di
Daniela Sciarra
17-11-2011
L'Europarlamento ha chiesto all'Unione europea di affrontare con urgenza il grave aumento della mortalità delle api. È sempre più evidente, infatti, che tra le cause della moria delle api vi sia l’uso di pesticidi sistemici in agricoltura.
In questi giorni l'Europarlamento ha chiesto all'Unione europea di affrontare con urgenza il grave aumento della mortalità delle api. Nella risoluzione votata dall'assemblea plenaria degli eurodeputati a Strasburgo, si chiede infatti di investire maggiormente in ricerca proprio per proteggere le api.
Quella della moria delle api è purtroppo diventata una ben nota questione, sulla quale da tempo sono stati attivati studi e monitoraggi per tracciare le cause del fenomeno. Da diverso tempo l'Agenzia Europea dell'Ambiente evidenzia come diverse specie di api selvatiche si sono già estinte e, nel resto del mondo, si sono decimate a causa di pesticidi, acari e malattie. (Rapporto Segnali ambientali 2010).
Un solo fattore non può spiegare tutte le perdite di api nel corso di un determinato periodo di tempo. Tuttavia è sempre più evidente che tra i fattori da tenere in considerazione, oltre alle malattie (per esempio la varroa), parassiti, fattori ambientali, ci sia l’impiego di pesticidi sistemici. Ormai da tempo numerosi studi evidenziano come il loro utilizzo in agricoltura possa colpire le api che sono esposte a queste sostanze chimiche proprio come conseguenza della loro attività di foraggiamento.
Se è vero che i danni da tossicità acuta non sono l'unica minaccia per le api, gli effetti sub-letali come paralisi, disorientamento o cambiamenti comportamentali, sia da esposizioni a breve termine sia a lungo termine, sono sempre più presi in considerazione visto che influenzano le diverse fasi di vita e i diversi livelli organizzativi delle popolazioni di api.
Proprio per questi motivi, negli ultimi anni sono stati avviati diversi programmi nazionali di monitoraggio per le colonie di api. Uno dei più completi è il programma di monitoraggio DEMIBO (DEutsches BIenen MOnitoring), in cui dal 2005 circa 1200 colonie vengono continuamente seguite e analizzate. Anche se laborioso e costoso, questo progetto si sta dimostrando utile in quanto genera dati affidabili e consente di creare relazioni tra i fattori di rischio e la morte delle colonie.
Per quanto riguarda il nostro Paese, secondo gli apicoltori italiani ci sarebbero tutti i presupposti scientifici per vietare definitivamente l’impiego dei neonicotinoidi. Gli insetticidi sistemici che negli anni scorsi hanno causato una moria di api senza precedenti, come confermato da uno studio dell’Università di Padova pubblicato di recente anche su Journal of Environmental Monitoring.
Secondo gli apicoltori e gli ambientalisti, dopo la fase di studi e monitoraggi, ci sono le informazioni necessarie per una risoluzione definitiva e non più temporanea che vieti per sempre l'impiego dei neonicotinoidi per la concia delle sementi del mais. Gli apicoltori sottolineano che dopo le tre stagioni senza concianti sistemici è stata dimostrata l’assenza di danni agli alveari, ma anche il conseguimento di produzioni ottime di mais, se non addirittura record, come nel 2011.
Gli apicoltori continuano la loro mobilitazione e chiedono di avere risposte alle seguenti domande: “Quale altro monitoraggio e controllo a livello territoriale è ancora necessario? Cos’altro è necessario perché il Governo italiano sappia attivarsi per ottenere l’avvio di una revisione indipendente dell’autorizzazione comunitaria delle molecole insetticide sistemiche, per cui si è accertata scientificamente la pericolosità?”.