Caccia balene, Greenpeace al Giappone chiede lo stop definitivo

"Il rientro anticipato della spedizione baleniera non è sufficiente. Questa flotta non deve ripartire mai più!". In seguito allo stop alla stagione di caccia annunciato la scorsa settimana dal ministero della Pesca giapponese, Greenpeace chiede al Giappone di chiudere definitivamente questa crudele attività.

Caccia balene, Greenpeace al Giappone chiede lo stop definitivo
Greenpeace chiede al governo del Giappone di chiudere definitivamente la caccia baleniera e di riaprire le indagini sulle corruzioni e gli scandali che caratterizzano questa vergognosa attività. Lo stop, annunciato sabato 18 febbraio dal ministero della Pesca giapponese chiude quella che, come previsto, è stata la stagione di caccia più corta di sempre. “Quest'annuncio storico conferma quel che tutti sanno già: la caccia baleniera giapponese non serve né al commercio né alla scienza - afferma Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace -. Tutto quel che l'uccisione di migliaia di balene ha prodotto sono quasi 6000 tonnellate di carne nei frigoriferi giapponesi, lo spreco di danaro dei contribuenti giapponesi e una corruzione diffusa. Il rientro anticipato della spedizione baleniera non è sufficiente. Questa flotta non deve ripartire mai più!”. Un sondaggio commissionato da Greenpeace nel 2008 - realizzato dal Nippon Research Center Ltd. (parte della Gallup International Association), dimostra che oltre il 70 per cento dei giapponesi non sostiene la caccia alle balene in Antartide. Due attivisti di Greenpeace, Juniki Sato e Toru Suzuki, sono stati recentemente condannati per aver mostrato alla stampa e alla giustizia giapponese le prove del contrabbando di carne di balena da parte della ciurma della flotta baleniera. Greenpeace continua a lavorare in Giappone per mostrare ai cittadini quel che si nasconde dietro questa caccia insensata: una truffa! Sato e Suzuki hanno presentato appello contro la loro incredibile condanna decisa assieme alla chiusura, senza alcun approfondimento, delle indagini sul contrabbando di carne di balena. Nel frattempo, il ministero della Pesca del Giappone ha ammesso che cinque dei suoi funzionari, a bordo della flotta baleniera, hanno accettato costosi 'regali' di carne di balena. “I cittadini giapponesi non vogliono essere forzati a mangiare carne di balena e a pagare per sostenere un'industria corrotta e morente - aggiunge Monti - Greenpeace chiede che siano immediatamente riaperte le indagini sul contrabbando di carne di balena portato alla luce ben tre anni fa da Sato e Suzuki e che il Giappone si attivi per una reale tutela degli oceani del Pianeta”. Greenpeace si oppone a ogni tipo di caccia baleniera commerciale, ovunque nel mondo, e sta lavorando per mostrare agli ignari contribuenti giapponesi la corrotta realtà di questo scempio industriale che viene spacciato per 'ricerca scientifica'.

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