Francia: paura per l'esplosione di un forno presso il sito nucleare di Marcoule a 257 km da Torino. Le autorità: "non ci sono fughe radioattive".
Paura in Francia e nei territori limitrofi per l'esplosione di un forno presso il sito nucleare di Marcoule, nel sud del Paese. Il sito coinvolto dall'incidente si trova in linea d'aria a 242 km da Ventimiglia, 257 da Torino, e 342 da Genova.
Per ora il bilancio dell'incidente è di un morto e quattro feriti, a quanto dichiara l'autorità francese per la sicurezza nucleare (ASN). Intanto il Commissariato dell'energia atomica francese e il governo rassicurano che per il momento non ci sono state fughe radioattive all'esterno della centrale.
La Protezione civile italiana è in contatto con Vigili del Fuoco e con l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) per capire quali potrebbero essere i rischi per l'Italia dopo l'esplosione francese.
L’impianto di Marcoule dove si è verificata l’esplosione, spiega Greenpeace, non è nella lista di quelli per i quali il Governo francese aveva richiesto gli stress test e non ha ricevuto alcuna ispezione da parte dell’Autorità per la Sicurezza Nucleare europea. "Questo dimostra - continua l'associazione - come la sicurezza dell'industria nucleare sia solo una promessa continuamente disattesa e che i nuovi standard richiesti dopo l'incidente di Fukushima sono lontani da coprire l'intera filiera del nucleare".
“Quanto sta accadendo in queste ore nel sud della Francia, con l’esplosione di un impianto di trattamento di scorie nucleari a Marcoule, dimostra ancora una volta che la filiera nucleare non è né trasparente né sicura – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente - e ci conferma la lungimiranza dei cittadini italiani.
L’Unione Europea deve uscire dal nucleare come hanno già deciso Germania e Svizzera, anche perché oggi le fonti rinnovabili rappresentano una valida alternativa. Con l’incidente francese si pone ancora una volta il problema dello smantellamento degli impianti e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, entrambi devono avvenire in maniera trasparente nei confronti del territorio e informando la gente”.
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