Oltre a Germania, Austria, Francia anche in Svizzera i Verdi hanno ottenuto un risultato eccezionale: sommati i due partiti di ispirazione ambientalista vanno oltre il 20% di voti. Nei commenti si dice che a questo risultato ha contribuito lo scioglimento dei ghiacciai delle montagne svizzere e quindi la preoccupazione per gli aspetti climatici è aumentata. Di certo hanno avuto un peso le manifestazione dei giovani ispirate da Greta Thunberg. Ma come mai, se pure in Italia si stanno ritirando i ghiacciai (ormai da anni), le alluvioni fanno morti e feriti ogni anno, l’inquinamento è alle stelle, il mare è una zuppa di plastica e gli eventi climatici estremi sono all’ordine del giorno, i Verdi hanno percentuali risibili?
E non ci sarebbe solo il negativo a favorire una svolta ambientalista; l’Italia è un paese che per la sua posizione geoclimatica potrebbe essere una delle Arabie Saudite delle energie rinnovabili. Invece nulla, i Verdi non solo non sfondano ma nemmeno le tematiche ambientaliste riescono a fare breccia.
Per quello che riguarda i Verdi, storicamente hanno portato avanti gli argomenti ambientalisti con la stessa logica dei partiti cioè l’occupazione di poteri e poltrone o poltroncine, vista la loro esigua forza. Hanno ragionato in correnti e lotte intestine fra capi e capetti, nonostante fossero quattro gatti e cercato alleanze con delle centro sinistre che erano la negazione assoluta delle politiche ambientali. L’assessore all’ambiente verde nelle città, il ministro dell’ambiente verde, erano simpatici orpelli di politiche portate avanti da amministrazioni e governi pseudo progressisti che asfaltavano qualsiasi cosa trovassero sul cammino della “crescita”. Oggi rifarsi una verginità da questo punto di vista, per i Verdi è assai difficile essendo stati spesso comparse di tale scempio.
Ma il vero tallone d’Achille del partito verde, che è anche un problema endemico italiano, è la scarsa concretezza, così come la mancanza di visione e idee forti per rendere centrale il messaggio ambientalista. Hanno avuto ministeri, assessorati, soldi pubblici come partito e nonostante tutto ciò non sono riusciti a creare nessuna struttura divulgativa degna di questo nome. Non una scuola di formazione ambientale, meno che mai un centro per le tecnologie alternative, un luogo anche simbolo dove le persone potessero andare a vedere e toccare con mano per convincersi che l’alternativa verde era percorribile, lungimirante, saggia e interessante. Così come avviene in vari paesi europei dove strutture simili sono prese d’assalto. Invece niente, zero, nulla di simile.
In passato poi erano ben pochi i verdi che avevano un impianto solare sul tetto o che sapessero almeno come funzionasse, anche a grandi linee. Come puoi parlare di ambiente se non sei tu il primo ad agire? Come difesa minima della debacle verde si può comunque dire che per la mentalità degli italiani l’ambiente non è certo un valore o ha particolare importanza. E questo lo si deve purtroppo anche all'azione della politica e dei media, che danno priorità a ben altri argomenti. Ci si accapiglia per problemi economici, di tasse, di pensioni quando fra un po’ non avremo nemmeno la sicurezza degli approvvigionamenti basilari di cibo ed energia. Il mondo sta collassando e noi siamo qui a discutere di autentiche assurdità con tanto di talk show, analisi del nulla e vuoti commenti infiniti. E l’ambiente ultimamente lo si prende in considerazione solo se può essere fonte di crescita, senza avere ben compreso che ambiente e crescita sono incompatibili.
Se i Verdi, o chi è convinto che l’ambiente sia un tema centrale, perseguiranno valori, idee, visione lungimirante, onestà intellettuale e concretezza, allora vedrà di sicuro i suoi consensi aumentare. Se la logica rimarrà quella di bottega, di carriere personali, di mantenimento di piccoli o grandi poteri, stipendi acquisiti, non solo non si andrà da nessuna parte ma spalancherà le porte a gente che finirà di distruggere il poco ambiente sano rimasto, con contorno di lodi alla razza e crociate contro gli infedeli. In fondo basterebbe essere lungimiranti e seri e si potrebbe anche correre il rischio di essere ricordati non come qualcuno fra i tanti rappresentanti politici ma fra chi ha dato una vera e concreta svolta rispetto alla catastrofe. Visto che di questa svolta c’è bisogno ora, non fra dieci, venti o cinquanta anni. Non vorrei proprio essere nei panni dei figli o nipoti di politici ed entourage vari, che si ritengono furbi e scaltri perché salvaguardano il proprio orticello e intanto preparano un futuro d’inferno per i loro cari.