Greta Thunberg nominata "Ambasciatore della coscienza"

La sedicenne attivista svedese Greta Thunberg e il movimento studentesco per l'ambiente Fridays for future sono stati nominati "Ambasciatori della coscienza per il 2019" da Amnesty International. La scelta dopo le mobilitazioni per contrastare i cambiamenti climatici.

Greta Thunberg nominata

La sensibilizzazione operata dalla sedicenne svedese Greta Thunberg ha qualcosa di sensazionle: la sua iniziativa per risvegliare l’opinione pubblica sulla crisi del clima, iniziata nell’agosto del 2018 con lo sciopero dalle lezioni e le proteste davanti ai palazzi istituzionali, è diventata rapidamente globale. Oltre un milione di studenti di ogni parte del mondo ha preso parte all’ultimo sciopero dei “Fridays for future” del 24 maggio scorso e tantissimi avevano partecipato al precedente, il 15 marzo. Le manifestazioni si sono svolte in oltre 100 paesi.

E ora quindi arriva il riconoscimento di Amnesty International, che ha nominato Greta e il movimento "Ambasciatori della coscienza 2019".

“Siamo onorati e commossi dalla determinazione con cui i giovani attivisti di ogni parte del mondo ci stanno obbligando a confrontarci con la realtà della crisi climatica – ha dichiarato Kumi Naidoo, segretario generale di Amnesty International – Ogni giovane che prende parte ai Fridays for future rappresenta ciò che significa agire con la propria coscienza. Sono loro a ricordarci che abbiamo più potere di quello che immaginiamo e che possiamo avere un ruolo nella protezione dei diritti umani di fronte alla catastrofe climatica“.

“È un grande onore ricevere il premio Ambasciatore della coscienza di Amnesty International a nome dei ‘Fridays for future’ – ha detto Greta Thunberg – Questo non è un premio per me, è un premio per tutti. È incredibile vedere quante persone si sono mobilitate e sapere che ciò per cui stiamo lottando sta avendo un impatto. Agire secondo la propria coscienza – ha proseguito la giovane attivista – vuol dire che tu lotti per qualcosa che pensi sia giusto. È qualcosa che appartiene a tutti coloro che fanno parte del movimento: noi abbiamo il dovere di cercare di migliorare il mondo. La clamorosa ingiustizia contro cui dobbiamo lottare è che le persone del sud del mondo sono quelle che sono e saranno le più colpite dal cambiamento climatico pur essendo quelle meno responsabili“.

Cambiamento climatico: una crisi dei diritti umani
Mentre la crisi del clima è solitamente avvertita attraverso l’impatto che ha sul nostro ambiente naturale, le devastanti conseguenze sulle persone – ora e in futuro – ne fanno anche una questione urgente di diritti umani. Il cambiamento climatico evidenzia ed esaspera le attuali ineguaglianze e i suoi effetti continuano a crescere e a peggiorare, portando rovina a questa e alle future generazioni.

«La mancanza d’azione dei governi nei confronti del cambiamento climatico può essere considerata la più grande violazione intergenerazionale dei diritti umani della storia» spiega Amnesty.

“Diritti umani e crisi climatica vanno di pari passo. Non possiamo trovare soluzioni per i primi senza risolvere la seconda. Il cambiamento climatico significa impossibilità di nutrirsi coi prodotti della terra, abitazioni a rischio e salute in pericolo. I governi hanno il dovere di proteggersi. Perché allora non stanno facendo nulla per impedire al cambiamento climatico di devastare le nostre vite?“, ha chiesto Greta Thunberg.

Amnesty International chiede agli Stati di fare di più sul clima e di farlo nel rispetto dei diritti umani. Una delle azioni più decisive potrebbe essere quella di coinvolgere le persone più a rischio – come i bambini e i giovani – nei tentativi di affrontare e mitigare gli effetti del cambiamento climatico, fornendo loro tutte le informazioni necessarie, educandoli a partecipare alle discussioni in modo costruttivo e facendoli partecipare ai processi decisionali che li riguardano.

“A volte mi sento davvero triste perché alcune delle persone cui cerco di parlare non mi stanno a sentire. Alcune ci insultano, altre pensano che facciamo politica, altri ci ignorano del tutto o ci dicono che non riusciremo a portare a termine ciò che abbiamo iniziato. Ma posso assicurare che siano realmente determinati a farlo, perché in gioco c’è il nostro futuro“, ha detto Irene Kananura, un’attivista ugandese dei “Fridays for future”.

I giovani attivisti dei “Fridays for future” ora chiedono agli adulti di seguirli. Venerdì 20 settembre, alla vigilia del Vertice delle Nazioni Unite per agire sul clima, gli attivisti lanceranno una settimana di azione con uno sciopero globale per il clima. Sosteniamo la loro richiesta affinché anche gli adulti aderiscano allo sciopero e mostrino solidarietà.

“I giovani si sentono dire spesso che sono i leader di domani. Sono felice che Greta Thunberg e gli attivisti dei Fridays for future abbiano ignorato quel messaggio. Se aspettano fino a domani, non c’è alcun futuro per nessuno di noi. Hanno già dimostrato di essere i leader di oggi e ora è il momento che gli adulti li seguano“, ha concluso Naidoo.

Il premio Ambasciatore della coscienza
Il premio Ambasciatore della coscienza è stato istituito nel 2002 per riconoscere l’impegno di singoli e gruppi che hanno promosso la causa dei diritti umani agendo con la propria coscienza, sfidando l’ingiustizia e usando il loro talento per ispirare altre persone. La denominazione del premio trae ispirazione dalla poesia “Dalla Repubblica della coscienza“, del poeta irlandese Seamus Heaney.

Tra i precedenti vincitori figurano Nelson Mandela, Malala Yousafzai, Harry Belafonte, Ai Weiwei, i Gruppi giovanili dell’Africa centrale e occidentale, Angélique Kidjo, il movimento dei popoli nativi del Canada, Alicia Keys e Colin Kaepernick.

 

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