Nel 2007 il governo di Città del Messico aveva promesso di costruire 300 km di piste ciclabili nel giro di 5 anni. Le promesse non furono mantenute e i numeri disattesi. La risposta degli amanti delle biciclette e di tutte le organizzazioni di categoria fu una grande manifestazione di protesta di fronte la sede del Congresso. Armati di vernice, pennelli e rulli, riuscirono a costruire una pista ciclabile di 5 km in un solo giorno. «Abbiamo lavorato a catena – si legge su un blog messicano – Alcuni hanno tracciato i triangoli di priorità e spazzato il suolo per assicurarsi che fosse pulito. Un altro gruppo ha dipinto i triangoli di verde. C’era un gruppo che aveva l’incarico di dipingere i dettagli e la legenda PRIORITA’ in bianco. Alcuni hanno appeso i segnali sui pali dei lampioni. Altre persone facevano avanti e indietro per la strada per assicurarsi che ogni gruppo aveva abbastanza materiale. Abbiamo lavorato per 8 ore. Abbiamo dipinto 5 km. Abbiamo speso meno di 800 euro. Quanto costerebbe costruire effettivamente le infrastrutture ciclabili di cui la città ha bisogno?». Grazie al movimento della Guerrilla Bike Lane, oggi Città del Messico è considerata una delle città più “bike friendly” del mondo. Nata negli anni Settanta in Olanda, per protestare contro l’accesso esagerato delle automobili nei centri storici (vedi video in fondo all'articolo), che aveva provocato solo nel 1971 circa 400 vittime minori di quattordici anni, la Guerrilla Bike Lane è un movimento di protesta dei cicloattivisti nel mondo per chiedere più sicurezza per ciclisti e pedoni. La tecnica più semplice consiste nel disegnare con la vernice una linea bianca sul manto stradale, ottenendo così una corsia ad hoc per le biciclette. L’esempio di Città del Messico rientrava sì in tale movimento, ma era stato organizzato e largamente preannunciato anche attraverso diversi social network. In altre città ci sono invece esempi ben diversi. Nel 2013 a Seattle venne creata una pista ciclabile in una sola notte con la messa in opera di piccoli piloni, attaccati al terreno con del nastro adesivo. Il gruppo di attivisti, denominanto “Reasonably Polite Seattleites”, ad opera completata, avvisò con una mail gli uffici del Comune, spiegando perché l’avessero fatto e sottolineando che l’utilizzo del nastro adesivo era finalizzato ad una eventuale rimozione dei piloncini. Il risultato al contrario fu positivo: il Comune di Seattle rese permanente quella pista. Anche a New York ne fu creata una in un solo giorno sulla 6th Avenue, grazie al gruppo di attivisti “Right of Way”.
In Italia invece il movimento è ancora assente. Nonostante la scarsità di spazi protetti per i ciclisti e i pedoni: sono 20 mila i chilometri di strade ciclabili, 18 itinerari e 50 ciclovie di qualità secondo il sito Bicitalia.
L’idea della Guerrilla Bike Lane è geniale e pacifica. E accende i riflettori sulla mancanza di spazi sicuri per i ciclisti, in un momento storico dove la bicicletta torna a diventare protagonista delle strade del mondo. L’importanza della due ruote è sotto gli occhi di tutti: è un mezzo che non inquina e che fa bene alla salute dell’uomo. Non solo. Ma andare in bicicletta porterà anche alla creazione di circa 76.000 posti di lavoro, secondo un Rapporto dell’Unece, la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite.
Accanto ad opinioni positive, c’è chi li dipinge come gli ingegneri più cool del Duemila o i Robin Hood delle biciclette, ci sono però casi in cui le azioni degli attivisti della Guerrilla su due ruote sono osteggiate dalle istituzioni, che reagiscono arrestandoli o multandoli. Sta di fatto che le azioni dei “guerrilleros” si pongono alla fine un duplice obiettivo: dimostrare che le piste ciclabili si possono realizzare in pochissimo tempo e che sono fondamentali per ridurre il numero di incidenti stradali e salvare così molte vite umane.
Guerrilla Bike Lane, le piste ciclabili fai da te
di
Redazione
29-08-2014