di
Paolo Ermani
26-02-2013
Risultato credibile per una larga fetta di popolazione italiana, il Movimento 5 Stelle è stato la formazione politica più votata in Italia. Paolo Ermani analizza aspetti positivi e criticità di questo risultato ed il messaggio che questo trasmette al mondo della politica e al nostro Paese.
Con queste elezioni si profila una crisi speriamo irreversibile di un regime fatto di politici e personaggi vuoti come pneumatici che per anni hanno fatto della politica e del paese il loro cesso personale. Con il 25% di astensioni e il risultato del Movimento 5 stelle il messaggio è chiaro: la società che i politici e loro mandanti vogliono costruirci addosso è fallimentare e tanta gente non la vuole né proposta, né imposta.
Molti non credono più alle promesse degli imbonitori di professione e in modo anche veemente hanno voluto esprimere il dissenso o non votando o dando fiducia a Grillo che nonostante sia stato dipinto dai media in modi assai pesanti, a giudicare dai numeri, è risultato credibile per una larga fetta di popolazione.
Andare a cercare a tutti i costi scheletri nell’armadio di Grillo quando gli altri sono tenutari di interi cimiteri si è rivelato forse pure un boomerang che ha sortito l’effetto opposto a quello voluto da chi sperava di metterlo in difficoltà. Ma analizziamo nello specifico aspetti positivi e criticità del risultato del Movimento 5 Stelle.
Negli interventi pubblici di Grillo si sono ascoltate affermazioni come: “Il buon senso è rivoluzionario, ognuno deve fare qualcosa per gli altri, bisogna ritornare indietro per andare avanti”. Affermazioni che hanno una portata notevole di rottura laddove tutti i politici ad esempio ci dicono che bisogna sempre e comunque andare avanti, costi quel che costi, anche finire dritti in fondo ad un burrone.
Da segnalare poi l’arrivo alla grande massa di 'parole eretiche' quali: no Tav, no inceneritori, rifiuti zero, energie rinnovabili, case passive, permacultura, addirittura anche usare meno energia e meno materia.
Grillo è stato pesantemente criticato dai paladini della crescita quando ha detto che l’obiettivo in prospettiva è lavorare meno, magari solo venti ore a settimana e non oltre i sessanta anni. Interessante è stata la sua riflessione sul lavoro a cui non si deve dedicare l’intera vita, ma che c’è anche altro, ci sono le relazioni umane, la famiglia, le proprie passioni, la cultura.
Grillo ha smitizzato il moloch della televisione a cui ogni essere umano deve immolarsi (o umiliarsi) per avere i suoi agognati cinque minuti di celebrità. E nonostante non sia andato alle trasmissioni che avrebbero fatto carte false per averlo è riuscito comunque a fare arrivare dappertutto il suo messaggio usando un mix fra uso della rete e rapporto diretto con le persone.
Una criticità di questo successo è che per fare accadere tutto ciò è dovuta intervenire una persona ricca come Grillo che ha messo a disposizione le sue capacità e i suoi soldi per veicolare molte cose sensate e non idiozie ma questo è evento rarissimo, quasi unico e di solito accade il contrario. Quindi oltre ai contenuti è servito anche un ingente impegno economico personale e una grande capacità mediatica.
Un'altra problematica è cosa succederebbe se un domani Grillo decidesse di farsi da parte per qualsiasi motivo. Come si organizzerebbero le persone del Movimento 5 Stelle? Come riuscirebbero a fare arrivare la loro voce senza il megafono di Grillo? Questo è un possibile limite che si ha quando una persona concentra su di sé le attenzioni e i messaggi. Allo stesso tempo credo che Grillo faccia un po’ da collante perché ho l’impressione che senza questo collante le persone tenderebbero a litigare fra di loro piuttosto che tentare di trovare strade di collaborazione e di rimanere unite per raggiungere gli obiettivi. Forse la cultura della collaborazione sta crescendo ma mi pare che ancora troppo spesso prevalga il vizio italiano di dividersi su tutto piuttosto che unirsi sul tanto.
Altro possibile limite è l’inesperienza ma non dal punto di vista politico come volevano insinuare i detrattori, che è invece solo un bene ma da un punto di vista progettuale concreto.
Decurtarsi stipendi, non dipendere dai grandi poteri, non fare della politica una carriera sono tutte cose condivisibili e giuste ma bisogna poi mettere efficacemente in pratica i vari punti del programma.
È importante parlare di energie rinnovabili, di risparmio energetico ma anche sapere come calare questi argomenti nell’organizzazione di un quartiere, un paese, una città, una regione, una nazione. E se su questi aspetti non ci si prepara, non ci si forma adeguatamente, si rischiano due cose: da una parte (in buona fede) di affidarsi a furbacchioni animati da intenti ben poco etici e dall’altra di rimanere immobili per paura di sbagliare.
L’intervento su temi di grande portata come quelli ambientali non si può limitare a qualche pannello fotovoltaico su di una scuola e alla raccolta porta a porta. È quanto mai necessaria una progettazione sistemica, complessiva e incisiva che non si può improvvisare. Ci vuole etica, impegno ma anche competenza come ricordava Casaleggio nel suo breve intervento a Roma.
Ed infine l’aspetto fondamentale del coinvolgimento diretto dei cittadini ha bisogno di informazione, formazione, pianificazione, capacità progettuale e interventi mirati.
Tutto fattibile e realizzabile ma per il Movimento 5 Stelle sarà decisivo attrezzarsi bene se vuole vincere queste difficili sfide.
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