L'eredità della signora Thatcher

La scomparsa di Margaret Thatcher, primo ministro britannico per undici anni, è spunto per una riflessione sul mondo che le sue riforme hanno contribuito a creare. Un mondo schiavo dei mercati, privo di diritti e stato sociale, in cui tutto è in vendita, persino i beni comuni. Eppure, nell'ora del cordoglio, sono in pochi a ricordarlo.

L'eredità della signora Thatcher
“La società non esiste. Ci sono solo individui, uomini e donne, e ci sono famiglie”. Con questa frase sibillina pronunciata sul finire degli anni Ottanta Margaret Thatcher andava al cuore della questione. Spiegava al mondo quello che era stato il suo programma politico; lo stesso che di lì a breve, con poche eccezioni, sarebbe diventato il programma dell'intero pianeta. Meno stato più mercato, meno programmazione più competizione, meno garanzie più possibilità, meno collettività più l'individuo. In due parole “liberismo economico”, altrimenti detto neoliberismo o liberalismo. Alla sua scomparsa, la “iron lady” – così la chiamavano – lascia una società stravolta e devastata dalle riforme che essa contribuì a introdurre. Le sue linee programmatiche trovavano origine negli studi condotti da un gruppo di ambiziosi economisti dell'Università di Chicago a partire dagli anni Cinquanta. I Chicago boys, così venivano chiamati, guidati dal guru e futuro premio Nobel per l'economia Milton Friedman, sognavano la scomparsa della società così come la conosciamo per ritornare ad uno stato più naturale, in cui le leggi del mercato (da essi elevate a leggi universali) avrebbero potuto regolare i bisogni dell'essere umano senza le odiose interferenze di altre inutili infrastrutture. Nella retorica neoliberista l'intero sviluppo sociale dell'essere umano, che nel corso della storia ha stabilito una serie di norme condivise volte a garantire la serena convivenza, il rispetto reciproco, l'uguaglianza, sarebbe in realtà un progressivo distaccamento dalla legge naturale del mercato che avrebbe da sola provveduto a tutto questo. Ciò che bisogna fare è dunque divellere man mano tutti questi inutili paletti che l'uomo ha posto attorno a sé per ritornare ad uno stato il più possibile naturale. Persino i legami fra individui erano visti come elementi spuri e intrusivi. La comunità, la famiglia, i rapporti di l'amicizia divenivano improvvisamente nemici della società di mercato, per la quale tutto doveva essere regolato esclusivamente dal libero flusso di denaro. Distruggere la società, cancellare il passato, questi gli obiettivi. A partire dagli anni Sessanta, come ben racconta Naomi Klein nel suo “Shock Economy”, la facoltà di economia dell'Università di Chicago divenne il maggior punto d'espansione dell'influenza politica ed economica degli Stati Uniti nel mondo. Convenzioni con università straniere iniziarono a portare alla corte di Friedman centinaia fra gli studenti più brillanti dei paesi vicini. I primi furono i cileni, che a partire dal 1957 si videro offrire l'opportunità di studiare a Chicago, spesati in parte da alcune fondazioni Statunitensi. Nel 1965 il progetto fu espanso al resto dell'America Latina. Quando fecero ritorno ai propri paesi gli studenti così indottrinati divennero pedine fondamentali nelle dittature militari che di lì a poco, con la complicità degli Stati Uniti (intesi sia a livello di governo, che di servizi di intelligence, che di multinazionali e poteri economici) avrebbero ribaltato molti governi dell'America Latina. In Cile los Chicago boys – così venivano chiamati i nuovi rampanti economisti cileni tornati dagli Stati Uniti – ebbero un ruolo determinante nella pianificazione del colpo di stato militare che uccise l'amato presidente marxista Salvador Allende e portò al potere il generale Augusto Pinochet. Lo stesso accadde per l'Argentina e per molti paesi dell'America latina. L'America Latina fu solo la grande incubatrice dell'esperimento neoliberista. Dà lì, la controrivoluzione era pronta a spiccare il volo per altri lidi: il Nord America, l'Europa, l'Asia e l'Africa. Fu proprio lei, la Thatcher, ad importare il modello in Europa. La prima, assieme al presidente americano Reagan, a riuscire ad imporre le impopolari riforme senza ricorrere ad un regime dittatoriale ma sfruttando piuttosto la leva del patriottismo ed il polso di ferro con gli avversari. Nei suoi undici anni da primo ministro inglese dichiarò guerra all’Argentina per via delle Falkland (1982), lasciò morire in carcere il membro dell’Ira Bobby Sands (a seguito di un prolungato sciopero della fame), distrusse le Unions, i sindacati inglesi, e soprattutto avviò un colossale piano di privatizzazione di tutte le attività economiche e dei servizi statali inglesi. Oggi paghiamo il conto delle riforme della signora Thatcher, che di li a poco sarebbero state esportate nel resto dell’Europa. Lo strapotere dei mercati ed il progressivo deteriorarsi dello stato sociale sono figli di quella mentalità. Eppure nel giorno della sua scomparsa solo in pochi lo ricordano. Obama parla della scomparsa di una “vera amica” degli Usa; Bush di “Un grande alleato […] grande esempio di forza e carattere”. E il premier britannico David Cameron aggiunge “Salvò il nostro paese”. Sono poche le voci fuori dal coro. Fra queste spicca quella del sindacalista britannico David Hopper, che con tono ironico e provocatorio afferma: "è un giorno meraviglioso, è il mio 70mo compleanno e sto bevendo un bicchiere proprio in questo istante".

