Le associazioni ambientaliste e quelle legate al settore agricolo hanno mostrato interesse e speranza nei confronti del nuovo governo tecnico in carica coordinato da Mario Monti. Ma dopo gli auguri e le congratulazioni, ai nuovi ministri dell'Ambiente e dell'Agricoltura sono state indirizzate richieste puntuali. In cima alla lista: clima, efficienza energetica, difesa del territorio, tutela della biodiversità.
Le associazioni ambientaliste e quelle legate al settore agricolo hanno mostrato interesse e speranza nei confronti del nuovo governo tecnico in carica coordinato da Mario Monti. Ma dopo gli auguri e le congratulazioni ai nuovi ministri dell'Ambiente e dell'Agricoltura sono state indirizzate richieste puntuali. In cima alla lista: clima, efficienza energetica, difesa del territorio, tutela della biodiversità.
“Dal dottor Clini ci aspettiamo che il suo impegno nel gabinetto Monti possa segnare una svolta positiva e un cambio di direzione nelle politiche italiane sull’ambiente a partire da quelle sui cambiamenti climatici che, fino ad oggi, sono state portate avanti secondo una linea di sostanziale freno rispetto agli obiettivi europei di riduzione delle emissioni e di sviluppo delle rinnovabili e dell'efficienza. Quella sulla riduzione delle emissioni climalteranti è una partita importantissima dalla quale dipendono tutti gli equilibri del pianeta, anche economici, e per questo ci aspettiamo che vengano del tutto abbandonate le tesi negazioniste circolate e sostenute fino ad oggi. Ci auguriamo che il nuovo ministro possa segnare una sostanziale discontinuità, per riuscire finalmente a battere gli interessi degli inquinatori, nell'interesse generale del Paese”.
Così Greenpeace, Legambiente e WWF commentano la nomina di Corrado Clini alla guida del Ministero dell’Ambiente e Tutela del Territorio e del mare.
“Ci aspettiamo che – hanno aggiunto le associazioni – da profondo conoscitore della macchina ministeriale, Clini possa restituire anche il ruolo e il profilo da protagonista che il Ministero dell’Ambiente ha perso negli ultimi anni e rilanciarlo come dicastero strategico per uscire dalla crisi economica, dando un vigoroso impulso alla green economy e affrontando seriamente il dissesto idrogeologico. Il Ministero dell’Ambiente – concludono Greenpeace, Legambiente e WWF –così come quello dei Beni culturali sono una fucina strategica per il Paese ed è positivo che siano stati mantenuti così come che sia stato istituito un Ministero per la Coesione Territoriale affidato a una figura di grande competenza”.
Anche da Marevivo arriva l’apprezzamento per il neo ministro all’Ambiente che l’associazione definisce “Competente, di pluriennale esperienza anche in campo internazionale e che ben conosce le problematiche ambientali del Paese, ha sempre dimostrato una particolare attenzione alle questioni dello sviluppo sostenibile”.
Tra le associazioni, il WWF ha augurato poi esplicitamente buon lavoro al nuovo Presidente del Consiglio, Mario Monti, e alla sua compagine governativa, “nella speranza che il nuovo Esecutivo possa finalmente inaugurare un approccio strategico che, sin da subito, intrecci la ripresa economica con lo sviluppo sostenibile, la decarbonizzazione e la messa in sicurezza del territorio”. Queste le parole di Stefano Leoni, presidente del WWF Italia, in una nota.
L’associazione ha espresso gli auguri più sentiti anche a Mario Catania, neo ministro alle Politiche Agricole e Forestali che “per il suo profilo professionale e ruolo nel MIPAAF, risulta la persona ideale per portare avanti il negoziato europeo per la nuova Politica Agricola Comune (PAC) che ‘vale’ per l’Italia – insieme allo sviluppo rurale - circa 6 miliardi di euro e che impegna il 40% del bilancio dell’Unione Europea, rappresentando con gli altri fondi UE una delle poche risorse economiche disponibili per il periodo 2014-2020. Ci auguriamo inoltre che il neoministro si adoperi per un’efficace riforma della Politica Comune della Pesca (PCP) per una pesca sostenibile” scrive l’associazione in un comunicato”.
