di
Alessandra Profilio
09-05-2012
In oltre 70 città del mondo animalisti e attivisti sono scesi ieri in piazza in occasione della Giornata mondiale contro la vivisezione e per chiedere la chiusura di Green Hill, l'allevamento di cani beagle per la sperimentazione che si trova a Montichiari.
Da New York ad Amsterdam, da Londra a Parigi, passando per Varsavia, Bruxelles, Madrid, Atene, Cape Town, Adelaide e Claj Napoca, in Romania. In oltre 70 città del mondo animalisti e attivisti sono scesi ieri in piazza in occasione della Giornata mondiale contro la vivisezione e per chiedere la chiusura di Green Hill, allevamento di cani beagle per la sperimentazione che si trova a Montichiari. Presidi e proteste si sono tenuti al di fuori dei consolati e delle ambasciate italiane nelle principali capitali mondiali.
Ad accendere i riflettori mondiali sull'allevamento di Green Hill è stato il 28 aprile scorso il blitz di centinaia di attivisti, riusciti a penetrare nella struttura, che ha portato alla liberazione di alcuni cuccioli, che ora stanno bene. I dodici animalisti fermati dopo aver divelto le recinzioni di Green Hill e liberato 25 cani destinati alla sperimentazione sono stati in seguito rilasciati.
Ad annunciare la Giornata mondiale contro Green Hill e la vivisezione è stato il Coordinamento Fermare Green Hill che ha ricordato che l’86% degli italiani è contrario alla vivisezione, vuole che l'allevamento di Montichiari venga chiuso subito ed ha applaudito alla liberazione dei cani da quell’inferno.
Per l'evento è stato scelto l’8 maggio perché il giorno seguente, oggi 9 maggio, la XIV Commissione del Senato esaminerà gli emendamenti al testo dell’articolo 14 per il recepimento della Direttiva europea sulla sperimentazione animale.
“Green Hill assassini e torturatori”, “nessuna pace per gli aguzzini”, “basta vivisezione è ora di agire per la liberazione”. Questi alcuni degli slogan scanditi dai manifestanti che si sono dati ieri appuntamento a Brescia, dove la protesta si è tenuta a partire dalle 15 in corso Zanardelli. Qui gli attivisti hanno anche distribuito volantini ai passanti e raccolto firme per chiedere la chiusura dell'allevamento.
Anche a Napoli cani e padroni sono scesi in piazza per partecipare alle iniziative per la chiusura della Green Hill e per il boicottaggio dei campionati europei di calcio previsti in Polonia ed Ucraina dove, secondo le denunce delle associazioni mondiali a difesa degli animali, “si sta perpetuando una vera e propria mattanza dei cani e gatti randagi”.
Anche a Milano, nei giardini di via Palestro, si è tenuta una manifestazione alla quale ha preso parte anche l'ex ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla che, parlando dei 2500 beagle detenuti nel lager di Montichiari ha affermato: “non sono prodotti, come li chiamano i dirigenti di Green Hill e non sono cavie da laboratorio, come li definiscono certi ricercatori. Sono solo dolcissimi cuccioli che hanno diritto alla vita e non devono terminare la propria esistenza tra atroci sofferenze, sui tavoli dei laboratori di vivisezione di mezza Europa”.
Michela Brambilla ha poi dichiarato di confidare nel fatto che il Senato dia corso alla rapida approvazione della legge comunitaria che all'art 14 contiene la norma da lei scritta e che comporterà la chiusura di Green Hill, “il divieto di allevamento di cani, gatti e primati destinati alla sperimentazione su tutto il territorio nazionale”.
La Camera dei deputati ha già licenziato il testo votando a larga maggioranza e, in quella sede, la norma Brambilla aveva ottenuto anche il parere favorevole dei ministeri della Salute e delle Politiche comunitarie oltre che di tutte le commissioni di merito.