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Il 27 maggio scorso il gruppo di danza Giniclandestini ha danzato a Milano, in Piazza Bande Nere, per l'acqua libera e l'energia pulita che tutti noi siamo chiamati a difendere con i referendum del 12 e 13 giugno.
Il 27 maggio scorso il gruppo di danza Giniclandestini ha danzato a Milano, in Piazza Bande Nere, per l'acqua libera e l'energia pulita che tutti noi siamo chiamati a difendere con il referendum del 12 e 13 giugno.
Dal 2008 i Giniclandestini hanno ballato, estemporanei e poetici, a Milano in Piazza Montebello, in Piazza Affari, in Piazza Santa Francesca Romana, al parchetto in via Morgagni, in Piazza Lima, in via Moscova sul ponte di ferro in Porta Genova, al parco Baden-Powell, in Piazza Bande Nere.
Si chiamano 'gini' perché come ballerini hanno dei limiti, ciascuno il suo; sono 'clandestini' perché danzano mascherati e poi scappano. Il loro obiettivo non è quello di diventare famosi ma bloccare per un attimo la fretta della città e vedere gli sguardi perplessi, diventare stupiti, divertiti, quasi commossi.
Il gruppo trae ispirazione da Luigi Facciuto, ballerino classico nell'America degli anni ’50 e fondatore della prima scuola di jazz codificato. In seguito ad un grave incidente d'auto, il ballerino riuscì a guarire attraverso la fluidità del movimento. La sua tecnica è frutto della volontà di un uomo che ha creato una danza in grado di far suonare il corpo come uno strumento musicale.
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