di
Andrea Romeo
23-11-2012
'Pagani', 'satanisti', 'nazisti'. In nome di una esasperata concezione antropocentrica, coloro che difendono i diritti degli animali sono spesso etichettati nel nostro Paese come 'estremisti'. È quanto avviene, ad esempio, in noti salotti televisivi dove vegani e animalisti vengono accusati di aver perso il senso delle cose. “Chissà perché non si riesce ad immaginare una società libera da ogni forma di schiavitù”.
In Italia siamo stati testimoni, ultimamente (esattamente il 21 settembre del 2012), della tragedia di Alexander, il cucciolo di giraffa fuggito dal Circo Rinaldo Orfei ad Imola il quale, dopo aver corso per le vie cittadine in cerca della libertà (che grande parola), è stato fermato nella zona industriale della città e quindi ucciso con due colpi di fucile.
Del resto l'animale era pericolosissimo – un cucciolo di giraffa - e inoltre, come riporta il Messaggero, “ ...nel tragitto non sono mancati 'scontri' con alcuni autoveicoli che hanno riportato anche gravi danni per i colpi inferti dai pesanti zoccoli della giraffa”, ovvero i danni economici sarebbero stati devastanti se la 'bestia' non fosse stata fermata in un modo o nell'altro! Insomma, nonostante - come dice l'articolo - “non si registrano feriti tra i passeggeri”, e seppur l'intento non era quello di ucciderlo ma di sedarlo, il dato di fatto e oggettivo è che il cucciolo di giraffa alla fine è morto.
Così, alla luce di questo fatto, i media hanno giustamente approfittato per aprire il dibattito e discutere se sia giusto, nel 2012, nell'era digitale e della Play Station, continuare a divertirsi travestendo un orso o una tigre da pupazzi, pratica che, si dice, ha origini antiche. Come è di solito per i 'veganiani' (gli alieni verdi nati dalla fantasia del nutrizionista Giorgio Calabrese), anche in questo caso i vari personaggi invitati nelle ribalte mediatiche hanno dato il meglio di loro nell'intrattenere il telespettatore medio.
Così, mentre in alcuni paesi civili, come l'Inghilterra ad esempio, gli animali nei circhi (quelli selvaggi non ci sono già più, rimangono solo alcuni 'domestici' come il cavallo o il cane, ma stanno chiudendo anche questi) sono ormai quasi dappertutto banditi, in Italia invece – che coi circhi e i clown ci convive tutti i giorni anche in molti ambienti fuori dai tendoni - abbiamo visto nella puntata del 16 ottobre di UnoMattina personaggi come Sgarbi, Meluzzi e Giovanardi difendere a spada tratta il fantastico mondo circense, richiamando nella mente dello spettatore vecchie immagini dei film di Fellini (l'intoccabile tradizione quindi), i visi 'dolci' dei clown che cercano di strappare un sorriso ai bambini, gli animali tanto amati dai loro addestratori (molto sinceri, convincenti e commoventi i discorsi del 'trio' - lo spettatore si è accorto, improvvisamente, che persino Meluzzi è stato un bambino).
Sostengono che il “circo è essenziale”, “uomo e animali si sono coevoluti”, “gli animali non hanno scelto di fare quel lavoro come non lo hanno fatto gli operai dell'Ilva”, che “fa parte della nostra tradizione”, che è “essenziale per l'economia”, “in natura morirebbero”, e tante altre frasi note.
A difesa degli animali che sono costretti a vivere come automi nelle gabbie vi è soltanto Gabriella Giammanco la quale, non essendo nemmeno una vegetariana, viene attaccata da Sgarbi (in modo molto educato come potete immaginare) per la sua “contraddizione”, mentre Meluzzi afferma che “il veganismo è una scelta estrema, e come tutti gli estremismi una scelta stupida” senza che però ci fosse un solo vegano lì a dare la propria versione dei fatti.
Il tutto è continuato con una incredibile apologia al mondo del circo che non ha né testa né piedi, in un discorso alla camera dei deputati fatto insieme da Giovanardi, Sgarbi e da Meluzzi ('la banda fratelli', che trovate qui) che denunciano come estremisti i vegani e gli animalisti che vanno contro “gli operatori del circo” o contro chi invece smercia “gli animali da reddito”. Infine questo teatrino finisce con un incredibile e simpatico articolo (o forse, per restare in tema, dovremmo dire 'numero') pubblicato da Meluzzi proprio sul sito www.circo.it.
Per farla breve, in generale tutti hanno attaccato i vegani e gli animalisti, in quanto persone estremiste che non hanno il senso delle cose. Viene mischiata religione ed evoluzione in modo euristico e c'è sempre questa idea/pregiudizio molto diffusa - in molti discorsi portati avanti dagli anti-animalisti - che l'animalista voglia 'declassare' l'uomo ad animale, animale visto non in quanto tale (essere con un'anima - un essere vivente, sic et simpliciter), ma con la concezione antropocentrica estremista, cioè animale in quanto 'bestia', oggetto da sfruttare. Viene dato per scontato che se dessimo più valore all'animale, irrimediabilmente l'uomo verrebbe visto come oggetto da sfruttare. Chissà perché non si riesce ad immaginare una società libera da ogni forma di schiavitù: forse il Meluzzi, assieme a Fellini, ha in testa anche Sciopero di Ejzenštejn.
