Steven Fuller è uno di quelli che a Yellowstone vengono definiti “custodi dell’inverno”, per decenni si è impegnato all'interno del parco e afferma in un documentario del Guardian: «Qui non è più come prima, il clima sta cambiando».
Ogni anno, quando le temperature si fanno rigide e il parco si avvia a indossare il suo abito invernale, si sistema nella sua remota baita di montagna. Ma Fuller e Yellowstone si trovano ad affrontare un futuro incerto, con la crisi climatica che minaccia di cambiare per sempre una delle ultime grandi zone selvagge del Nord America, come spiega Fuller stesso nel documentario del Guardian.
Yellowstone ospita un gruppetto di “custodi o guardiani dell'inverno”. Il loro compito principale da dicembre a marzo è quello di mantenere gli edifici del parco liberi dalla neve rimuovendola dai tetti dei rifugi e dalle cabine. Le nevicate sono molto variabili. Sebbene la media sia di quasi 400 cm all'anno, non è raro che ad altitudini più elevate ne cada anche il doppio.
Anche l’ex “guardiano dell’inverno” di Yellowstone Bill Keys spiega che qualcosa sta cambiando, come si legge sul sito dello stesso parco nazionale. Keys afferma di percepire «inverni generalmente più caldi e meno condizioni estese di gelo, zone umide che si restringono nei loro contorni, pini dalla corteccia bianca in alta campagna che si trasformano in alberi fantasma, stagioni degli incendi più lunghe e calore e secchezza che durano più a lungo». «Nell’angolo nord-orientale di Yellowstone ci sono ora, in media, da 80 a 100 giorni in più sopra lo zero rispetto agli anni ’60».