di
Simone Perotti
31-10-2011
"Ma come dobbiamo fare… Cosa dobbiamo fare per spiegare, per diffondere, per disvelare che questa è tirannia, questa è schiavitù. In che lingua, con quali parole possiamo parlare a queste masse di disperati, così ottusi da non vedere che non c’è alcun benessere in questa corsa all’acquisto, ma solo povertà, solo follia?"
In fila, assembrati, disperati, bisticciando per un metro di lontananza dal cancello. Alcuni perfino dalla sera prima. In migliaia. tanto da far intervenire la polizia…
Detta così sembra una scena dal Darfur: colonne di disperati in cerca di cibo. Invece è Roma, l’altro ieri, dove un mare di gente faceva a cazzotti per entrare da Trony. Volevano essere tutti sicuri di accaparrarsi le loro cianfrusaglie. Pezzi di plastica a pochi soldi, oppure anche a tanti soldi, non conta. Contava esserci, officiare ancora una volta la sacra, inviolabile liturgia del consumo…
Ma come dobbiamo fare… Cosa dobbiamo fare per spiegare, per diffondere, per disvelare che questa è tirannia, questa è schiavitù. In che lingua, con quali parole possiamo parlare a queste masse di disperati, così ottusi da non vedere che non c’è alcun benessere in questa corsa all’acquisto, ma solo povertà, solo follia? Telefoni cellulari sostituiti solo per avere un modello più recente, televisioni buttate per far spazio a una più sottile, frullatori che la maggioranza non sa usare, o che non sono il segreto per una cena in cui comunicare davvero coi commensali. Ma costa denaro questa roba, denaro che non c’è, che va risparmiato. Denaro che non può essere la chiave, che va ignorato. Roba che genera immondizia, rifiuti funzionanti di una società che non va.
L’Italia è in crisi, e migliaia di persone fanno la fila per sprecare denaro. In questa scena, su questa tela, vedo le apocalissi di Bosch, o gli infernali scorci mercantili di Bruegel. E vedo anche gli indigeni che facevano la fila sulla spiaggia per ricevere specchietti e perline colorate dal Comandante Cook. Quanto deve ancora passare prima che un barlume di coscienza faccia alzare la testa a questa gente in fila?
Prima che un minimo empito di dignità faccia comprendere, a chi si catapulta in un centro commerciale ogni volta che ha un’ora di libertà, che sta andando in chiesa, che sta adorando un Dio che lo sfrutta, che lo guarda dalle vetrate dei propri uffici e ride convulso? Quanto ancora, prima che sia evidente il disagio di chi fa una fila perché non ha niente di meglio da fare nella sua misera vita?
Gli indigeni delle Hawaii un giorno sventolarono i fazzoletti e le mani per salutare l’ennesimo arrivo del Comandante Cook. Lo attesero mentre sbarcava coi suoi bauli pieni di cincaglierie. Lasciarono che si avvicinasse. Poi, inopinatamente, lo divorarono.
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