Nelle farneticazioni a ritmo costante che politici e opinionisti di ogni risma producono sull’argomento immigrazione, c’è chi parla di un disegno di sostituzione della nostra etnia. Questa è una dichiarazione che fa ridere, perché siamo così felici e orgogliosi della società che abbiamo costruito e di perpetuare la nostra propria “etnia”, che noi di figli non ne facciamo più, a prescindere da chi arrivi in Italia.
Si tratta di ben altra sostituzione in atto, non certo etnica.
Altra fandonia è che gli immigrati siano in qualche modo artefici di un piano per fare fuori la nostra civiltà cristiana. Un disegno c’è ma non ha connotazioni etniche, razziali o religiose; è invece quello della finanza e del capitalismo nazionale e internazionale che, dall’arrivo degli immigrati e tutte le relative problematiche che ne conseguono, ha solo e sempre da guadagnarci, in ogni senso. I paesi ricchi del nord ovest del mondo con le loro politiche finanziarie ed economiche affamano e impoveriscono molti dei paesi di provenienza degli immigrati. Successivamente si servono delle persone che arrivano qui da noi per sfruttarle ben bene e farle diventare consumisti ottimali facendogli comprare ogni tipo di prodotto. Inoltre gli immigrati sono l’ingrediente perfetto per originare governi obbedienti agli ordini di capitalisti senza scrupoli e della finanza nazionale e internazionale di cui sopra.
Affinché le politiche di questi governi trovino attuazione in modo ottimale, si applica il solito giochetto del “dividi et impera”. Accogliere migranti e rifugiati in un paese come l’Italia, che è l’apoteosi della disorganizzazione e della corruzione, significa fare scoppiare tante piccole guerre civili laddove le persone potrebbero magari invece protestare per avere diritti e condizioni migliori.
Senza una reale pianificazione e organizzazione, si piazzano un po’ ovunque persone totalmente disorientate provenienti da paesi con culture e usi diversi dai nostri e la miccia è accesa: tutti contro tutti. Oggi gli immigrati sono il mezzo migliore e l’ottimale specchietto per le allodole perché ci si massacri fra simili e per far sì che nessuno guardi in alto a chi se la ride e muove i fili.
Analizzando poi la problematica da un'altra angolatura, l’immigrazione lungi dall’essere una sciagura è il migliore toccasana per l’economia in crisi, per gli industriali, per lo Stato e i motivi sono molteplici. Si importano schiavi senza nemmeno doverli pagare, che vengono sfruttati come bestie e con questo si tiene basso il costo del lavoro e si ricattano tutti gli altri lavoratori. Chi si ribella viene subito sostituito, tanto qualche disperato che lavora senza dare fastidi lo si trova sempre. Da questa prassi ci guadagnano lautamente mafia, imprenditori e sfruttatori di ogni risma.
Inoltre gli immigrati fanno molti lavori duri che noi non vogliamo più fare mandando avanti una parte non indifferente del paese. Immaginate se non ci fosse più nessuno schiavo che per esempio si occupasse di raccogliere i nostri ortaggi, la nostra frutta e mungere le nostre mucche. I prodotti al supermercato (ammesso che mai ci arrivassero e si trovassero abbastanza italiani disposti a fare il lavoro degli schiavi) costerebbero il triplo di quelli biologici. Gli immigrati sono l’investimento economico statale più remunerativo da ogni punto di vista.
Per un popolo come il nostro che invecchia sempre di più, gli immigrati sono fondamentali per pagarci le pensioni, fanno i figli che noi non facciamo più e soprattutto sono i migliori consumatori pronti a sostituirci, dato che ormai avendo noi comprato di tutto facciamo fatica a continuare a comprare ancora al ritmo folle della pubblicità. E’ questa la vera sostituzione in atto, gli immigrati ci sostituiscono come consumatori e sono assolutamente indispensabili per i mercati e i mercanti. Infatti chi non ha niente e arriva da condizioni di privazioni e disperazione è ovvio che parte da zero e ha una vita di consumo davanti. Inoltre così, come abbiamo fatto noi quando eravamo immigrati, si ammazzeranno di lavoro e accetteranno qualsiasi sopruso e fatica pur di arrivare allo stesso livello di consumo degli "ariani". Quindi gli immigrati, lungi da essere nemici o attentatori di questa o quella razza più o meno pura, sono la salvezza del nostro PIL. Ma ovviamente nessun politico dirà mai niente del genere perché la grande maggioranza degli immigrati non vota e, soprattutto, meglio che non abbiano importanza e diritti, così si possono spremere fino all’ultima goccia e utilizzare per ogni scopo. E quando gli immigrati arrivano a poter votare, si sono nel frattempo così bene “integrati” che voteranno chi vuole cacciare a pedate i nuovi arrivati. Non c’è forse un leghista nero che siede in Parlamento?
Ricapitolando, provate a immaginare un paese senza immigrati, migliaia di anziani allo sbando senza le preziose badanti, prezzi alle stelle senza schiavi che tengono basso il costo di molte merci, economia ancora più in crisi senza i nuovi consumatori e pensioni che non si possono pagare senza nuovi lavoratori. Risultato: caos sociale e crollo verticale del PIL.
L’immigrato quindi è l’ingrediente indispensabile per raggiungere tutti gli scopi dei soliti padroni del vapore e se non ci fosse saremmo veramente messi male secondo i famosi e sacri parametri del PIL, cioè gli stessi a cui si genuflettono tutti i governi di destra, centro o sinistra che siano, uniti nell’officiare la religione della crescita. Se si volessero fermare i flussi migratori non c’è altra soluzione e politica che cambiare la società di consumo e rapina. A chi ci vuole vendere tutto infatti non importa niente se siamo gialli, neri, blu a pallini, se crediamo in Budda, Allah, Cristo o ai Pokemon; l’importante e che si comprino i prodotti. Volete la prova definitiva? Guardate le pubblicità: sono sempre più popolate da persone di colore o dai tratti somatici asiatici. Il messaggio è chiaro, vendiamo a chi arriva qui e ai nuovi mercati dell’Asia.
il Gruppo Benetton, profondo nord est, è bene sottolinearlo, precursore per eccellenza e massimo sfruttatore mediatico di tragedie altrui per la vendita dei propri prodotti, ci dà una prova lampante di quanto ho scritto; e ce la dà con una pubblicità che è di una evidenza impressionate. Venite, venite, vi stiamo aspettando per vendervi di tutto.