di
Paolo Ermani
12-11-2013
Il più potente tifone mai registrato sulla terraferma con venti oltre i 300 km orari si è abbattuto con una violenza inaudita sulle Filippine colpendo milioni di persone, seminando distruzione e provocando una quantità di vittime ancora incalcolabile.
Il più potente tifone mai registrato sulla terraferma con venti oltre i 300 km orari si è abbattuto con una violenza inaudita sulle Filippine colpendo milioni di persone, seminando distruzione e provocando una quantità di vittime ancora incalcolabile.
Aumentano ovunque i casi di uragani e la loro intensità e qualsiasi analisi seria riconduce questa escalation ai cambiamenti climatici in atto determinati in gran parte dall’uso dei combustibili fossili.
Nonostante tutto ciò, le multinazionali dell’energia continuano a investire fortune per pagare sedicenti esperti per cercare di dimostrare che non c’è correlazione fra i cambiamenti climatici e l’emissione di gas serra, oppure per screditare chi autorevolmente e con dati alla mano afferma il contrario.
E intanto la gente continua a morire come mosche o a diventare profugo ambientale. Si fanno conferenze internazionali su conferenze il cui risultato concreto sono l’aumento delle emissioni e lo spreco di montagne di soldi pubblici. Non viene deciso nulla di risolutivo e si rimanda alla prossima conferenza internazionale. I tempi di reazione umana ai problemi reali e contingenti sono biblici, i tempi di risposta della natura a questa inerzia sono immediati e devastanti.
Noi ovviamente non ci poniamo minimamente il problema, abbiamo cose ben più importanti a cui pensare: il cane Dudù, le fondamentali vicende giudiziarie di un cittadino al di sopra di tutto e tutti, la lotta delle tessere false per eleggere i prossimi democristiani del PD, le tasse sulla casa etc.
Le Filippine poi sono lontane, cosa mai ci potranno interessare. Ma intanto anche da noi si assiste a fenomeni assai preoccupanti, piogge sempre più torrenziali con quantità impressionanti di fulmini, grandinate di palle da golf, alluvioni sempre più frequenti, cambiamenti di temperature repentini e anomali per cui non si capisce più in quale stagione siamo, con tutti i problemi che ne derivano per l’agricoltura che fino a prova contraria è il settore che ci mantiene in vita.
Cosa stiamo aspettando per affrontare la situazione, che arrivi un tifone anche dalle nostre parti? Se si continua così non ci vorrà molto e non si illudano gli esperti che non è possibile, perché il possibile e l’impossibile lo decide la natura e la ridicola scienza degli umani diceva che uno tsunami come quello avvenuto in Giappone non sarebbe mai potuto accadere. Lo dicevano i giapponesi, gente assai precisa. E intanto già qualche accenno di uragano ha iniziato a investire le coste europee. Quando anche il nostro paese verrà coinvolto ancora più pesantemente dalle conseguenze dei cambiamenti climatici, in quel momento, forse, sottolineo forse, ci si inizierà a porre seriamente il problema, peccato che sarà maledettamente tardi.
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