di
Alessandra Profilio
10-05-2011
Il primo ministro Naoto Kan ha chiesto la chiusura temporanea della centrale di Hamaoka, considerata uno degli impianti nucleari a più alto rischio sismico del Paese. Intanto un'altra fuga di gas contenente limitate quantità di materiale radioattivo è stata registrata due giorni fa nell'impianto nucleare di Tsuruga. E a Fukushima l'emergenza è tutt'altro che conclusa.
A poco meno di due mesi dal devastante terremoto/tsunami e dalla conseguente crisi nucleare di Fukushima, il primo ministro giapponese, Naoto Kan, ha chiesto la chiusura temporanea della centrale di Hamaoka, considerata uno degli impianti nucleari a più alto rischio sismico del Paese poiché situata sulla congiunzione di due placche tettoniche.
Il premier nipponico con un messaggio trasmesso in diretta tv ha chiesto formalmente al gestore dell'impianto, Chubu Electric Power Co., di fermare tutti i reattori ancora attivi nel sito. Naoto Kan ha chiesto di spegnere i reattori n.4 e n.5, gli unici attualmente in funzione, e di bloccare il riavvio dell'unità n.3, ferma per manutenzione dallo scorso novembre.
A spingere il governo alla sospensione totale delle operazioni, ha spiegato il premier, sono state le “insufficienti misure di sicurezza” dell'impianto nell'eventualità di una catastrofe. Nel suo annuncio il primo ministro giapponese ha fatto riferimento ad uno studio condotto dal governo secondo il quale nell'area dove sorge l'impianto di Hamaoka (circa 200 chilometri a sudovest di Tokyo) è atteso “in qualsiasi momento”, entro i prossimi 30 anni, un sisma di magnitudo 8 con una probabilità dell'87%.
La Chubu Electric Power ha dichiarato che rimetterà in attività la centrale dopo che il muro anti-tsunami e altre misure di sicurezza saranno approvate dalle autorità. Per questo però ci potrebbero volere due anni, il che espone il Giappone al rischio di carenza di elettricità.
Aumentano intanto le preoccupazioni dell'opinione pubblica per un'industria che fornisce circa il 30% dell'elettricità al Paese. Qualche giorno fa centinaia di persone a Tokyo hanno manifestato contro gli impianti nucleari in Giappone.
Intanto un'altra fuga di gas contenente limitate quantità di materiale radioattivo è stata registrata due giorni fa nella centrale nucleare di Tsuruga, nel Giappone occidentale. Secondo quanto riferito dall'operatore dell'impianto, Japan Atomic Power Co., non c'è stata alcuna ripercussione per l'ambiente. La perdita si è verificata da una tubazione dei gas di scarico del reattore n.2 ed è stata fermata. Il reattore n.2 era stato fermato manualmente qualche giorno fa per controlli in seguito alla scoperta di una concentrazione eccessiva di sostanze radioattive nell'acqua del sistema primario di raffreddamento.
Nel frattempo nella danneggiata centrale nucleare di Fukushima Daiichi, gli alti livelli di radiazioni che sono stati rilevati nell'edificio del reattore 1 potrebbero portare all'interruzione dei lavori per raffreddare il reattore. Il 5 maggio per la prima volta dall'esplosione di idrogeno del 12 marzo scorso, i tecnici della Tepco erano entrati nel reattore con l'obiettivo di mettere a punto un sistema di ventilazione in grado di ridurre il livello di radioattività nell'aria all'interno dell'edificio che ospita il reattore.
Considerati gli alti livelli di radiazioni riscontrati nell'edificio del reattore 1, la Tepco deve ora trovare altre soluzioni per bloccare l'esposizione alle radiazioni, altrimenti i lavoratori non potranno restare all'interno del reattore il tempo necessario per mettere sotto controllo l'impianto.
Un altro grave pericolo per i liquidatori è rappresentato dagli alti livelli di stronzio radioattivo registrati dalla Tokyo Electric Power Company nel suolo all'interno del complesso della centrale di Fukushima. Lo stronzio può causare il cancro, dal momento che tende ad accumularsi nelle ossa una volta inalato.
Un centinaio di abitanti del villaggio Kawauchi non lontano dalla centrale, a meno di 20 chilometri a sudovest da Fukushima, sono stati autorizzati a recarsi brevemente nelle loro case per la prima volta dall'incidente nucleare, per recuperare le loro cose e accudire gli animali. Migliaia di cani, gatti, mucche e polli sono rimasti nel villaggio dopo l'evacuazione decretata in seguito all'incidente nucleare.
Dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA) arriva intanto la notizia che entro due anni l'acqua radioattiva sversata dalla centrale di Fukushima potrebbe raggiungere la costa occidentale degli Stati Uniti d'America. In base ad analisi provenienti dal Giappone e da altre fonti, l'acqua contaminata potrebbe espandersi in tutto l'Oceano Pacifico, attraverso la corrente di Kuroshio, e raggiungere la costa nord-americana già entro l'anno prossimo. Nei prossimi due o tre anni secondo l'AIEA tracce di cesio 134 e 137 potrebbero essere ritrovate lungo tutte le coste del Pacifico.