di
Daniela Sciarra
23-07-2012
Secondo i dati del Farmland Bird Index (Fbi), in Europa su 37 specie considerate ben 22 sono in diminuzione. Negli ultimi trent’anni si registra un calo del 52% delle specie di uccelli. Alla base di questa perdita ci sono pratiche agronomiche insostenibili e l’abbandono dell’agricoltura e del pascolo.
Secondo i dati del Farmland Bird Index (Fbi) - un indice di biodiversità che ci dice come stanno le popolazioni di uccelli che vivono negli ambienti agricoli - in Europa su 37 specie considerate ben 22 sono in diminuzione, 6 sono stabili, 3 incerte mentre solo 6 risultano in aumento. Nel complesso l'indicatore mostra un calo del 52% dal 1980 ad oggi, con una perdita di oltre 300 milioni di uccelli tipici di questi ambienti. Ciò si è verificato nonostante gli sforzi di molti agricoltori amici della natura, purtroppo sempre poco aiutati dalla Politica agricola comune (Pac), e delle associazioni ambientaliste.
La causa va ricercata nell’adozione di pratiche agricole poco sostenibili che, come l’agricoltura intensiva che ricorre all’impiego massiccio di nitrati, pesticidi e al consumo eccessivo di acqua, distruggono anche il paesaggio facendo scomparire gli animali.
Secondo la Lipu e BirdLife Italia la nuova Pac, ad oggi in discussione, dovrebbe tutelare e premiare gli agricoltori che adottano pratiche agronomiche sostenibili, funzionali alla tutela del paesaggio e della biodiversità. Secondo la Lipu, in Italia a preoccupare è in particolare l'indice relativo alle specie che vivono e nidificano nelle praterie montane, poiché si registra una tendenza alla diminuzione generalizzata. Secondo la Lipu ciò è dovuto essenzialmente all'abbandono dell'allevamento e del pascolo e al conseguente rimboschimento naturale di questi ambienti.
Il timore che la riforma della Pac non porti a un effettivo cambio di direzione nelle politiche agricole unitamente ai dati allarmanti sul declino della biodiversità sta preoccupando non poco BirdLife International e i propri partner europei. "Chiediamo al Parlamento europeo, e in particolare agli europarlamentari italiani - afferma Claudio Celada, Direttore Conservazione Natura LIPU-BirdLife Italia - di imprimere una netta sterzata alla riforma della PAC che se rimarrà così com'è ora continuerà a premiare quegli stessi modelli agricoli che negli ultimi decenni ci hanno consegnato un ambiente più povero di vita e inquinato".
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