Un intero fondo agricolo riconvertito in fattoria sostenibile sulla base dei principi della permacultura e corsi di autocostruzione in paglia, terra cruda e calce. È una delle realtà italiane che non solo propongono il cambiamento, ma lo attuano nel loro quotidiano. Siamo nella campagne di Marcaria (MN), dove Federico Andreella e Valentina Sanna hanno avviato questo progetto in collaborazione con Edilpaglia. Tutte le campagne intorno al fabbricato sono organizzate applicando i principi della permacultura, per creare un sistema ecosostenibile ed efficiente. Attraverso l'osservazione degli equilibri della natura si cerca quindi di recuperare quell'ecosistema che l'agricoltura industriale distrugge sempre più.
Il progetto si aggiorna ed evolve ogni giorno anche grazie alla condivisione e allo scambio con altre persone. Parlandone con gli ideatori si capisce che Fondo Cimbriolino è il nome dato al fondo nel 1948-50, quando è stato costruito dal precedente proprietario e da suo padre.
«Nel 2011 – inizia Federico – io e mia moglie abbiamo acquistato il Fondo con una parte di terreno per far partire un progetto che nasce come progetto famigliare, dove la scelta del ritorno alla campagna è integrata con l'intenzione di vivere in un modo più sostenibile con il desiderio di autoprodursi il cibo.
Inoltre si capisce che non mancano le occasioni per riunire persone e per discutere di nuovi progetti. «Infatti – continua – condividere con il visitatore le idee e le scelte fatte attraverso un confronto e uno scambio di esperienze fa parte dei nostri obiettivi principali. È importante rendere noto che è possibile vivere in un altro modo diverso da quello consumistico della società odierna. Quindi autocostruire, autoprodursi prodotti naturali, frutta e ortaggi con tecniche sostenibili e ritornare a una vita sostenibile sono gli aspetti che più ci interessano e che rappresentano soluzioni per le generazioni successive. Tra questi merita particolare attenzione la permacultura perché è stata per noi la scintilla che ha fatto partire il cambiamento.»
Federico lavora come impiegato mentre sua moglie è una artigiana. Le nozioni, le tecniche e gli equilibri da apprendere per gestire una fattoria sono molti, ma la passione li ha sempre motivati e l'entusiasmo è sempre stato presente.
Da qui parte l'idea di frequentare un corso di permacultura, grazie al quale raccogliere indicazioni sulle tecniche e sui sistemi per coltivare in modo più sostenibile e con il quale riordinare le idee e le informazioni raccolte dai libri e dalle esperienze pregresse. «Così nel 2012 – ci spiega Federico – mi sono iscritto e ho partecipato a un corso di 72 ore a Castelvenzago (BS).»
La permacultura è stata quindi la scintilla che ha originato tutto perché fino ad allora il progetto riguardava solo la ristrutturazione della casa e la coltivazione in modo tradizionale, magari biologico, ma sicuramente non sinergico. «Il corso è stato rivoluzionario, – continua – quei tredici giorni sono stati un punto di svolta nel modo di vedere e progettare e nel modo di condividere e convivere. La permacultura ha cambiato il nostro modo di pensare la casa e le aree pertinenti, valutando le energie messe in gioco e progettando tenendo in considerazione tutti gli aspetti.
Tutto il progetto dopo il corso ha subito una rilettura in una chiave nuova, sia nella ristrutturazione che nella progettazione, ma, in particolare e più sorprendentemente, nel modo di condividerlo. Infatti il sistema si è aperto alle interazioni con le persone, con la creazione di corsi e workshop, con la condivisione dei progetti in rete per mezzo di un sito (fondocimbriolino.it) e di una pagina facebook. Ogni occasione coinvolge persone che partecipano e lasciano una loro traccia nel progetto, partecipando attivamente e proponendo soluzioni.»
Tra queste esperienze di condivisione, una importante è nata con Edilpaglia. Federico ci spiega che anche loro, infatti, hanno avuto modo di partecipare ad altri corsi ed ad altri progetti e in queste occasioni hanno potuto appunto conoscere, fra gli altri, l'associazione Edilpaglia, da cui praticamente subito è nata una bella collaborazione.
«Con Edilpaglia – va avanti – abbiamo conosciuto l'autocostruzione e la possibilità di costruire in modo più sostenibile. Per esempio lo scorso anno siamo stati a Rimini per un cappotto interno in paglia, a marzo abbiamo costruito una vasca di fitodepurazione, in questi giorni stiamo lavorando con gli intonaci in terra cruda e probabilmente in autunno partirà la costruzione del cappotto esterno in paglia. Inoltre l'anno prossimo una porzione dell'edificio sarà ricostruita interamente in balle di paglia.
Questo perché la paglia è presente a pochi metri dal cantiere ed è certamente è una scelta sostenibile per la nostra zona. Non è stata quindi una scelta casuale, nella nostra zona la paglia è un prodotto agricolo di scarto con tanti usi tradizionali, per esempio gli steli avanzati dal raccolto del grano, frumento, orzo, avena e riso vengono usati principalmente come letto per le bestie. Quando è imballata diventa un eccellente materiale da costruzione, facile da maneggiare, a buon mercato e, soprattutto quando cresce sotto condizioni organiche naturali, è sostenibile. Anche se non è raccolta a mano ma per mezzo di macchinari, il dispendio di energia combustibile usata per raccoglierla da terra, imballarla e portarla al cantiere (conosciuta come energia grigia) è molto piú bassa di ogni materiale da costruzione convenzionale. (infatti il 50% dei gas a effetto serra è prodotto dall'industria edile). La paglia ha proprietà isolanti straordinarie, un muro in balle di paglia con intonaci in calce e terra cruda permette di realizzare un edificio caldo d'inverno e fresco d'estate mantenendo un ottima traspirabilità. Inoltre si presenta come un materiale da costruzione molto economico e che rende possibile l'autocostruzione grazie alla semplificazione delle tecniche costruttive. Anche l'argilla che usiamo negli intonaci arriva direttamente dal campo nel retro di casa e, vista la zona, è di ottima qualità.»
