di
Alessandra Profilio
01-08-2012
Si svolge oggi la prima udienza del Tribunale del Riesame sull'istanza di dissequestro probatorio della struttura presentata da Green Hill, che sostiene di aver sempre lavorato nel pieno rispetto delle leggi. Proseguono intanto le operazioni di affido dei cani coordinate da Lav e Legambiente, con l'obiettivo di garantire al maggior numero possibile di cani reduci da Green Hill una vita serena.
Si svolge oggi la prima udienza del Tribunale del Riesame sull'istanza di dissequestro probatorio della struttura presentata da Green Hill, che sostiene di aver sempre lavorato nel pieno rispetto delle leggi. Lav e Legambiente si sono dette “fiduciose che in forma e sostanza non vi siano elementi per poterla accogliere”.
Da due anni al centro di numerose polemiche, l'allevamento di beagle destinati alla vivisezione è stato sequestrato il 18 luglio scorso per maltrattamento di animali. Nei giorni successivi al sequestro sono quindi scattate le operazioni di affido dei cani coordinate da Lav e Legambiente con l'obiettivo di garantire al maggior numero possibile di cani reduci da Green Hill una vita serena e piacevole.
Insieme alla Lav e a Legambiente sta lavorando anche l'Enpa, che ha dato la piena disponibilità ad accogliere presso le proprie strutture qualsiasi tipo di cane con l’obiettivo di trovare una casa per tutti i 2.400 beagle. Dal momento che si tratta di animali 'particolari' cresciuti in spazi ristretti, la Protezione Animali ha previsto il supporto gratuito di veterinari comportamentalisti e di educatori cinofili con formazione cognitivo-zooantropologica che seguiranno da vicino le famiglie affidatarie. Le richieste di adozione possono essere presentate online tramite i siti Internet delle associazioni che stanno gestendo l'operazione.
La prima che ha lasciato l'allevamento si chiama 'Vegan Libera Tutti' e ha 4 anni. La cagnetta è stata affidata ad un membro del coordinamento 'Salviamo i cani di Green Hill', Giuliano Floris. Come spiega l'Enpa l'attivista negli ultimi tre anni si è battuto strenuamente per la liberazione dei 2.400 animali detenuti, fino ad arrivare a salire sul tetto della struttura come gesto estremo di protesta.
Come ha spiegato il direttore scientifico dell'Enoa Ilaria Ferri, 'Vegan Libera tutti', così come gli altri cani adulti dell''allevamento lager, porta tutti i segni psicologi e comportamentali della lunga detenzione. Per la cagnetta inizierà adesso un impegnativo percorso di recupero finalizzato ad una piena riabilitazione.
LAV e Legambiente, che stanno eseguendo la disposizione della Procura della Repubblica di Brescia di affido dei cani, denunciano intanto che un cane è morto ieri mattina presso una clinica veterinaria cittadina e che un altro versa in gravissime condizioni. Le associazioni, custodi giudiziari dei cani in uscita dall'allevamento sotto sequestro probatorio, hanno dunque chiesto disposizioni alla Procura per gli accertamenti dovuti sul corpo dell'animale.
La sera del 30 luglio i due cuccioli di beagle erano giunti in ambulanza veterinaria presso l'area Sos Green Hill allestita in questi giorni a Montichiari e sottoposti a controllo veterinario. Uno dei veterinari del team delle associazioni, constatandone le gravissime condizioni, ne aveva disposto l’immediato ricovero. Stabili sono invece le condizioni degli altri due beagle ricoverati nel pomeriggio di ieri in un'altra clinica veterinaria, seguendo le richieste dei medici veterinari delle associazioni.
In vista dell'udienza di oggi le operazioni di affido sono state momentaneamente sospese, ma riprenderanno domani mattina.
“Si tratta di un'operazione complessa. Questi animali - hanno spiegato Gianluca Felicetti di Lav e Nino Morabito di Legambiente - sono solo il simbolo degli 836 mila animali che ogni anno sono usati per la sperimentazione”.
Intanto però arriva la notizia di un nuovo importante successo dell’Enpa e della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente nella battaglia contro la sperimentazione animale. La Protezione Animali ha reso infatti noto che è stata annullata la spedizione di cinquanta macachi provenienti dalle Barbados e destinati ai laboratori italiani di una multinazionale del farmaco. Lo stop è arrivato in seguito alle proteste dell’Enpa che aveva ipotizzato una grande mobilitazione animalista contro l’arrivo delle scimmie in Italia.
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