di
Daniela Sciarra
30-08-2011
Mentre l’Italia richiede l’applicazione della clausola di salvaguardia in materia di OGM, dal Friuli Venezia Giulia arrivano nuove notizie sul sequestro di alcune partite di mais che dalle prime analisi risulta geneticamente modificato.
Dopo Austria, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo e Ungheria anche l’Italia pochi mesi fa ha optato per l’applicazione della clausola di salvaguardia sul mais geneticamente modificato. Il processo di attuazione della clausola sembra ancora lungo, ma comunque sta evidenziando un chiaro orientamento verso forme più concrete a tutela dei sistemi di coltivazione convenzionali e biologici, contro l’introduzione degli OGM in agricoltura.
“Auspicando che il processo di attivazione della clausola di salvaguardia arrivi effettivamente a compimento – dichiara Andrea Ferrante, presidente nazionale AIAB – diamo atto dell’interesse dimostrato dal Ministero delle Politiche Agricole di tutelare i sistemi agricoli italiani. Come ha dimostrato la situazione spagnola, in cui le coltivazioni transgeniche hanno cannibalizzato le coltivazioni biologiche e convenzionali di mais, infatti, l’utilizzo degli OGM in agricoltura ha ripercussioni a dir poco lesive. Se poi si considera - ha aggiunto l’Aiab – il fatto che il sistema produttivo agricolo italiano, stando ai dati del 6° Censimento ISTAT sull’Agricoltura, le aziende italiane hanno una media di 7 ettari, è chiaro che risulta impercorribile la strada di una coesistenza 'pacifica' tra coltivazioni transgeniche e coltivazioni biologiche e convenzionale”.
E se la direttiva europea 2001/18 - affida agli Stati membri la scelta di decidere se limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati sul proprio territorio - ha permesso a diversi Paesi europei, Italia compresa, di stabilire una posizione più netta in materia di OGM.
In Friuli Venezia Giulia i controlli delle forze dell’ordine hanno portato al sequestro di alcune partite di mais. Nelle scorse ore, infatti, il Corpo Forestale dello Stato ha sequestro due aziende agricole del Friuli Venezia Giulia, una in provincia di Udine e l'altra in provincia di Pordenone, a seguito di controlli su alcuni campioni di mais che hanno evidenziato il probabile impiego di mais OGM, il Mon 810 di Monsanto. I sequestri comprendono le piante e la granella che alle prime analisi è risultata positiva al mais geneticamente modificato.
La Coldiretti, che è da sempre contraria all’introduzione degli OGM in agricoltura, ha fatto sapere che “il sequestro dei campi di mais dimostra che i controlli effettuati dalla regione Friuli Venezia Giulia attraverso il Corpo Forestale e la stessa legge regionale sugli OGM stanno funzionando”. In Friuli infatti è passata la legge regionale che proibisce la coltivazione commerciale di piante OGM su tutto il territorio regionale, pur lasciando la possibilità alla sperimentazione a pieno campo, ma sotto sorveglianza e autorizzazione dell'agenzia regionale per lo sviluppo rurale.
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