlli sui mangimi vengono effettuati a campione: quanti casi di contaminazione, non solo da diossina, sono finora passati inosservati?"
"Nelle stalle come nei capannoni destinati all'allevamento dei polli, l'uomo si rende responsabile di un vero e proprio sovvertimento dei naturali cicli biologici", spiega il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri, che aggiunge: "gli animali da reddito, infatti, pur essendo erbivori vengono 'riprogrammati' per diventare carnivori e nutrirsi con mangimi di origine animale; vengono bombardati con antibiotici e stimolanti per accelerare la loro crescita e massimizzarne così la 'vita produttiva'; vengono costretti in cattività, all'interno di spazi tanto angusti da favorire il proliferare e la trasmissione di malattie".
Le tecniche di allevamento pongono dunque serissimi problemi di natura etica e di tutela della salute pubblica. "Le violenze e i maltrattamenti che gli animali da reddito sperimentano quotidianamente nella loro vita di prigionia, e che rappresentano un indubbio maltrattamento ai loro danni – prosegue Ferri –, finiscono direttamente nella catena alimentare dell'uomo e degli altri animali che, insieme alla carne, ingeriscono anche quei micidiali cocktail chimici usati per alterare il regolare corso del loro sviluppo biologico. Tra questi, la letteratura scientifica ha documentato perfino l'utilizzo di olii incombusti, quelli comunemente impiegati per l'autotrazione".
L'allarme di questi giorni, inoltre, non è che la punta di un iceberg, tanto più che i controlli sui mangimi vengono effettuati a campione: quanti casi di contaminazione, non solo da diossina, sono finora passati inosservati?
Per uscire da questo pericolosissimo circolo vizioso, secondo l'Enpa, è necessario un intervento a più livelli che, partendo dalla sfera istituzionale e imprenditoriale, stimoli anche un profondo cambiamento culturale. Se le istituzioni pubbliche - in particolare quelle che si sono comunque distinte per una grande attenzione alle questioni del benessere animale – devono impegnarsi per una stretta sui controlli, i produttori invece devono rinunciare a facili profitti e garantire la realizzazione di mangimi più naturali. Ma è soprattutto a livello culturale che bisogna intervenire, promuovendo il rispetto per tutte le forme di vita. Ed è proprio per questo che l'Enpa da sempre promuove e sostiene la scelta vegetariana e vegana.
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