Nei nostri incontri, conferenze, corsi sullo scollocamento, in merito alle persone che hanno figli ancora in età non adulta, rileviamo due diversi approcci quando si parla di cambiamento o scollocamento. Il primo è quello per il quale i figli sono visti con un approccio problematico, perché si pensa che il cambiamento possa apportare rischi o mutamenti di condizioni che i figli faranno fatica ad accettare, supportare, vedere di buon grado. C’è anche la grande paura che il cambiamento possa significare minori entrate, soprattutto se presuppone un licenziamento per passare ad un lavoro che piace di più ma che fa guadagnare meno, un part time o simili.
Il secondo atteggiamento è quello per il quale si cambia, ci si scolloca anche perchè si hanno a cuore i propri figli, per dar loro una speranza di futuro, un futuro diverso da quello cupo e vuoto che questa società prospetta. Inoltre lo si fa anche perché si intuisce che la libertà loro e nostra è un aspetto fondamentale da cui non si può prescindere e la libertà non nasce dalla paura ma dalla voglia di vivere, che può essere trasmessa da genitore a figlio.
A questo proposito voglio segnalare un intervento di Marìca Spagnesi, collaboratrice di Llht, Low Living High Thinking, il think net del nostro amico Andrea Strozzi; quell’intervento trovò spazio sul blog di Simone Perotti. Madre di due bambini, Marìca spiega in maniera chiara ed eccezionale quale meravigliosa fonte di libertà, forza e cambiamento siano i suoi figli per lei. Simili interventi possono essere di aiuto per chi ha timore che ai figli serva chissà cosa e che possano subire negativamente il “cambiamento”. Ai figli, ai quali non è difficile garantire una esistenza dignitosa e sobria dal punto di vista materiale, quello che serve prioritariamente è avere genitori felici e liberi o che fanno di tutto per esserlo.
Ecco l'intervento.
«Non mi sono mai sentita così libera come da quando ho partorito i miei figli. Mai così me stessa, così grande, così naturale, così spontanea. Se i figli avessero ridotto la mia libertà non li avrei mai fatti, considerando questa una cosa per me essenziale. Non ho mai ridotto la mia libertà nonostante fosse per me prioritaria, eccome. I miei figli mi hanno insegnato a essere più libera di com’ero aprendo la mia testa, il mio cuore e le mie braccia senza chiuderle mai. I miei figli non sono mai stati “rinuncia” ma un viaggio nuovo attraverso il quale ho scoperto e trovato, scambiato, condiviso, conosciuto cose straordinarie e ignote. Loro, di me stessa, della vita in generale, dell’essere umano senza condizionamenti, libero, ingenuo, vero, essenziale e nella sua “purezza”. Le responsabilità verso di loro mi piacciono, mi piace vederli crescere e vedere come si differenziano, come pensano, come costruiscono i loro pensieri e le loro relazioni. Mi piace insegnargli quel poco che ho capito e imparare da loro nella loro infinita sapienza ciò che sanno d’istinto e che io , invece, avevo dimenticato. Mi è piaciuto sentirli dentro, nutrirli, essere un tutt’uno con loro, mi è piaciuto “fornir loro materia” attraverso la quale potessero esprimere la loro anima. Mi è piaciuto come il mio corpo li ha cullati e amati fin dal primo momento. Mi è piaciuta ogni doglia, ogni nausea, ogni contrazione, ogni avvertimento del corpo necessario a farli nascere. Mi è piaciuto come un regalo straordinario della natura.
La mia libertà non si ferma dove appaiono loro. La mia libertà li include, li avvolge, li forma, li educa e li accetta. La mia libertà è così grande da farci entrare dentro anche le loro libertà, i loro bisogni e i loro desideri.
La natura non può togliere libertà ma solo esprimerla in uno dei suoi tantissimi modi. Se poi parliamo di strade verso il cambiamento, allora ancora di più è così. La mia strada è iniziata insieme a loro, con loro sempre, anche nelle difficoltà. Quanti scenari inaspettati! Quanti cambiamenti anche in loro! Quanti sconvolgimenti belli, positivi, nuovi! E siamo solo all’inizio».