di
Dario Lo Scalzo
29-08-2012
Il movimento dei Forconi siciliani ha deciso di entrare in politica: correrà infatti per la prossima tornata elettorale regionale che avrà luogo in Sicilia nel mese di ottobre. Mariano Ferro, leader del movimento, spiega il motivo di questa evoluzione.
Dopo una lunga odissea, dopo i momenti caldi dello scorso gennaio e dopo le delusioni legate alle attese disattese del Governo regionale e nazionale, il Movimento dei Forconi ha infine deciso di entrare in politica. Correrà infatti per la prossima tornata elettorale regionale che avrà luogo in Sicilia in ottobre.
Abbandonate le strade, i blocchi, le differenti forme di proteste che avevano caratterizzato il movimento siciliano e che lo avevano portato in auge sull’intero territorio nazionale nel passato recente, Mariano Ferro e compagni hanno dunque scelto la via della legittimazione popolare democratica attraverso le elezioni. La parola passerà dunque ai siciliani.
Siamo stati tra i primi a seguire le vicende dei Forconi e numerosissimi sono stati i lettori che hanno seguito l'evoluzione del movimento. Così, abbiamo raggiunto il leader Ferro per capire le motivazioni e le ragioni di questo salto all'interno della politica tradizionale.
Cosa vi ha spinto infine ad entrare in politica?
Una classe politica indecente che non dà altra scelta. Dopo i fatti e le proteste di gennaio e dopo le non risposte della politica all’evidente disagio sociale della Sicilia, non rimaneva altro che continuare la nostra rivoluzione seguendo le vie democratiche per cercare di portare la rivoluzione della strada anche dentro il Palazzo, ovviamente per cambiare in meglio il destino di questa regione.
Domanda inevitabile: avete quindi costituito un vero e proprio partito politico e camminerete da soli o avrete delle alleanze?
Definirci un partito politico ci fa proprio schifo, preferiamo definirci una forza popolare che vuole candidarsi a governare questa terra partendo dalla base e dal basso; è un sogno per noi. Noi non abbiamo e non vogliamo alleanze con nessun partito politico, non vogliamo farci inquinare da certi signori che vogliono solo il potere, da dei ladri di dignità. Siamo però all’ascolto di tutti i movimenti.
Quali sono i principali punti del vostro programma politico?
Intendiamo portare avanti i punti rivendicati in più occasioni in gennaio e comunque, in buona sostanza, ci attiveremo e vogliamo una reale attuazione dello Statuto siciliano. La chiave di volta per uscire dalla crisi economica e sociale è la rivendicazione dello Statuto con la quale invertire la rotta e cambiare.
Aspettative, speranze, obiettivi?
Se la Sicilia si dovesse svegliare, avremo forse la possibilità di governare questa regione per cambiarla. Oggi quattro straccioni ignoranti stanno cominciando a fare paura all’attuale classe politica. Se i siciliani dovessero davvero prendere atto che la stanchezza e la sopportazione hanno superato i limiti potrebbero darci il loro consenso e potrebbe verificarsi un terremoto politico in grado, chissà, anche di estendersi sul resto del territorio. Chi ci ha governato sinora considera la politica, che è una missione, un mestiere di gestione di poteri. Noi la pensiamo diversamente.
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