di
Alessandra Profilio
06-02-2012
All'origine degli inverni sempre più freddi che stanno investendo i Paesi europei, tra cui l'Italia, vi sarebbe il riscaldamento globale. Sembra un paradosso, eppure secondo uno studio tedesco l'inasprimento del gelo invernale sarebbe provocato proprio dallo scioglimento dei ghiacci artici.
All'origine del grande freddo che ha investito molti Paesi europei, tra cui l'Italia, vi sarebbe il riscaldamento globale. Sembra un paradosso, eppure secondo uno studio tedesco l'inasprimento del gelo invernale sarebbe provocato proprio dallo scioglimento dei ghiacci artici.
A sostenere questa tesi sono i ricercatori tedeschi dell’Istituto Wegener dell’Associazione Helmholtz in uno studio pubblicato sulla rivista Tellus A. Nel loro studio i ricercatori spiegano il meccanismo per il quale lo scioglimento estivo della calotta del polo Nord modifica la circolazione atmosferica artica.
Se in estate si verifica un abbondante ritiro dei ghiacci sul Polo Nord, come avvenuto negli ultimi anni, ne conseguono due effetti importanti. In primo luogo il ritiro dei ghiacci mette in luce l’acqua oceanica. Quest'ultima è molto più scura dei ghiacci e anche per questo assorbe molto più calore riscaldandosi così maggiormente. Inoltre, a causa della ridotta estensione dei ghiacci, il calore presente nell'oceano viene rilasciato nell'atmosfera, in particolare in autunno e in inverno. L’aria riscaldata tende a salire rendendo instabile la colonna atmosferica e alterando i meccanismi che regolano la pressione e la circolazione dell’aria.
Tra questi meccanismi vi è quello che regola le differenze di pressione tra l’Artico e le medie latitudini: le basse pressioni intorno all’Islanda e l’anticiclone delle Azzorre. Se tale differenza di pressione è legata ad un’alta pressione sulle Azzorre e una bassa pressione sull’Islanda si formano forti venti occidentali che in inverno portano aria atlantica calda e umida verso l’Europa. Al contrario, se le condizioni si ribaltano non si formano i venti e l’aria fredda artica può scendere verso l’Europa, come è avvenuto quest'inverno.
I calcoli degli esperti dimostrano che la differenza di pressione con la minore estensione dei ghiacci durante l’estate artica è indebolita durante l’inverno seguente, dando così modo all’aria fredda artica di spingersi fino alle medie latitudini.
A sostenere l'esistenza di un legame tra il raffreddamento invernale e lo scioglimento record della calotta artica marina è anche uno studio di un gruppo di ricercatori americani pubblicato su Environmental Research Letters.
Judah Cohen e i suoi colleghi hanno analizzato gli ultimi due inverni (2009-2010 e 2010-2011) particolarmente rigidi nell'est degli Stati Uniti, nel Canada meridionale e in gran parte del nord Europa. La conclusione alla quale sono giunti gli studiosi è che il crollo delle temperature invernali è da mettere in relazione con il forte riscaldamento cui sono state sottoposte le regioni artiche nei mesi di luglio, agosto e settembre (riscaldamento poi proseguito anche in autunno) e che ha causato lo scioglimento record dei ghiacci.
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