Fukushima: trent'anni per la bonifica, Tepco ritratta sulla fissione

Ha sollevato i timori della popolazione giapponese l'annuncio fatto qualche giorno fa dalla Tepco relativo alla presenza, nel reattore numero 2 della centrale nucleare di Fukushima, di un gas che segnala il rischio di una possibile fissione nucleare. Adesso la compagnia ritratta. Intanto un rapporto ufficiale della Commissione giapponese per l'energia atomica fa sapere che serviranno almeno trent'anni per la bonifica.

Fukushima: trent'anni per la bonifica, Tepco ritratta sulla fissione
Ha sollevato i timori della popolazione giapponese l'annuncio fatto qualche giorno fa dalla Tepco che nel reattore numero 2 della centrale nucleare di Fukushima era stata individuata la presenza di un gas che segnala il rischio di una possibile fissione nucleare. La stessa Tokyo electric power company ha poi ritrattato la sua valutazione di una reazione nucleare, o di una criticità relativa alla presenza di xenon. Il ministro per l'Emergenza nucleare Goshi Hosono si è detto “ottimista” su arresto a freddo e messa in sicurezza dei reattori “entro fine anno”. Secondo il ministro le attività di “raffreddamento procedono stabilmente e non c'è motivo di cambiare i piani” anche con i segnali di fissione. Per smantellare e bonificare i quattro reattori dell'impianto saranno invece necessari trent'anni, secondo un rapporto ufficiale della Commissione giapponese per l'energia atomica. Intanto il governo giapponese ha approvato venerdì scorso gli aiuti di Stato per 900 miliardi di yen (8,3 miliardi di euro) al gestore dell'impianto di Fukushima, Tepco, per finanziare parte del risarcimento alle vittime dell'incidente nucleare. I fondi serviranno per compensare il danno riportato da decine di migliaia di persone che hanno abbandonato le loro case dopo l'incidente nucleare. E dopo l'incidente di Fukushima, anche in India sono cresciute le preoccupazioni della popolazione sulla sicurezza degli impianti. Le proteste in India stanno infatti bloccando l'entrata in funzione di una nuova centrale nucleare nel sud del Paese. Il progetto fa parte del piano del governo di potenziare fino a 60mila megawatt la generazione di energia nucleare per diminuire la dipendenza del Paese dagli idrocarburi. L'ex presidente della Repubblica, il fisico Abdul Kalam, ha rassicurato sulla sicurezza della centrale, anche in caso di tsunami, ma i comitati locali hanno fatto sapere che continueranno le proteste e i blocchi stradali.

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