di
Alessandra Profilio
08-02-2012
I dati resi disponibili dall'azienda produttrice Roche circa il farmaco antinfluenzale Tamiflu sono insufficienti per valutare in modo indipendente i trattamenti con questo medicinale. Questa la denuncia contenuta in un report del gruppo non-profit Cochrane.
I dati resi disponibili dall'azienda produttrice Roche circa il farmaco antinfluenzale Tamiflu sono insufficienti per valutare in modo indipendente i trattamenti con questo medicinale. Da anni organi scientifici esterni alla Roche aspettano i dati clinici della compagnia per svolgere studi indipendenti e giungere a conclusioni definitive circa la reale efficacia del medicinale.
Questa la denuncia contenuta in un report del gruppo non-profit Cochrane condotto da Tom Jefferson, coordinatore del Cochrane Acute Respiratory Infections Group di Roma.
“Le informazioni rese accessibili coprono infatti una piccola parte del totale delle relazioni non pubblicate” e “non contengono informazioni vitali come (per esempio) i protocolli dei test e i piani d'analisi”, ha affermato Jefferson.
La Cochrane sostiene che la capacità di Tamiflu di prevenire la diffusione dell'influenza non è stata dimostrata. Eppure, i principali governi di tutto il mondo hanno speso miliardi di dollari in scorte Tamiflu all'epoca della 'pandemia suina'.
La Cochrane aveva intenzione di svolgere degli studi sul Tamiflu ma il lavoro del gruppo è stato ostacolato dall'indisponibilità dell'azienda a consegnare tutti i dati dei trial clinici. Molti dati sono invece stati forniti al gruppo Cochrane dall'Agenzia europea per i medicinali (EMA) e sono emerse incongruenze rispetto ai report pubblicati da Roche, nonché la possibilità che gli effetti avversi del farmaco siano sotto-dichiarati.
Contemporaneamente alla pubblicazione del report della Cochrane, il British Medical Journal ha pubblicato un'inchiesta che solleva a sua volta seri dubbi sull'accesso ai dati clinici, sull'uso di ghost writers (autori fantasma per celare i veri autori delle sperimentazioni cliniche) e sul processo di approvazione del farmaco.
Intanto, mentre restano tali dubbi circa l'efficacia di questo farmaco, la Svizzera si appresta a bruciare negli inceneritori 150.000 confezioni di Tamiflu acquistate all'epoca della temuta pandemia di influenza suina del 2009 rivelatasi, in seguito, una pandemia mediatica le cui beneficiarie sono state le multinazionali farmaceutiche.