Tutti i cambiamenti e le idee sono frutto di confronti e scambi di conoscenze di persone che sono passate in cantiere o che hanno conosciuto nei vari corsi.
«Per esempio, – dice Federico – nelle scorse settimane, mentre eravamo nel pieno del corso di terra cruda e intonaci naturali, immersi nell'argilla e nella calce, abbiamo predisposto dei campioni di intonaco che verranno spediti alle Università di Brescia e Salerno per delle prove di tenuta meccanica e traspirabilità. La particolarità di questi intonaci è che sono miscelati con paglia oppure anche con pelo di cane. In pratica dopo aver letto di intonaci con lana di pecora e con fibre naturali, in collaborazione con Edilpaglia, abbiamo pensato di fare delle prove di intonaco con peli derivanti dal negozio di toelettatura di mia moglie, così da trasformare un prodotto di scarto da smaltire in un elemento che possa migliorare le qualità del nostro intonaco.» E questo grazie alla partecipazione al corso di persone a contatto con l'università. Questa condivisione è quindi l'aspetto più affascinante e stimolante.
Tuttavia il loro, una volta conclusa e resa abitabile la casa, è un progetto di vita famigliare, dove l'obiettivo sarebbe quello di provare tecniche per produrre frutta e verdura, prodotti lavorati, miele e altro, da vendere o scambiare nei mercati contadini o nei GAS.
«I nostri obiettivi principali – continua – sono sperimentare tecniche permaculturali, progettare in modo sostenibile e mantenere viva l'attività di promulgazione sul territorio predisponendo una area corsi e per wwoofer.» Di sicuro non dovranno mancare le occasioni per riunire persone e per discutere di nuovi progetti.
«Il nostro progetto – ci spiega – è una scelta di vita che ci porterà a trasferirci stabilmente in quella casa, cercando di creare una attività in ambito agricolo che possa renderci indipendenti. Per ora in famiglia siamo in due, ma a breve nascerà una bimba.
Da parte nostra c’è sempre stata la passione per la campagna, essendo cresciuti entrambi a contatto con nonni di tradizione contadina. Al momento viviamo in un quartiere residenziale alle porte di Mantova e ogni weekend, ora libera o permesso ci ‘teletrasportiamo’ a Cimbriolo, dove non mancano mai le occasioni per passare piacevoli momenti lavorando alla cura dell’orto, alle piante da frutta o alla ristrutturazione della casa. Per noi non è un lavoro, ma una passione e questo ci permette di lavorare anche varie ore al nostro progetto sempre con lo stesso entusiasmo. La soddisfazione più grande è quando durante i corsi confrontandosi impariamo nuovi metodi o ci propongono nuovi spunti. Siamo solo all’inizio, ma abbiamo già conosciuto persone straordinarie.»
Nel corso di questi anni infatti hanno avuto l'occasione di conoscere molta gente che ha aperto loro nuovi orizzonti. Per acquistare la casa hanno dovuto accendere un mutuo e passare tramite le banche, ma Federico ci spiega che non lo rifarebbe. Adesso, grazie al flusso di gente con cui sono sempre a contatto, sanno che esistono varie alternative. Ci sono dei gruppi di acquisto terreni, ci sono gli ecovillaggi, ci sono delle realtà che quando hanno acquistato il fondo non conoscevano e che oggi si potrebbero prendere in seria considerazione. Inoltre ci sono varie possibilità per persone che vogliono provare l’esperienza della vita in campagna, il wwoofer è una ottima soluzione per conoscere modi diversi di coltivare e di fare imprenditoria sostenibile. Molto spesso si legge di aziende agricole che cercano persone per essere aiutate sia in pianta stabile che per periodi limitati. Ci sono anche cooperative che nascono proprio dall’unione di giovani che decidono di investire su un'agricoltura sostenibile. «Anche noi, nel nostro piccolo, – afferma Federico – confidiamo di poter condividere il nostro progetto agricolo con altri non appena sarà possibile. La sostenibilità, il prodotto naturale, la ricerca di sistemi di coltivazione senza l’utilizzo di chimica di sintesi cercando di rispettare il terreno, sono gli argomenti che faranno la differenza nei contadini di domani. Per esempio le persone che consumano i pomodori dell'ipermercato, si meravigliano del gusto che può avere un pomodoro coltivato e raccolto nell'orto dietro casa. Purtroppo abbiamo perso la capacità di aspettare: vogliamo tutto e lo vogliamo subito, in tempo reale, a qualunque costo, disposti a saccheggiare ogni risorsa come se non esistesse un domani. Nulla tra ciò che ci circonda è progettato per durare a lungo, dagli apparecchi tecnologici ai governi. Un modo per combattere la crisi penso possa partire proprio dall’orto dietro casa, dagli orti comuni, fino alla scelta di tornare a investire sulla campagna e sulla qualità dei nostri prodotti.»