di
Andrea Romeo
12-06-2012
In vista degli europei di calcio 2012, iniziati da qualche giorno, le autorità ucraine hanno deciso di 'ripulire' le strade uccidendo i cani randagi. Malgrado la strage perpetrata, sono molte le multinazionali che hanno sponsorizzato l'evento sportivo. Si tratta di grandi aziende, se acquistiamo i loro prodotti a nostra volta le sosteniamo.
In questi giorni sono iniziati gli europei di calcio 2012. Quest'anno, per imbandire il banchetto degli squali capitalisti, in Ucraina sono stati uccisi ben 30.000 cani randagi. A chi addossare la colpa non si sa, perché tutti giocano allo scarica barile: i governi, la UEFA, i calciatori, tutti.
Rimane il fatto che 30.000 esseri viventi della specie canis lupus familaris – la specie eletta a migliore amica dell'uomo - hanno perso la vita per far sì che persone mascherate coi simboli degli stati europei si divertissero a ubriacarsi e lanciarsi ingiurie gli uni contro gli altri ammassati in arene che sparano loro messaggi pubblicitari, dalle magliette dei calciatori ai bordi del campo fino ai dirigibili in cielo con tanto di scritta McDonald's. Il tutto ovviamente ripreso da miriadi di telecamere, perché uno spettacolo come questo è degno di essere visto da tutti.
Certamente la cosa non poteva passare inosservata. Uccidere 30.000 cani con così tanta non chalance solo per permettere a dei fanatici di seguire altri fanatici mentre rincorrono una palla, è segno che sul serio la nostra società stia toccando il fondo, e l'ultima nostra speranza è che toccare il fondale possa darci uno slancio per risalire a galla, anche se la cosa sembra utopica e chissà comunque cosa il fondale abbia ancora in serbo per noi. Qui non si parla più di essere animalisti o meno, qui si parla di buon senso.
Alle masse la cosa non interessa minimamente, prese come sono a fare il loro dovere di consumatori e di 'nazionalisti per un giorno', anche quando vengono da paesi in cui lo stato è ormai assente, come il nostro per esempio. Qualcuno sostiene che non vi fosse alternativa: l'alternativa c'era eccome! Bastava, ad esempio, dire al governo dell'Ucraina che se non avessero risolto la questione del randagismo non avrebbero svolto gli Europei nel loro paese, evidentemente non pronto a tale manifestazione.
A parte questo, a tutti coloro con un po' di sensibilità per la questione che rinunceranno a guardare gli europei di calcio, vuoi perché disgustati dall'accaduto oppure perché non interessati minimamente all'evento, riporto la lista delle multinazionali e delle aziende che hanno messo il loro marchio nonostante la carneficina avvenuta nei confronti dei nostri amici a quattro zampe.
È importante che la leggiate a prescindere se guarderete o meno gli europei di calcio, perché prima che segnassi le aziende che finanziano questo circo, ad esempio alcuni miei amici compravano la birra Carlsberg e adesso – a prescindere se continueranno a seguire gli europei di calcio – non la bevono più. Prender coscienza e muoversi di conseguenza è l'unico modo di far sentire la nostra disapprovazione (dato che vi erano metodi più soft di 'ripulire' le città degli europei) ad un evento che ciecamente viene comunque portato avanti, cascasse il mondo.
In prima fila abbiamo dunque la Hiundai e Kia-Motors e la Jaguar, quindi se proprio dovete acquistare un'automobile (nonostante la crisi) potreste pensare di ripiegare sulla buona e vecchia FIAT o su una bicicletta. Abbiamo quindi le onnipresenti McDonald e Coca-cola (a me sembra incredibile che quello che si auto-definisce 'homo sapiens' possa ancora alimentare certe multinazionali). Quindi la birra Carlsberg (ci sono altre 22.000 alternative migliori), la Vodka WSD. Abbiamo poi il Powerade e la Nivea, quella dei prodotti per la pulizia del corpo. Vi è l'Adidas, e qui capisco fortemente la difficoltà nel boicottare una marca tanto chic. Quindi Continental e Castrol, Sharp e Canon, la T-mobile e l'Orange, i cellulari Samsung, la Vodafone e la Telecom. Abbiamo diverse banche: Unicredit, la Bank Pekao, Mastercard. Vi è infine una marca di tabacco, la Djarum.
Abbiamo il potere di modellare la realtà, che ciascuno rifletta e si muova di conseguenza in base a quelle che sono le proprie idee a riguardo.
Tempo fa, in una trasmissione televisiva tedesca (un talk show per essere precisi) in cui si parlava di violenza in TV con delle mamme che incolpavano la TV stessa di essere cattivo esempio per i propri figli, invitarono anche un politico che entrò in trasmissione con in mano un detersivo e, dopo aver salutato gli ospiti, affermò: “Vedete? Questa è una delle aziende che finanzia le trasmissioni violente che i vostri figli guardano. Non volete che i vostri figli guardino queste trasmissioni? Non comprate più questo prodotto”. Il ragionamento del saggio tedesco non faceva una grinza.
