di
Alessandra Profilio
10-05-2012
Ad oltre un anno di distanza dallo scoppio dell'emergenza, non cessano i timori circa le condizioni del disastrato impianto nucleare di Fukushima Daiichi. Un gruppo di esperti nucleari di Giappone e USA teme ora le condizioni in cui si troverebbe la struttura numero 4 della centrale. Intanto continuano su popolazione e vegetazione gli effetti della contaminazione post-incidente.
Ad oltre un anno di distanza dallo scoppio dell'emergenza, non cessano i timori circa le condizioni del disastrato impianto nucleare di Fukushima Daiichi, gravemente danneggiato dal devastante doppio cataclisma che l'11 marzo dello scorso anno ha messo in ginocchio il Giappone.
Un gruppo di esperti nucleari di Giappone e USA teme ora le condizioni in cui si troverebbe la struttura numero 4 della centrale. In una lettera indirizzata al Segretario dell’ONU Ban Ki-Moon gli scienziati denunciano il silenzio del Governo di Tokyo riguardo la reale situazione di sicurezza dell’impianto. I timori degli esperti riguardano l'instabilità della piscina di raffreddamento del reattore 4, dove il combustibile esaurito ha 10 volte più cesio-137 radioattivo di quello scaricato nell'atmosfera dalla tragedia nucleare avvenuta a Chernobyl nel 1986.
Qualora si verificasse un nuovo evento sismico o tsunami si rischierebbe la rottura del contenitore con la conseguente contaminazione del territorio circostante fino a 85 volte quanto verificatosi nel 1986 in Ucraina.
Nella lettera gli esperti chiedono al Segretario dell’ONU di istituire al più presto un vertice sulla sicurezza nucleare incentrato sulla situazione del reattore numero 4 di Fukushima Daiichi e di predisporre un gruppo di scienziati che proceda a controlli indipendenti per verificare le esatte condizioni della centrale e dei suoi reattori.
“Esprimiamo la nostra piú profonda preoccupazione – dichiarano gli esperti nucleari - sul fatto che il Governo non informi i cittadini circa l'entitá del rischio dell'unitá 4. Il crollo di questa piscina potrebbe portare a conseguenze catastrofiche a livello mondiale”.
Nel frattempo sono stati resi i noti problemi di salute riscontrati nella popolazione giapponese in seguito all'incidente nucleare. In particolare nel mese di marzo il governo di Fukushima ha condotto test della tiroide per la popolazione under 18 in 13 città del Giappone. I risultati dei test hanno mostrato che la presenza di noduli tiroidei o cisti è aumentata da 13.460 a 38,114 persone (35,3%). Rispetto ai precedenti test condotti a gennaio l'incidenza è dunque cresciuta dal 29,7% al 35,3%
D'altra parte, a subire gli effetti della contaminazione radioattiva è anche la vegetazione. Come ha riferito l'ecologo forestale ucraino Sergiy Zibtsev, nei casi in cui la contaminazione è risultata più alta, alcuni alberi sono morti e altri sono cresciuti in forme anormali. “La gente in Giappone desidera che il bosco sia pulito – ha dichiarato Zibtsev - Vogliono tornare indietro prima del 3/11. (Ma), stiamo vivendo in una realtà nuova”.
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