Lo stesso Meluzzi cita Tommaso d'Aquino: "l’amore è amare ogni cosa iuxta propria principia: amare le pietre da pietre, le piante da piante, gli animali da animali, l’uomo da uomo e Dio da Dio". Bisognerebbe far notare al Meluzzi che citare d'Aquino in questo contesto è un colpo basso dato che fondamentalmente d'Aquino era allineato ai dogmi del suo tempo e quindi alla visione Cristiana. Chiamava infatti gli animali "esseri irragionevoli" – una persona attenta direbbe: perché non cita Giordano Bruno il nostro Meluzzi? Bisognerebbe aggiungere che, essendo un seguace di Aristotele, il filosofo-santo sosteneva la schiavitù, dato però eluso dal signor Meluzzi: ovviamente il Meluzzi cita l'Aquinate in modo strategico per portare acqua al proprio mulino (e a quello di chi lo supporta).
A parte questo, nessuno mette in discussione questa visione di d'Aquino. Bisognerebbe però anche dire al signor Meluzzi che i fenomeni di zoofilia non sono propri degli animalisti, anzi spesso riguardano gli esseri umani a prescindere (vi è gente che ama gli animali pur non appartenendo al movimento animalista, e ci sono animalisti che non sono zoofili), e che chi si batte per i diritti degli animali vuole soltanto evitare sofferenza inutile. Secondo punto, l'amare una pecora da pecora e un vitello da vitello non toglie il fatto che questi andrebbero rispettati e non cresciuti in un capannone industriale con l'intento di sgozzarli e cucinarli, o in una gabbia per travestirli da pupi.
Sostenere che bisogna amare il cane da cane e la pietra da pietra appare tautologico, il problema è "la modalità d'approccio" vera e propria che andrebbe definita, perché se 'amare' una vacca significa anche 'sgozzarla', evidentemente vi è qualcosa in questa visione dell'amore che non torna. Questo, che è un problema filosofico di tutto rispetto, in un paese serio (e non in un circo come il nostro) non dovrebbe essere affrontato da personaggi come Sgarbi, Meluzzi o Giovanardi.
Interessante, infine, come il Meluzzi, oltre ad etichettare gli animalisti come 'estremisti' li definisce anche 'pagani' (extra ecclesiam...), gente che ha come idolo l'animale, e arriva perfino a citare la genesi: “Genesi 1-3 Dio, come creatore e fonte di ogni verità, che dice all’uomo: io ti do il potere su tutto il creato … ". Questa visione antropocentrista, di solito mascherata da chi difende certe pratiche attraverso ragionamenti pseudo-scientifici, pseudo-razionali o pseudo-atei, ci viene dal Meluzzi invece servita su un vassoio d'argento. Questo punto di vista raggiunge livelli paradossali, a volte ridicoli, in alcuni siti complottisti della rete, siti spesso di matrice cattolica (come in questo sito).
In questi 'luoghi' i vegani e gli animalisti vengono spesso definiti come 'culto satanista' (ad esempio qui) o “seguaci di Lucifero e della Bestia”, cui intento, legato ai movimenti New Age o al fantomatico New World Order, sarebbe quello di declassare l'uomo ad animale (come abbiamo visto ut supra di attaccare la chiesa cristiana (e che dire allora dei movimenti animalisti cattolici e delle associazioni cristiane vegetariane?). Non capiscono - o forse eludono di proposito - che l'obiettivo di chi difende gli animali non è quello di "declassare" nessuno: non mangiare la bistecca o andare in un circo dove ci lavorano soltanto umani non è indice di declassamento, anzi si potrebbe perfino parlare di evoluzione! Come detto, l'obiettivo è piuttosto quello di “innalzare”, dare valore alla vita in senso lato, ammorbidire l'esperienza vita a tutti. In questa evoluzione vi è incluso anche l'uomo dato che il 'dare valore alla vita tutta' richiede per forza di cose una presa di coscienza, uno stato di coscienza superiore!
Ma lo spettacolo non finisce qui. Pochi giorni fa la federazione dei cacciatori Federfauna ha istituito un 'premio Hitler' agli animalisti e a chi si batte per i diritti animali. Il premio verrà assegnato il 24 novembre 2012 a Bologna. I cacciatori, con una mossa molto semplice, una reductio ad hitlerum, così si sbarazzano di coloro che sostengono che la caccia sia una attività obsoleta e cruenta. Insomma, nello stesso periodo in cui vi sono stati diversi morti a causa della caccia in Italia, tra i quali un bambino nel nuorese, i signori di Federfauna hanno saggiamente deciso di dare un premio Hitler agli animalisti: per restare in tema di animali, si potrebbe affermare 'il bue che dà del cornuto all'asino'.
In definitiva, ogni giorno un verde veganiano si alza e sa che dovrà fare i conti con i complottisti, con la banda fratelli, con i clown, con Dio, coi preti, coi cuochi, coi nutrizionisti, coi troll, con la resistenza antifascista (armata fino ai denti con tanto di cani-segugi addestrati), con gli esorcisti e chi più ne ha più ne metta. Dinanzi a tante colorate maschere, non si può non parlare di 'visione disneyana della vita'. Volete un consiglio? Prendiamo esempio dal cucciolo di giraffa: stando attenti a non ammaccare le automobili dei passanti, si salvi chi può!
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