di
Alessandra Profilio
18-05-2011
L'incubo nucleare che da oltre due mesi sta vivendo il Giappone appare sempre più terrificante. Una serie di dati sullo stato dell'impianto forniti ieri dal gestore Tepco hanno chiarito che i danni ai reattori della centrale di Fukushima sono molto più seri di quanto fosse stato detto in precedenza.
Danni più gravi di quanto era stato detto sinora e probabili errori umani. L'incubo nucleare che da oltre due mesi sta vivendo il Giappone appare sempre più terrificante.
I tecnici della disastrata centrale di Fukushima Daiichi sono ritornati oggi nell'edificio del reattore numero due, considerato particolarmente instabile, per la prima volta da quando il 15 marzo scorso all'interno dell'unità si verificò una violenta esplosione dovuta all'idrogeno.
Muniti di tute protettive e di bombole di ossigeno, quattro dipendenti della società che gestisce l'impianto hanno ispezionato i locali interni per analizzarne le condizioni ambientali, in vista delle operazioni di ripristino del sistema di raffreddamento.
Nei prossimi giorni la Tepco procederà con le analisi delle apparecchiature per capire quale sia il reale stato attuale del reattore numero due che, come l'unità n.1, si teme possa aver subito la fusione del nocciolo e il danneggiamento del contenitore di pressione. Stessi timori riguardano anche il reattore n.3.
I dati forniti dalla Tepco negli ultimi giorni rivelano infatti che i danni ai reattori sono molto più seri di quanto fosse stato comunicato in precedenza. Le barre di uranio nei reattori 1, 2 e 3 sono rimaste scoperte tra le 6 e le 14 ore dopo il sisma di magnitudo 9 e ciò avrebbe provocato una fusione. Nel caso del reattore 1, l'uranio fuso sarebbe fuoriuscito dalla vasca di contenimento provocando un'alta radioattività.
Dopo la scoperta di una grossa falla nella struttura del reattore numero 1, la Tepco ha riferito di aver abbandonato il progetto iniziale di stabilizzare i reattori immergendoli in acqua. La compagnia ha spiegato che ora cercherà di raffreddare i reattori facendo circolare continuamente l'acqua già presente all'interno. L'obiettivo, ha fatto sapere la Tepco, resta comunque quello di un “fermo a freddo” dei reattori entro gennaio 2012.
I funzionari sostengono che il rischio di un'altra esplosione nell'impianto è diminuito ma che per ogni progresso verso la messa in sicurezza della struttura ci sono nuovi passi indietro.
Intanto, sulla base dei documenti sul disastro della centrale rilasciati ieri dalla Tepco, questa mattina il Wall Street Journal ha pubblicato una ricostruzione della situazione dalla quale emerge che il danneggiamento dell'impianto nucleare di Fukushima è avvenuto nelle 24 ore successive al terremoto/tsunani dell'11 marzo, molto più rapidamente di quanto si credeva sinora.
Il quotidiano statunitense descrive le difficoltà riscontrate dai lavoratori della Tepco che, secondo quanto si legge, avrebbero anche commesso degli errori nella loro risposta all'emergenza.
Secondo quanto hanno spiegato gli esperti sulla base dei documenti della Tepco, prima dell'arrivo dell'onda dello tsunami, i tecnici di un reattore chiusero le valvole del sistema di raffreddamento, contribuendo così probabilmente alla rapida fusione del combustibile nucleare.
Da parte sua anche il governo giapponese, secondo il Wall Street Journal, faticò ad organizzare una risposta alla crisi.