di
Carlo Carlucci
18-07-2012
Si è svolto il 18 luglio scorso l'incontro previsto tra la squadra dei tecnici Enel ed i comitati contrari alle centrali geotermiche sul monte Amiata. “Un confronto impari sulla carta che invece si è rivelato un vero e proprio capovolgimento di fronte... davanti alle domande dei comitati è emersa l’assoluta incapacità dell’ente gestore di poter adeguatamente rispondere".
Alla vigilia del raddoppio si è svolto il previsto incontro tra la squadra dei tecnici Enel sotto il comando dell’ing. Montemaggi e quella solita dei brancaleone ambientalisti, a Firenze ore 8.30 del 18 luglio, in certi scantinati designati dalla Regione.
Levataccia alle 5 onde essere per tempo all’appuntamento che, anche se previsto dalla legge, è sembrato piuttosto strano in quanto le obiezioni, rimostranze, contestazioni, rilievi, critiche e quant’altro i comitati intendevano rivolgerli al Concedente, e cioè alla Regione che avrebbe dovuto cautelarsi e provvedere all’uso della risorsa geotermica e non al concessionario che è Enel, al quale è stato concesso di tutto e di più.
Ma tant’è, posto che è proprio il concessionario a cui la Regione ha in pratica demandato anche le funzioni di controllo e quant’altro, in mancanza di un'altra valida alternativa, ai rappresentanti dei comitati e del WWF non è restato che affrontare l’Enel sotto gli occhi della commissione giudicante e cioè i funzionari del settore Via della Regione.
Un confronto impari sulla carta che invece si è rivelato un vero e proprio capovolgimento di fronte. Alle domande puntuali e incalzanti dei Comitati (7 minuti per ciascun rappresentante e 7 minuti di risposta Enel) è emersa l’assoluta incapacità dell’ente gestore di poter adeguatamente rispondere al drammatico susseguirsi di domande. E di fatto l’entrata in funzione della centrale Bagnore 3 alla fine del 2000 (che insiste sulle foci del Fiora e cioè sul 70% dell’acquifero dell’Amiata) ha coinciso con il progressivo aumento dell’arsenico in tutto l’idropotabile amiatino.
Attualmente l’arsenico a S.Fiora è salito di poco oltre la soglia (invalicabile per l’OMS) di 10 e di fatto le fonti ‘minori’ si servono oramai da tempo dei prescritti abbattitori (spese a carico degli utenti naturalmente poiché l’aumento dell’arsenico è considerato ‘evento naturale’, formula magica universalmente adottata dai principali distruttori dell’ambiente). Tutto è riconducibile a questa formula, financo la frana del monte Toc (appunto perché perdeva tocchi…) nella diga del Vajont e ci volle tutta la tenacia e la perseveranza di un grande italiano, l’avv. Ascari per far condannare finalmente l’Enel al terzo grado di giudizio.
Ecco che gli ambientalisti amiatini hanno zittito la squadra dell’ing. Montemaggi proprio alla vigilia (fine agosto) in cui avverrà, in Conferenza dei Servizi, la pronuncia della Regione circa la VIA di Bagnore 4. Risultato immediato? Enel si è ben guardata dal commentare sulla stampa i gol incassati dai brancaleone ambientalisti ma ‘qualcuno’ è intervenuto presso le redazioni perché non ospitassero il comunicato stampa congiunto dei Comitati e del WWF Toscana.
Ma l’evento è a dir poco straordinario: la Regione titolare della concessione mineraria che di fatto per 50 anni e oltre ha demandato (a Enel!) le funzioni di controllo ed Enel che ha potuto agire indisturbata, anzi agevolata in tutto fino ad oggi! Con l’Arpat regionale la quale contro ogni evidenza testimonia quanto fa comodo a Enel che però sta perdendo l’altro partner fedelissimo, l’Acquedotto del Fiora. Ceroni, che fino a ieri difendeva a spada tratta la non ingerenza della geotermia sulla falda superficiale, improvvisamente è costretto a cautelarsi, troppe le evidenze contrarie.
La marcia fin qui trionfale delle armate geotermiche targate Enel, ha subito un arresto improvviso nello scontro con lo sparuto gruppo degli ambientalisti che hanno difeso con tenacia incredibile la loro terra (stante l’annosa acquiescenza e la resa degli amministratori).
I comitati in difesa dell’acqua e una parte sempre più avvertita e sempre più crescente dei 700.000 utenti dell’acquifero dell’Amiata si stanno rendendo conto del pericolo imminente. Rossi, il Presidente della Regione Toscana, deve prendere atto che è ora di smettere di tacciare di ‘fascisti’ chi non la pensa (in materia di ambiente) come lui. Ed Enel si deve accorgere che l’epoca bipartisan in cui dopo tutte le agevolazioni ottenute dal Pd regionale poteva ancora rivolgersi a Scajola e ottenere per decreto il prolungamento di tutte le centrali geotermiche, ebbene quest’epoca è finita.
E forse qualcosa più potente si è messo dalla parte nostra. Il patto Enel/Scajola che stava per riempirci di centrali nucleari è stato fortunosamente accantonato (ve la immaginate una centrale nucleare Enel Green Power, così era etichettato il nucleare nostrano, in Emilia?).
Non parliamo delle emissioni esiziali che collocano le centrali amiatine fra le più tossiche al mondo. Finalmente la Regione ha posto dei limiti stretti alle tonnellate di ammoniaca emessa ma i filtri subito approntati da Enel non riescono a raggiungere i limiti della drastica riduzione imposta. Che succederà?
Intanto le impari forze dei comitati amiatini sono riuscite a capovolgere il risultato dello scontro con Enel pilatescamente, è proprio il caso dirlo, demandato dalla Regione come interlocutore dei Comitati. Per ora la stampa tace sul comunicato inviato ai principali giornali. Qualcuno ha ‘consigliato’ di non farne menzione? Attenzione, questo è solo l’inizio, i piccoli ambientalisti sono cresciuti eccome. Ve lo può raccontare Enel…
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