di
Carlo Carlucci
15-12-2011
"C’è chi ripete che bisogna pur pagare un tributo alla 'crescita', che non si può più continuare a difendere il proprio giardino quando tocca a noi. Ma noi non difendiamo l’Amiata costi quel che costi". Da Carlo Carlucci, gli ultimi aggiornamenti sulla situazione della geotermia in Amiata.
In Amiata oramai si combatte l’ultima battaglia tra Enel Green Power, che mira a raddoppiare la produzione geotermica, e le varie associazioni ambientaliste, WWF e Italia Nostra di Siena incluse, che difendono a spada tratta un territorio unico.
Il primo dicembre la Regione Toscana ha invitato ad esporre le loro ragioni tutte le associazioni, rappresentanze di sindaci, etc. a Firenze presso un’apposita commissione. C’era naturalmente Enel che la faceva da padrone con sindacati e Confindustria che sembrano oramai aver abbracciato le stesse mete di Enel.
Sabato 3 dicembre, quindi due giorni dopo l’incontro in Regione, ecco il 'radioso' comunicato Enel su tutti i giornali e che riassumiamo per slogan: milioni di investimenti, geotermia pulita, volano di sviluppo, energia pienamente sostenibile, il raddoppio della produzione (leggi soprattutto Bagnore 4) l’occasione per il grande salto (dove?), forte sviluppo occupazionale (quando mai?), 286 ettari di serre riscaldate col vapore geotermico, etc.
Questa delle serre riscaldate a vapore è per esempio una utilizzazione estremamente positiva della geotermia a bassa entalpia e che potrebbe essere sviluppata su larga scala. Come è noto la geotermia a bassa e media entalpia non è dannosa per persone e ambiente.
Ai radiosi comunicati Enel/Pd obiettiamo: gli investimenti per il raddoppio di produzione sono d’obbligo in qualsiasi impresa economica, ma che si tratti di energia pulita è assolutamente contestato al punto che sindaco e giunta di Arcidosso non si dimostrano felici di ricevere il triplo dei fumi con Bagnore 4. Geotermia come volano di sviluppo? Ad oggi i comuni geotermici costituiscono le aree più povere e spopolate della Toscana: l’assioma geotermia/volano di sviluppo è dunque ancora tutto da dimostrare. E l’Enel qui aggiunge, bontà sua, che su 526 impianti geotermici nel mondo nessuno è a emissione zero. È certo, ma, ad esempio, le centrali geotermiche in Islanda sono infinitamente meno inquinanti di quelle amiatine e, aggiungiamo noi, disperse oltretutto su un territorio immenso e deserto. E poiché appunto (dati Arpat) le centrali dell’Amiata detengono tristi record di inquinamento, ci piacerebbe sapere dove sono localizzate le altre concorrenti.
Dai nomi ci pare che non insistano su luoghi popolati, non insistano come minaccia reale sopra sorgenti che servono come le sorgenti dell’Amiata 700.000 persone, non insistano su una terra ricca di storia, non insistano su un territorio (maremma) di incomparabile bellezza. Geotermia pulita? Ma non è che l’ennesimo, gentile eufemismo per una bugia colossale. A Larderello, dove la soglia di emissioni è quasi la metà di quelle che si registrano in Amiata, un residente ci ha detto che oramai la geotermia è quasi l’ultimo dei problemi rispetto a quelli che si sono aggiunti a seguito dello spopolamento e del degrado. A Monterotondo che segue a ruota Larderello, perso per perso, ci hanno installato una mega discarica o inceneritore che sia.
Geotermia pulita, volano di sviluppo, forte sviluppo occupazionale… ma per chi sono queste favole? Enel Green Power la nuova dicitura, con l’aggiunta green power appunto, era stata inaugurata alla vigilia del grande rilancio del nucleare in Italia, Scajola ministro patrocinante. Enel/Scajola, che binomio illuminante! Erano pronte anche le T-shirt che avrebbero inaugurato il nucleare green. Poi Fukushima.
Ora le nuove targhe Enel Green Power servono solo per l’eolico, il solare e il geotermico, che non è per l’appunto energia green, come la presenta e l’ha portata avanti l’Enel in Toscana, cioè in Italia.