“Il WWF – ha detto Stefano Leoni - si augura di poter avere uno scambio proficuo con gli altri dicasteri, a cominciare da quello dello Sviluppo Economico e Infrastrutture e da quello degli Affari Esteri. Guardiamo anche con speranza e attesa al nuovo Ministero per la Cooperazione, guidato da una personalità forte e autorevole come Andrea Riccardi, e al nuovo ministero per la Coesione Territoriale, guidato da una persona competente come Fabrizio Barca, che potrà svolgere un ruolo chiave per lo sviluppo sostenibile e la messa in sicurezza del territorio”.
"Il Presidente Monti dia subito un segno importante, attivandosi per un budget europeo ecologico e innovativo. Solo così si esce davvero dalla crisi" ha affermato poi la LIPU-BirdLife Italia a proposito dei lavori per il nuovo budget europeo, avviati a Bruxelles e che vedranno partecipe, nelle prossime settimane, anche il neo Governo italiano.
"Proprio nelle ore in cui il Governo Monti muove i primi passi – ha dichiarato Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU - in Europa si discute il Multiannual Financial Framework (MFF), cioè il budget dell'Unione europea per il periodo 2014-2020. Si tratta di un'occasione fondamentale per rendere le nostre economie più verdi e sostenibili e per dare un primo segno di discontinuità con quel tipo di politica che, schiacciato da mercati e vecchie logiche economiche, ci ha condotto nel pieno della crisi.
Per questo abbiamo scritto al Governo italiano, chiedendo al Presidente Mario Monti e all'intera compagine governativa, di adoperarsi affinché l'Europa e ovviamente l'Italia sappiano investire in politiche che rafforzino l'efficienza energetica, puntino su un uso corretto delle energie rinnovabili, tutelino la biodiversità e recuperino quegli straordinari patrimoni storici, culturali, territoriali e di intelligenza di cui l'Italia e l'Europa sono ricchissime” ha spiegato Capria.
"In particolare – ha aggiunto il presidente Lipu - abbiamo chiesto che il 25% del budget Ue sia destinato alla protezione del clima e il 10% destinato alla biodiversità e agli ecosistemi, specialmente sui siti di rete Natura 2000. Abbiamo inoltre ricordato l'importanza di una Politica agricola comune sostenibile, di infrastrutture e pianificazione rispettose dell'ambiente e di un incremento dei fondi Life. Solo un'Europa della natura e della qualità - conclude Mamone Capria - può far fronte alle sfide gigantesche del futuro. E per questo, le decisioni sul budget 2014-2020 saranno davvero fondamentali. Il Presidente Monti dimostri da subito di avere l'idea di un'Europa diversa, migliore e finalmente proiettata verso un futuro di speranza".
E a margine della conferma del nuovo governo tecnico si sono mosse anche le associazioni agricole. “Per l’agricoltura italiana è necessario un forte momento di discontinuità. Serve una politica incisiva e condivisa con le parti sociali, che affronti i problemi strutturali, recuperi competitività al settore, valorizzando le sue forti potenzialità intrinseche. Ma prima di tutto è indispensabile acquisire una comune visione strategica dell’agricoltura Made in Italy”. Lo sottolineano Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri che hanno consegnato un documento congiunto sulla riforma della Politica Agricola Comune al presidente incaricato Mario Monti in occasione delle consultazioni con le forze sociali.
“Investire sul valore del Made in Italy agroalimentare, pressing sul negoziato europeo di riforma della politica agricola, garantire parità di condizioni nella concorrenza lungo la filiera agroalimentare. Sono queste le tre priorità per l’agricoltura italiana che il Governo e il nuovo Ministro delle Politiche Agricole dovranno affrontare" ha affermato Sergio Marini, presidente della Coldiretti, intervenuto a nome delle quattro organizzazioni agricole.
Per Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri "occorre un quadro normativo e comportamentale che eviti il dumping sociale e ambientale e l’uso improprio del ‘marchio Italia’ e dei nostri territori nelle produzioni agroalimentari riconoscendo il Made in Italy quale leva competitiva del Paese in grado di valorizzare il lavoro, il capitale e il territorio italiano”.
“Occorre - hanno continuato Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Copagri - una presenza forte e qualificata a Bruxelles per condurre con determinazione il negoziato sulla riforma della politica agricola comune dove l’Italia rischia di perdere 1,4 miliardi di euro dal 2014 al 2020 con effetti sulla competitività delle nostre imprese rispetto a quelle degli altri Paesi. Infine, è necessario un quadro normativo che garantisca condizioni di vera concorrenza lungo la filiera agroalimentare e una semplificazione amministrativa non più rinviabile”.
Fonti: Wwf, Legambiente, Greenpeace, Lipu, Marevivo, Coldiretti
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