Commenti

Alzo anch'io un calice per brindare con David Hopper, pur sapendo perfettamente che "la mala erba non muore mai". Ho appena letto di Ken Loach, regista inglese notoriamente fuori dal coro, che ha voluto ricordare quando la Sig.ra Tatcher definì "terrorista" Nelson Mandela! E quando prese un amabile tè con Augusto Pinochet! Una vergogna insostenibile, specie per le donne. CHEERS!!!
ARTURO MARADEI, 09-04-2013 03:09
Il problema è solo il naturale riserbo e il rispetto dei morti. Che la Thatcher in vita abbia contribuito a tensioni e si sia meritata contestazioni anche in patria è un dato di fatto
Marco, 09-04-2013 04:09
Io brindo con il sindacalista inglese David Hopper. Largo al socialismo perchè l' "individuo/a" ha sempre pensato a sè e non ammette di essere debitore agli altri.Amen
Franco, 09-04-2013 08:09
Margaret Thatcher e Ronald Reagan sono stati fautori e strenui difensori di un modello di sviluppo socio-economico, quello liberista, foriero di patimenti e sofferenze per le classi di lavoratori e delle classi più deboli ,prima dei britannici e adesso degli europei per i riflessi sciagurati che quel modello ha avuto a livello planetario fino ai nostri giorni, Solo un cinico e un opportunista come Berlusconi può avere parole di plauso per l'eredità della iron lady.Per noi comuni mortali invece quel retaggio si è rivelato funesto e gravido di sventure. Noi rigettiamo in toto la politica thatcheriana e tutti coloro che a quel modello si ispirano compreso berlusconi.Non abbiamo nulla da rimpiangere del modello e dell'eredità Thatcher. Obama e il premier britannico David Cameron per ragion di stato devono tessere l'elogio postumo . Altri non trovano ragioni per fare altrettanto. Ben vengano le voci fuori dal coro come quella del sindacalista britannico David Hopper che sarcasticamente ci beve un bicchiere sopra
turiddu, 09-04-2013 09:09
Non condivido il vostro articolo distruttivo dell'immagine della thatcher. Ho vissuto il "regno" in UK personalmente crescendo una famiglia e grazie a lei ebbi l'opportunitá di acquistare una casa che i ragazzi di oggi (e 10 anni di partito laborista) non hanno l'opportunitá di fare a meno che tu non sia una ragazza madre oppure un mezzo delinquente!!! La thatcher avrá fatto i suoi errori ma al contrario dell'incomprensione che Monti ha trovato per voler fare la stessa cosa, gli inglese hanno tirato la cintura guardato avanti e ora si trovano sostanzialmente meglio degli italiani che dopo 20 anni di berlusconiani (ed é una mancanza di rispetto verso la thatcher che Berlusca voglia quasi paragonarsi a lei e nel dire che la prese come esempio - neanche in un unghia incarnata si puó comparare alla Thatcher)non solo si trovano senza soldi ma hanno perso il senso sociale di tirare cinghia per il bene comune. Questo é quanto la Thatcher ha insegnato alla sua popolazione. Lontana dall'essere perfetta ma una gran donna e ministro. Certo, complimenti anche alla popolazione britannia per aver sailed the storm!!!!
antonella, 10-04-2013 05:10
Antonella dimostra come ci siano ancora persone pronte a credere che la politica usuraia neoliberista, che estorce denaro ai comuni cittadini per finanziare BANCHE e MULTINAZIONALI, sia rivolta invece al bene comune...(!?!) e addirittura che tutti questi "sacrifici" siano richiesti dal governo nell'interesse del popolo e della collettività... cazzo: dovremmo ringraziarli! E pregarli di continuare... di fare di più! Si potrebbe ad esempio cominciare col chiudere una volta per tutte scuole e ospedali pubblici che costituiscono solo un'evidente fonte di spreco per quelle risorse che invece potrebbero essere utilizzate per costruire ponti, autostrade, gallerie, grattacieli e chissà quante altre cose meravigliose che ci renderebbero la vita più semplice e confortevole, e con il PIL alle stelle! Oppure si potrebbero privatizzare carceri, esercito e polizia, per rendere la nostra società più ricca, moderna e soprattutto competitiva...e, a questo proposito, proporrei di rivalutare la schiavitù: sarebbe un'ottima mossa per ottenere una forza lavoro efficace e produttiva, anche più di quella cinese, paragonabile solo a quella degli antichi Egizi, che permise loro di costruire le Piramidi. Già! quante cose si potrebbero fare per rinnovare e rinvigorire questa nostra vecchia società... e la Thatcher si che lo aveva capito. Per fortuna oggi in Italia c'è Mario Monti a raccoglierne l'eredità: state tranquilli, se lo lasciamo fare ci penserà lui!
ARTURO MARADEI, 11-04-2013 12:11

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