Giappone: "rischio sottovalutato". A Fukushima 250 anziani volontari

Secondo gli esperti dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica la possibilità che uno tsunami potesse provocare un incidente alla centrale di Fukushima è stato sottovalutato dalle autorità giapponesi. Ha fatto intanto il giro del mondo la storia di 250 anziani giapponesi che si sono offerti come volontari per lavorare alla messa in sicurezza dell'impianto disastrato.

Giappone:
Sebbene il Giappone sia un arcipelago ad altissimo rischio sismico, la possibilità che uno tsunami potesse provocare un incidente alla centrale di Fukushima è stato sottovalutato dalle autorità giapponesi le quali, comunque, hanno avuto una reazione “esemplare” al disastro. Queste le principali conclusioni cui sono giunti gli esperti dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica (Aiea) che hanno condotto una missione in Giappone con l'obiettivo di effettuare una valutazione preliminare sulle questioni della sicurezza legate al disastro nucleare. Secondo il team dell'Aiea i rischi legati allo tsunami sono stati sottovalutati per diverse delle 54 centrali sparse sul territorio nipponico e non soltanto per l'impianto di Fukushima. Nel rapporto l'Aiea sollecita la creazione di “un centro di emergenza più efficace” contro gli incidenti e chiede che in futuro venga prevista una “protezione dai rischi collegati a tutti i pericoli naturali”. L'Agenzia raccomanda alle autorità nipponiche di vigilare “sulla salute dei lavoratori” del settore nucleare, non soltanto di quelli impegnati a fronteggiare l'emergenza a Fukushima. Il report inoltre non esclude eventuali modifiche alla roadmap per la messa in sicurezza dei reattori danneggiati, anche con la cooperazione internazionale, nel caso in cui emergano “nuove circostanze”. Il team dell'Aiea esporrà le proprie conclusioni a una conferenza ministeriale sulla sicurezza nucleare prevista a Vienna dal 20 al 24 giugno prossimo. Ha fatto intanto il giro del mondo la storia di 250 anziani giapponesi che si sono fatti avanti per lavorare alla messa in sicurezza della centrale nucleare di Fukushima. Al gruppo è già stato dato l'appellativo di 'Corpo dei suicidi' ma i volontari affermano di non avere nessuna vocazione alla morte e di essere piuttosto cittadini responsabili, consapevoli del fatto che sull'organismo di un anziano le radiazioni agiscono più lentamente che su quello di un giovane. Kazuko Sasaki, 69enne co-fondatore del gruppo, ha spiegato che un trentenne esposto alle radiazioni può ammalarsi di cancro verso i 35 o 40 anni. Alla sua età, invece, la malattia potrebbe sorgere intorno ai 75-80 anni, quando comunque potrebbe avere già sviluppato un tumore. Non è questa però l'unica motivazione che spinge il gruppo ad esporsi in prima linea. “La mia generazione, la vecchia generazione – afferma Sasaki, uno dei protagonisti dell'operazione - ha promosso le centrali nucleari. Se non ci prendiamo noi la responsabilità, chi lo farà?”.

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