Capita sovente di sentire persone lamentarsi di Emilio Fede o della Fininvest in generale (i famosi anti-berlusconiani), eppure non fanno che guardare le TV del loro più acerrimo nemico, dai reality show a Zelig, dal calcio fino alle gambe delle soubrette di turno, senza spirito critico alcuno. Una volta, prendendo esempio da questo signore tedesco, mi presi la briga di seguire per una settimana intera le TV della Fininvest e stilai una lista dei prodotti che le finanziavano (e che quindi finanziavano Berlusconi) giusto per mettere alla prova queste persone così tanto alternative, e un bel giorno diedi la lista ai borbottanti anti-sistema e 'anti-regime telecratico' e, emulando lo 'sketch' del saggio tedesco, affermai: “volete che Berlusconi e la sua TV crollino? Ecco, questa è la lista delle aziende che lo finanziano. Se volete infliggere un danno a Berlusconi non comprate più questi prodotti”, dissi loro.
Vi erano praticamente tutti i marchi principali a livello nazionale di pasta, merendine, formaggi, e chi più ne ha più ne metta, onnipresenti negli scaffali di tutti gli italiani, così come Coca-cola, Mcdonald, liquori vari, sofficini, ricariche per cellulari, elettrodomestici (spesso inutili), prodotti per bellezza, etc. I miei interlocutori preferirono tacere per riprendere le lamentele più in là, ma senza mai mutare minimamente le loro abitudini di consumatori, senza rinunciare alla amata Coca-cola (tanto per dirne una).
Anni e anni di televisione ma nessuno ne ha ancora afferrato le dinamiche elementari. Tutti criticano la TV e sostengono di aver compreso tutto di questa, eppure non riescono a capire che il mezzo televisivo coincida con la pubblicità, ovvero l'unica cosa che conti veramente, la vera padrona: il resto è a sostegno delle aziende sponsor. La dinamica televisiva vuole che ci si concentri sul quiz o sul notiziario, per poi rilassarsi durante lo spot e far sì che questo faccia il suo dovere, che compia la sua missione di entrarci nel cervello in modo soft per piazzare il prodotto nella mente degli incoscienti.
La pubblicità è volatile, nessuno la vede veramente, nessuno afferma 'ah bene, questa azienda sta sponsorizzando questa o quella trasmissione o linea politica', e gli uomini al servizio delle industrie fanno di tutto per distogliere lo sguardo dai loro padroni (o sponsor che dir si voglia). Si sta concentrati ad insultare l'Emilio Fede di turno e appena partono i consigli per gli acquisti, come per magia, il giullare scompare e ci si rilassa perché lo spot appare come un momento non importante, sembra lì quasi per caso, dimenticando che sfondo e figura si alternano ed entrambi hanno un ruolo ben preciso nella comunicazione in quanto atto globale: nei media nulla è a caso.
Proviamo a ribaltare la prospettiva: i media sono innanzitutto la pubblicità che è la figura principale, le industrie che possiedono e gestiscono quello spazio che, tra uno spot e l'altro, lanciano spezzoni di film che fungono da sfondo o fanno informazione in base a quelle che sono le loro ideologie. Bisogna dunque guardare attivamente le pubblicità, capire chi sta dietro il teatrino dello spettacolo e se lo spettacolo ci disgusta eventualmente boicottare il tutto.
L'arma più potente che il cittadino ha è sicuramente la non-partecipazione. Il fascismo obbligava i propri cittadini a votare perché sapeva che così facendo automaticamente legittimava il proprio potere in tal modo formalmente riconosciuto. La battaglia che portava avanti Gandhi era proprio quella della non-violenza ovvero la non-collaborazione. Se i cittadini sono informati e scaltri, possono girare la frittata come vogliono loro perché ciascuno di noi ha – a meno che non si viva in una dittatura diretta - un potere, il potere di scegliere di non-partecipare, di boicottare. Diceva Gaber che 'la libertà è partecipazione' che include (e presuppone) anche la libertà di non-partecipare.
Attenzione però, boicottare non implica un semplice ruolo passivo. Boicottare significa innanzitutto avere un ruolo attivo nel capire chi e che cosa boicottare, altrimenti si finisce per essere 'boicottisti incoscienti'. Se non ti garba Berlusconi devi guardare le sue TV con carta e penna, segnare quali sono le aziende che lo finanziano e quindi scegliere di non alimentarle a costo che al posto della Coca-cola la domenica a tavola mettiate la Pazz-cola o il chinotto: non è propedeutico aver letto il Sun-Tzu – L'arte della guerra per sapere che bisogna conoscere il proprio 'nemico' per poterlo colpire. Siate attivi, questa è la libertà, la libertà di partecipare e di non-partecipare contemporaneamente.
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