Sulla soglia finalmente del vagheggiato raddoppio della produzione geotermica in Amiata, su tutta la stampa locale le lodi e le aspettative di tutti o quasi gli amministratori si sprecano. E cioè mentre è assodata l’equazione geotermia=degrado del territorio (è sufficiente anche solo una vista superficiale ai comuni geotermici diciamo storici, senza scomodare statistiche e studi) gli amministratori si riempiono la bocca con slogan del tipo "geotermia volano di sviluppo del territorio… sviluppi occupazionali..."
Ora senza nulla togliere a Larderello, a Montieri, insomma alla bellezza paesaggistica dei siti storici della geotermia, pre degrado ovviamente, l’Amiata è qualcosa di unico. Il complesso vulcanico domina maestoso la Toscana meridionale, l’alto Lazio e l’Umbria e la domenica, d’estate, è diventata sempre più la meta del turismo povero, quello della maggior parte degli italiani per intenderci che cercano un po’ di refrigerio dalle pianure sempre più assolate.
E le ex purissime acque delle fonti millenarie che registrano percentuali di arsenico via via crescenti al punto che i filtri (sabbia) diventano sempre più indispensabili? E i fumi esiziali che già ricadono sui centri abitati e che verranno triplicati su Arcidosso e Castel del Piano con l’entrata in funzione di Bagnore 4? C’è chi ripete che bisogna pur pagare un tributo alla 'crescita', che non si può più continuare a difendere il proprio giardino quando tocca a noi. Ma noi non difendiamo l’Amiata costi quel che costi. Se il petrolio costa sempre di più e ci vogliono fonti alternative e tra queste c’è la geotermia, pazienza. Ma dipende quale geotermia. Quella realizzata sin qui è semplicemente nefasta, oltremodo nefasta – leggi: veleni e perdita dell’acquifero.
Alla vigilia del pactum sceleris – come altro chiamarlo?- tra Enel e la Regione Toscana, tanti milioni in cambio del raddoppio (poi c’è un altro quasi raddoppio previsto fra una decina d’anni) l’avevamo detto e ripetuto: che fretta c’è? Si riconsiderasse con calma la cosa, i veleni normati e non, il bilancio (ancora da fare!) dell’acquifero, l’arsenico (sei anni trascorsi con le proroghe per l’acqua perfettamente inutili e senza i controprovvedimenti). Solamente dopo, garantita la sicurezza, si poteva prendere in considerazione l’eventualità di accordare altri permessi.
Ci hanno abbindolato e preso per i fondelli: nell’estate 2007, quando tutti pensavano alle vacanze, Regione e Enel firmavano l’accordo del secolo. Ma stessimo pur tranquilli, facciamo fare degli studi approfonditi… Sono passati 4 anni, il Grande Fardello Enel sta per dare il via alla centralona, sono stati fatti gli ‘studi’ e noi non siamo per niente tranquilli, anzi. A cominciare dall’acqua per finire con i fumi passando per i filtri AMIS. Tutti i dubbi sono rimasti sostanzialmente invariati, anzi aumentati. Ma si raddoppia! “Allegria!”, direbbe Mike.
La dott.ssa Bramerini assessore regionale all’ambiente e pedina regionale in questo gioco, ha pensato bene in questo frattempo di citare in giudizio tre ambientalisti di Abbadia, rei di una frase che lei ha ritenuto offensiva nei suoi confronti. Discutibile, ma decideranno i giudici, certamente non è stata tenuta in conto l’amarezza di queste persone per l’allora recentissima perdita (cancro al cervello, ‘geotermico’ a detta dei medici che lo avevano in cura) di un attivissimo compagno di lotta, Giuseppe Diemidio, che aveva messo in gioco tutto se stesso in difesa della ‘sua’ Montagna. Di cancro si muore qui un po’ di più, forse il 30% della media toscana. Il radon invisibile, presente di suo nelle zone vulcaniche, è rilevato 30/40 volte di più nelle fontanelle pubbliche.
L’Ars e l’Arpat se ne stanno interessando. E il radon (cancerogeno come pochi) nell’aria? C’è di suo o è in crescita esponenziale con le centrali esistenti? Cioè è in aumento a seguito delle trivellazioni profonde? Idem per la sua presenza in crescita nell’idropotabile. Altro aspetto certamente non secondario e fin qui trascurato. Presente all’incontro con la commissione incaricata delle indagini epidemiologiche, ricordo benissimo il responsabile che tranquillizzava tutti dicendo che eventuali anomalie sarebbero state attribuite agli stili di vita degli amiatini. Difatti, compiute le indagini, cancri e malattie varie ebbero un’unica causa: gli stili di vita. È mai possibile!?
Commenti