di
Alessandra Profilio
23-01-2012
Presso la disastrata centrale nucleare di Fukushima è stata registrata una nuova perdita radioattiva. La Tepco, società che gestisce l'impianto, ha reso noto che circa due litri di acqua contaminata sono filtrati dall'edificio turbine del reattore numero due della centrale.
Presso la disastrata centrale nucleare di Fukushima è stata registrata una nuova perdita radioattiva. La Tepco, società che gestisce l'impianto, ha reso noto che circa due litri di acqua contaminata sono filtrati dall'edificio turbine del reattore numero due della centrale.
E proprio in questo reattore giovedì scorso è stata effettuata la prima esplorazione endoscopica al fine di rilevare la temperatura ed acquisire ulteriori dati. Secondo fonti governative l'impianto è in condizioni stabili ma saranno necessari decenni per disattivarlo completamente.
La Tepco ha intanto versato l'equivalente di circa 330 milioni di dollari come primo risarcimento per i problemi sanitari incontrati a Fukushima. Nello scorso agosto il governo giapponese e la Tepco si erano accordati per dividersi le responsabilità del disastro nucleare ed il gestore del disastrato impianto ha accolto la richiesta della prefettura di Fukushima di coprire le spese per gli esami sanitari e per le cure delle vittime di Fukushima Daiichi.
Di mercoledì scorso è invece l'approvazione da parte dell'Agenzia di sicurezza nucleare e industriale del Giappone del risultato positivo dello stress test a cui sono stati sottoposti due reattori nucleari situati in una centrale nella Prefettura di Fuki, al centro del Paese. Potrebbe dunque ora riprendere l'attività dei reattori 3 e 4 della centrale gestita dalla Kansai Electric Power, sospesa in seguito al doppio cataclisma che nel marzo dello scorso anno ha devastato l'arcipelago nipponico.
Secondo i risultati dei test i due reattori sono in grado di sopportare un terremoto 1,8 volte più forte del terremoto massimo presunto e le onde dello tsunami fino a 11,4 metri di altezza, quattro volte più alte rispetto al livello massimo presunto. Prima che gli impianti possano essere riavviati, tali dati dovranno comunque essere approvati dall'Agenzia internazionale dell'energia atomica (AIEA) e dalla Commissione per la sicurezza nucleare del Giappone.
L'obiettivo è quello di estendere la durata massima di vita di ogni reattore dai 40 anni attualmente previsti, ai 60. Molti dei 54 reattori sparsi sul territorio giapponese raggiungeranno a breve il limite dei 40 anni. Dei 54 reattori nucleari, 5 sono ancora in funzione e dovrebbero essere tutti fermati per la manutenzione ordinaria entro fine aprile.
Pronta a riavviare il suo programma di potenziamento nucleare, sospeso in seguito all'incidente di Fukushima, è invece la Cina. Entro fine marzo il Consiglio di Stato potrebbe infatti riprendere a rilasciare le autorizzazioni per la costruzione di nuove centrali. Nel marzo scorso Pechino aveva deciso di congelare la realizzazione di una dozzina di centrali in fase di costruzione e di altre 25 in avanzato stato di progettazione.