di
Alessandra Profilio
30-09-2011
A distanza di un anno e mezzo dall'esplosione della Deepwater Horizon, una chiazza d'olio è stata avvistata nel Golfo del Messico, dove il 20 aprile 2010 è avvenuto il disastro. Il sospetto è che la macchia d'olio provenga dalle macerie della piattaforma petrolifera.
A distanza di un anno e mezzo dall'esplosione della Deepwater Horizon, una chiazza d'olio è stata avvistata nel Golfo del Messico, dove il 20 aprile 2010 è avvenuto il disastro. Il sospetto è che la macchia d'olio provenga dalle macerie della piattaforma petrolifera.
In seguito all'avvistamento, la Guardia costiera ha emesso un avvertimento per la società Transocean, proprietaria della piattaforma, affermando che “può essere finanziariamente responsabile per le spese di rimozione dei detriti e dei danni”. La società tuttavia ha negato ogni responsabilità spiegando che la compagnia petrolifera britannica Bp, in quanto operatore, è responsabile della fuoriuscita dei liquidi. La Bp, a sua volta, ha preso le distanze dall'episodio.
Anche in questo caso assistiamo dunque ad un rimbalzo di colpe tra le due società, la Bp e la Transocean, coinvolte in una disputa legale sulle rispettive responsabilità per l'esplosione che ha provocato la morte di undici persone e la dispersione di circa 5 milioni di barili di greggio nel mare.
Secondo il rapporto finale del governo americano recentemente diffuso le società Bp, Transocean e la società appaltatrice Halliburton (in quanto contractor della Bp) condividono la responsabilità del disastro ambientale e delle vittime causate dall’esplosione che ha portato all’affondamento della piattaforma Deepwater Horizon.
Al di là dell'accertamento delle responsabilità quel che appare sempre più come una triste certezza è che, come confermato anche da diverse ricerche, il disastro avvenuto nel Golfo del Messico avrà conseguenze sull'aria, l'economia, e la vita animale e vegetale dell'area per anni e anni.