di
Alessandra Profilio
04-10-2011
Quali sono state le reali conseguenze dell'esplosione avvenuta il 12 settembre scorso nel sito di trattamento di scorie nucleari a Marcoule, in Francia? La Commission de Recherche et d'Information Indépendantes sur la Radioactivité (CRIIRAD) ha denunciato la sottovalutazione del rischio e la diffusione di "numeri falsi o fuorvianti" in merito alla radioattività.
Quali sono state le reali conseguenze dell'esplosione avvenuta nel sito di trattamento di scorie nucleari a Marcoule, in Francia? Il 12 settembre scorso, quando si è verificato l'incidente nel sud della Francia, le autorità francesi hanno tempestivamente riferito che l'episodio non ha provocato fughe radioattive all'esterno della centrale.
Eppure il 30 settembre la Commission de Recherche et d'Information Indépendantes sur la Radioactivité (CRIIRAD) ha denunciato la sottovalutazione del rischio e la diffusione di “cifre false o fuorvianti” in merito alla radioattività.
Secondo un comunicato diffuso qualche giorno fa dall'Autorità di sicurezza nucleare (ASN), le verifiche hanno infatti dimostrato che il forno in cui si è verificata l'esplosione conteneva radioattività quasi 500 volte di più rispetto a quanto inizialmente dichiarato da EDF.
Subito dopo l'esplosione un portavoce della società proprietaria del sito aveva infatti affermato che si era trattato “di un incidente industriale, non di un incidente nucleare”. Nel comunicato del 29 settembre l'Asn ha tuttavia rivelato che l'incidente che era stato definito "innocuo" è stato invece classificato al livello 1 della scala Ines, quella che misura la gravità degli incidenti nucleari, e che tutti i lavori di ripristino del forno e dell'impianto nucleare dovranno essere soggetti ad autorizzazioni preliminari.
Le verifiche dell'Asn hanno rivelato che al momento dell'incidente il forno conteneva un carico di circa 4 tonnellate di metallo con circa 30 megabecquerel (MBq) e non 63 kilobecquerel (kBq) come inizialmente dichiarato dai gestori dell'impianto. Questo “è particolarmente preoccupante”, ha commentato la Commissione per la ricerca e l'informazione indipendente sulla radioattività.
Secondo la CRIIRAD un'inchiesta dovrà stabilire se la sottovalutazione è un'azione intenzionale dell'operatore o una mancanza di controllo delle sostanze radioattive. L'Autorità di sicurezza nucleare (ASN) da parte sua ha chiesto all'operatore EDF le ragioni di tale sottovalutazione.
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