di
Alessandra Profilio
08-04-2011
In Giappone è tornata la paura per un nuovo violento terremoto di magnitudo 7,4 gradi della scala Richter, il sisma più violento dopo la scossa di magnitudo 9 dell'11 marzo scorso. Il terremoto ha causato almeno 4 morti e oltre 130 feriti oltre ad aver provocato perdite di acqua radioattiva in tutti e tre i reattori della centrale nucleare di Onagawa. La vicenda Giapponese assume sempre più le sembianze di un disastro senza fine.
Un disastro senza fine appare quello che sta riguardando il Giappone dall'11 marzo scorso, giorno del doppio cataclisma che ha provocato più di 27 mila tra morti e dispersi oltre al danneggiamento, in particolare, della centrale nucleare di Fukushima.
Mentre le preoccupazioni del Paese del Sol Levante e quelle internazionali erano concentrate sul pericolo di una contaminazione radioattiva, ieri in Giappone è tornata la paura per un nuovo violento terremoto e il conseguente allarme tsunami.
La forte scossa è avvenuta alle 16.32 (ora italiana) e ha raggiunto una magnitudine di 7,4 gradi della scala Richter con epicentro a una sessantina di chilometri da Sendai, nel Giappone nord-orientale. L'allerta tsunami, immediatamente diramato, è stato in seguito revocato. Secondo un primo bilancio della Protezione Civile nipponica, il sisma ha causato almeno 4 morti e oltre 130 feriti.
Si tratta del terremoto più violento dopo la scossa di magnitudo 9 dell'11 marzo scorso. Come ha spiegato Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), “è sicuramente una replica, generata dalla stessa faglia all'origine del terremoto dell'11 marzo e vicina allo stesso epicentro di quel terremoto”. Selvaggi ha aggiunto che purtroppo non si possono escludere nuove repliche di questa magnitudo: “non è affatto detto che quella di oggi sia l'ultima”.
La violenta scossa ha provocato inoltre perdite di acqua radioattiva in tutti e tre i reattori della centrale nucleare di Onagawa, situata oltre un centinaio di chilometri a nord-est di Fukushima. La Tepco, il gestore dell'impianto già disattivato dopo il terremoto/tsunami dell'11 marzo, ha riferito che le perdite rilevate sarebbero 8-9, legate alle vasche di raffreddamento del combustibile spento dei reattori n.1 e 2. La società, tuttavia, ha precisato che non c'è stato alcun cambiamento dei livelli di radiazioni all'esterno della struttura. Ma, visto come sono state gestite le informazioni sulla sicurezza della centrale di Fukushima, è difficile dare ancora credito alle dichiarazioni della società privata giapponese.
La situazione più preoccupante sembra quella nel reattore numero due di Onagawa, dove non meno di 3,8 litri di liquido raffreddante contaminato dalla vasca di contenimento delle barre di combustibile nucleare esaurito, ma comunque radioattivo, si sono riversati sul pavimento. A causa del sisma, inoltre, due delle tre fonti di energia esterne sono saltate, lasciandone solo una al raffreddamento del combustibile spento le cui operazioni si sono fermate brevemente per poi ripartire.
Un'altra società elettrica, la Japan Nuclear Fuel, ha reso noto che nella centrale atomica di Rokkasho, situata nella prefettura di Aomori, è venuta a mancare la corrente elettrica di provenienza esterna, poi ripristinata. La stessa emergenza si è avuta nella centrale nucleare di Higashidori, dove la temporanea e parziale interruzione nella somministrazione esterna di elettricità ha causato un blocco nel sistema di raffreddamento delle barre esaurite, ripreso in seguito regolarmente.
Per quanto riguarda la disastrata centrale di Fukushima Daiichi 1, l'Agenzia per la sicurezza nucleare ha fatto sapere che il sisma di ieri non ha provocato ulteriori danni.
VAI AL DOSSIER SUL TERREMOTO GIAPPONESE E GLI INCIDENTI NUCLEARI