di
Paolo Ermani
03-02-2012
Neve, vento, pioggia e gelo. In un inverno 'asciutto' e caldo è arrivato improvvisamente un freddo micidiale che sta provocando vittime e disagi nei trasporti. Nelle nostre case, intanto, ci riscaldiamo con il gas importato dall'estero. Cosa succederebbe però se gli approvigionamenti venissero meno? Non è forse arrivato il momento di abbattere gli sprechi e pensare alla nostra sopravvivenza?
Ormai sempre più spesso, purtroppo amaramente, mi trovo a riflettere sul fatto che venivamo derisi dagli 'esperti' quando già oltre venti anni fa parlavamo, tra le altre cose, di solare termico, di coibentazioni delle case, di recupero dell'acqua piovana. Tristemente ci si ritrova a pensare a tutto questo tempo perso e quindi ora se ne pagano pesanti conseguenze.
Un inverno dove non piove e fa caldo, animali e piante che si preparano praticamente alla primavera anticipata e improvvisamente arriva un freddo micidiale che provocherà danni inimmaginabili ad agricoltura e fauna. Ma "chi se ne frega"! Tanto noi mangiamo e beviamo plastica, automobili e computer, mica acqua e alimenti. Non abitiamo mica nell'ambiente, bensì in palazzi, mura, cemento, strade asfaltate e automobili.
Le alluvioni hanno spazzato paesi e vite umane grazie alla cementificazione e abbiamo capito così bene la lezione che continuiamo a costruire senza freno alcuno. La dittatura del petrolio ci ha regalato la paralisi del paese grazie allo sciopero dei Tir. L'effetto serra ci regala una siccità invernale incredibile e adesso ci regala un inverno polare.
Potremmo sostituire direttamente politici e lacchè vari con pompieri e protezione civile stabili al parlamento, tanto ormai si passa solo da una emergenza all'altra e visto che i politici non si preoccupano minimamente delle basi dell'esistenza delle persone, non si capisce cosa ci stiano a fare se non per i loro interessi personali e per gli interessi dei gruppi finanziari, economici e religiosi che rappresentano.
Ma visto che ritengo sia fondamentale il reale benessere e la salvaguardia delle persone, esaminiamo nel concreto quello che potrebbe succedere in una situazione come quella attuale di un inverno del tutto fuori dalla norma.
Moltissimi impianti di riscaldamento sono alimentati a gas, che ha sostituito spesso il gasolio e gli altri combustibili. Siamo fortemente legati a questa fonte non rinnovabile che ovviamente, grazie alla nostra proverbiale lungimiranza, importiamo dall'estero. In questi giorni è presente sui giornali una pubblicità della Snam, in cui si vede l'Italia e una serie di lacci che arrivano dall'esterno e la connettono: sono le flebo di gas che ci tengono in vita. Abbiamo già visto in passato che siamo ostaggio di personaggi e Stati sempre pronti con la mano sul rubinetto a dettare condizioni e prezzi.
Teniamo presente che il gas importato non ci serve solo per riscaldarci e cucinare ma anche per alimentare una buona parte delle grandi centrali che portano la corrente elettrica nelle nostre casette. Con il freddo di questi giorni che non lascerebbe scampo, cosa succederebbe se per qualche motivo venissero a mancare gli approvvigionamenti di gas dall'estero?
Cosa succederebbe lo descrive bene Mauro Corona nel suo libro La fine del mondo storto dove ad una interruzione o fine dei combustibili fossili, si genera il caos assoluto con una moria senza precedenti, derivata dal freddo e dalla fame.
Lo slogan delle prime case passive era: per alzare leggermente la temperatura della vostra abitazione, invitate degli amici a cena o fate un po' di ginnastica. Se una casa è perfettamente isolata, non serve granchè per scaldarla, difatti le case passive si scaldano soprattutto con le fonti di calore interne, che siano i corpi delle persone, gli elettrodomestici, l'illuminazione, il calore recuperato dai sistemi di ventilazione controllata. E se proprio si vuole essere sicuri (ma spesso è solo una questione psicologica) si può aggiungere una qualsiasi minima fonte di riscaldamento. Si dà il caso infatti che una casa passiva consumi fra le dieci e le quindici volte meno che una casa costruita normalmente.
Se invece di comprare nuove automobili, buttare soldi nel Poker on line, pagare il canone Rai per regalare milioni di euro alle star televisive (che poverine tanto hanno bisogno), preoccuparsi delle mattonelle firmate del bagno o dell'ultimo profumo di Armani, si iniziasse a pensare innanzitutto alla propria sopravvivenza, quella vera, forse si vedrebbe che isolare la propria abitazione non è una fissazione ecologista ma è un modo per ridurre le possibilità di morirci dentro di freddo, oltre che ovviamente risparmiare una vagonata di soldi di riscaldamento.
Lo stato dell'edilizia in Italia, dal punto di vista energetico e non solo, è pietoso e quindi si continua allegramente a sprecare soldi per comprare combustibili senza preoccuparsi di ridurre gli sprechi. Che strana crisi che viviamo, più di senso che di soldi, direi.
A dimostrazione di ciò basta fare un solo lampante esempio. In qualsiasi città si vedono sempre palazzi interi in cui si rifanno le facciate. Nel costo che si spende per il rifacimento della facciata incide molto la messa in opera e la struttura del ponteggio. Quindi già che l'investimento è stato fatto e siamo sull'impalcatura, perché non approfittare per fare un bel cappotto isolante? Non costa tanto di più e il vantaggio è assai notevole. Questo è uno dei tanti interventi sensati che si potrebbero fare per aumentare le possibilità di sopravvivenza nelle città.
Che si aspetti una ecatombe generale per finalmente agire? Probabile, se si continua con questa cecità. A proposito, non aspettate di convincere i vostri politici locali a fare una legge per rendere obbligatoria una cosa del genere nella vostra città, nemmeno i vostri pronipoti vedranno mai questa legge (che sarà poi ovviamente disattesa da tutti). Non aspettate che ci siano 'i finanziamenti', non vi tirincerate dietro alla solita scusa che "l'amministratore di condominio non capisce niente" oppure "la signora del terzo piano è contraria". Qui si tratta di cose serie e quando si tratta di cose serie qualsiasi problema è superabile, basta volerlo fortemente.
Un ultimo suggerimento, iniziate a salvaguardare di più i boschi circostanti (se avete la fortuna di averne ancora) e a piantare alberi nella vostra zona, tenendo alla larga cementificatori, speculatori e loro padrini politici. Nella versatile e sapiente stufa/cucina economica un pezzo di cemento non brucia, un pezzo di legna sì.
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