Anche l’associazione Isde Medici per l’Ambiente invita a firmare la petizione contro gli allevamenti intensivi in Italia.
«La domanda di carne in Italia è sempre più crescente e per rispondere a questa sono presenti in tutto il Paese allevamenti intensivi diventati ormai insostenibili per l’ambiente e per l’uomo – scrive Isde - Infatti, oltre ad essere altamente inquinanti non consentono agli animali di vivere dignitosamente, trasformando la loro breve e triste esistenza in una tortura continua. Su change.org è già attivauna petizione che chiede al Ministro Lorenzin di chiudere quanto prima gli allevamenti intensivi in Italia, “a favore di realtà più piccole e più rispettose del benessere animale insieme ad una promozione di diete a base vegetale che incoraggino il consumo di cibi vegetali e scoraggino l'eccessivo consumo di carne e derivati.” Inoltre, gli animali hanno sviluppato una antibiotico resistenza divenuta minaccia per la salute pubblica. “Possono i batteri degli animali se resistenti trasferirsi a noi? La risposta è sì, possono. Il 70% degli antibiotici prodotti nel mondo finisce negli allevamenti intensivi. Batteri che ritroviamo nel piatto perché le linee di macellazione non proteggono integralmente dalla contaminazione. Animali portati al limite delle proprie possibilità in nome della produzione e del guadagno: per farlo è necessario usare grandi quantitativi di antibiotici. Le altissime densità a cui gli animali sono ammassati nei capannoni, le cattive condizioni ambientali e la selezione genetica, una violenza alla natura che crea animali destinati a soffrire fin dalla nascita, rendono necessario l’uso sistematico di antibiotici negli allevamenti intensivi. Diciamo basta a tutto questo!».
Rapporto Lega Anti Vivisezione (2012). I costi reali del ciclo di produzione della carne