di
Dario Lo Scalzo
26-09-2012
Delle connessioni tra alimentazione, salute, ambiente e mondo animale e dell'importanza delle nostre scelte si parla nel documentario intitolato Un Equilibrio Delicato. Ne abbiamo discusso in un'intervista con il regista, il film-maker australiano Aaron Scheibner.
Il film-documentario A Delicate Balance, The Truth, realizzato dal film-maker australiano Aaron Scheibner propone una stimolante analisi in merito alla correlazione tra alimentazione e salute spostando inoltre la riflessione su altri aspetti che spesso sfuggono alle persone, in particolare l’impatto che le nostre scelte alimentari hanno a livello planetario sugli ecosistemi, oltre che alle loro conseguenze sugli animali, eticamente inaccettabili. Un equilibrio delicato, dunque, che ancora una volta mostra l’importanza di avere una visione olistica nel nostro stile di vita.
Abbiamo discusso del film con il regista Aarron Scheibner.
Cosa ti ha ispirato a fare un film-documentario come Un equilibrio delicato, che tratta di una tematica così sensibile e allo stesso tempo forte?
Tutto è nato negli anni 2003-2004 quando mi trovavo a viaggiare nella regione del New South Wales in Australia. Fui colpito dal paesaggio secco intorno a me. In quel momento l’Australia viveva un periodo di grande siccità, non atipico per quel territorio. Ricordo che i contadini furono costretti ad abbattere le pecore perché vi fu una grande carenza di cibo e acqua. Volevo comprendere cosa aveva creato la siccità e intendevo fare qualcosa. Così pensai che fare un film avrebbe creato un’opportunità per evidenziare tale problematica e sarebbe potuto divenire un modo per informare l’opinione pubblica
Quali sono state le principali difficoltà nel creare il film? Quanto tempo è stato necessario per raccogliere tutta l’informazione, molta della quale è il frutto dell’interazione con specialisti, medici specializzati, personale qualificato?
La principale sfida è stata intanto su come finanziare la produzione del film. Ricordo che cercai fondi da varie istituzioni governative ma anche rivolgendomi verso altro canali. All’epoca non c’erano così tante opzioni come adesso. Alla fine ho finanziato il film come i miei risparmi oltre che chiedendo in prestito alla mia famiglia e ad amici.
Ci sono state tante sfide ma mai così grandi come produrre la prima versione della sceneggiatura. Ad ogni modo abbiamo lavorato sodo con un piccolo team con il quale abbiamo scritto la sceneggiatura che poi è quella della versione oggi in produzione. Ci sono voluti tre, quattro anni di ricerca per acquisire l’informazione e decidere chi intervistare. Prendere i contatti con i medici, i ricercatori e tutti gli altri esperti è stato uno sforzo notevole e un’esperienza incredibile. In alcuni casi è stato difficilissimo essere ricevuti ma in altre occasioni è stato molto più facile perché eravamo di fronte a persone aperte all’idea di questo tipo di film
Per quali ragioni si dovrebbe vedere un film come il tuo?
Uno dei motivi per il quale ho realizzato questo film è per condividere un certo tipo di informazione importante su problematiche come la salute e l’ambiente. Il film vuole spronare e incoraggiare la gente a spingersi nella ricerca personale e investigare su ciò di cui si ciba e ciò che consuma quotidianamente.
Il tuo film pone l’accento all’interrelazione tra la maniera di nutrirsi, la salute e l’ambiente, pensi che adesso ci siano persone maggiormente coscienti e consapevoli di ciò che definisci la “verità” e che stiano davvero modificando il loro stile di vita?
Non saprei rispondere a questa domanda ma posso dirti, in base alla mia personale esperienza, che la maggior parte della gente con la quale sono venuto in contatto si è mostrata molto aperta mentalmente e conosce come funziona la catena alimentare; malgrado non fossero vegetariane o vegane hanno capito il perché qualcuno possa fare la scelta di esserlo. Credo che una delle cose maggiormente importanti al di là della consapevolezza sia che la gente non si senta costretta a fare qualcosa perché ritenuto giusto per la loro salute. È un cammino, le persone devono fare una scelta che sia frutto della propria volontà. Ricordo che quando ero adolescente mia madre fece tantissimi tentativi per farmi diventare vegetariano, ma non volevo assolutamente. Oggi sono vegano e sono molto felice di questa scelta. Non è qualcosa che ho pianificato ma ne sono contento e non intendo tornare indietro sui miei passi.
Pensi che il tuo film possa convincere alcune persone ad essere vegane o vegetariane? In poche parole, può rappresentare l’inizio di una nuova consapevolezza per la gente verso un reale cambiamento nel loro stile di vita?
È il mio obiettivo e la mia speranza. Sin da quando ho ideato il film il mio scopo è stato quello di aprire gli occhi della gente in merito ad una tematica forte come la salute attraverso l’alimentazione. Ho avuto la fortuna di incontrare tanta gente durante le riprese del film ma anche negli ultimi anni ho avuto diversi contatti con tantissime persone anche via mail. Molta gente che ha visto il film testimonia dei cambiamenti e delle trasformazioni nel loro stile di vita o di essere diventate vegane o vegetariane. Anche nella pagina di facebook del film i commenti sono simili.
In Italia, come in molti altri paesi, ci sono pochi dibattiti liberi e poca libera informazione inerente tematiche di educazione alimentare, nutrizione, salute, impatto ambientale, condizioni di vita e trattamento degli animali. Sembra ci sia una sorta di mano lunga e di controllo da parte di chi ha interessi provenienti dal cibo, dalle malattie, dal commercio. Come combattere la cattiva informazione?
Risulta molto difficile avere un’informazione imparziale su queste tematiche. Richiede tanto tempo informarsi correttamente, ma penso che oggi esistono alternative valide. L’unica maniera è investire del tempo alla ricerca dell’informazione sul Web, in riviste, sui libri e canali d’informazione differenti.
Se potessi inviare un messaggio ai nostri lettori, cosa vorresti dirgli?
Chiederei ai vostri lettori di avere una delle menti aperte all’idea che il mio film, come altri o come i libri e i siti web incoraggiano e sostengono.
Nei media mainstream, così come nelle pubblicità c’è una mancanza d’informazione su ciò che significa essere vegano, vegetariano. Alla fine la scelta di ciò che la gente mangia resta nelle proprie mani. Vorrei incoraggiare i vostri lettori e tutta la gente a fare delle proprie ricerche su queste tematiche per farsi una propria opinione, sempre che sia qualcosa di reale interesse per loro.
Sotto, la versione italiana del documentario 'Un equilibrio delicato'
[video|equilibrio_delicato_alimentazione_salute]
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