La Guru-mania

Alcuni li cercano, altri li odiano. Per molte persone il desiderio di cambiamento è accompagnato dalla ricerca di un guru, qualcuno che faccia il lavoro per loro. Si potrebbe parlare di una sorta di guru-mania, sintomo di mancanza di coraggio, debolezza e irresponsabilità. “Bisogna rinforzare un po’ le gambe, non essere abbattibili troppo facilmente”.

La Guru-mania
Uno dei fenomeni più interessanti (e fastidiosi) di questi due anni pieni sul tema del Cambiamento è la questione del Guru. Molti lo cercano (molti l’hanno trovato in me, secondo loro). Molti lo osteggiano (osteggiando me, tra gli altri). La cosa più divertente è, naturalmente, che i guru non esistono (se non per chi li vede. Come i fantasmi). La categoria che mi fa più tenerezza è quella di chi un guru lo cerca. Hanno bisogno di un padre, di un fratello, di un amico. Chiedono a qualcuno (a me, ma non solo a me, credo) che faccia il lavoro per loro. Non vogliono studiare, capire, agire, chiedono a me che indichi loro la strada, che mi sostituisca a loro nel momento delle scelte, che assuma su di me la loro responsabilità. A volte tento di farli scendere dalle nuvole. La maggior parte del tempo, invece, li ignoro. La categoria che mi impressiona maggiormente, però, è quella di chi odia i guru. Molti mi scrivono apostrofandomi: “lei che si mette sul piedistallo, come un oracolo…” oppure “La smetta di fare il guru e dispensare perle di saggezza” o anche “chi si crede di essere, un guru? Le cose che dice le hanno fatte già moltissimi prima di lei, e senza scrivere libri!” Sono tutti molto arrabbiati. L’idea di andare su altri blog, di ignorarmi (visto che non amano me e quel che scrivo), di spendere il loro tempo prezioso facendo cose più edificanti, neppure li sfiora. Sono militanti, intendono farmi smettere, trovano che vi sia senso e significato nel contrapporsi a un guru (cioè a me, secondo loro). Anche questo è un bell’esempio di malcostume, di fancazzismo, di qualunquismo, di irresponsabilità, di sottocultura. Ma io dico, perché mai dovrebbero vedere in me un guru? Dove lo vedono il guru quando mi guardano? Io bevo e fumo, i guru no. Sono del Milan, i guru non credo (a parte uno, purtroppo, che è pure il proprietario della squadra). Dico continuamente che io ho trovato (forse) una risposta valida per me, mentre per ognuno le risposte saranno diverse (i guru tendono a fare economie, invece, ogni risposta vale per tutti). Mi pongo continuamente dei problemi, dei dubbi, delle domande, e ritaro la mia rotta a ogni miglio (i guru invece non hanno mai incertezze sulla loro strada). Rispondo a tutti (quasi, ormai non riesco più), mentre i guru mi risulta che non rispondano, se non a pagamento. A proposito, io parlo in pubblico sempre gratis. I guru col cavolo che fanno cose gratis. Sapete dove mi scambiano per un guru? Nelle mie affermazioni forti. Quando dico “È così…” molti si straniscono. È intollerabile, in questa epoca, che qualcuno si esprima in modo forte, deciso, convinto di quel che dice. È l’atto della decisione, il fatto di rischiare un’affermazione forte, di espormi chiaramente, che li fa trasalire. Un po’ si incazzano, un po’ mi adorano. Entrambe le emozioni sono sintomo di squilibrio e del tutto fuori luogo. Dico tutto ciò perché ho identificato un altro dei mali dell’epoca: la mancanza di coraggio nelle affermazioni. La mancanza di convinzioni profonde, magari sintesi di un meditato ragionamento. Decadiamo vistosamente e velocemente anche per questo: la gente ha una paura fottuta, perfino di un’affermazione. Se qualcuno ne fa una finisce che in molti lo vorrebbero come padre e molti lo odiano. Dell’affermazione, che sia vera, giusta, sbagliata, motivo di riflessione… nessuno si cura. Mi sono accorto anni fa che mi occorreva molto coraggio. Mi serviva come il pane se volevo fare qualcosa di buono. Mi era necessario per farmi forza, per credere nelle mie convinzioni, per affrontare sfide importanti. Siamo tutti troppo deboli, troppo mosci, abbiamo paura anche della nostra ombra. Bisogna rinforzare un po’ le gambe, non essere abbattibili troppo facilmente. Non c’entra nulla l’ostinazione, la cocciutaggine, non c’entra nulla la testardaggine o altre simili amenità. Serve pensare con la propria testa, senza guru appunto, masticando bene e poi arrivando a qualcosa di chiaro, per dirlo, per farlo, con coraggio, fregandosene di chi ci attacca ma ascoltando tutti (potrebbero avere ragione!). Non possiamo avere sempre paura. Basta paura. Basta.

Commenti

Più che altro avere un guru e seguirlo ciecamente costa troppa fatica..il mio per dire potrebbe esser Tom Hodgkinson, ma poi dovrei prendere la ciucca ogni sera..no, niente guru, meglio fare altro
Ceci, 01-09-2011 11:01
Perotti, le confermo quello che Le ho scritto altrove: Lei non è un Guru, se non per quello che la Società della Comunicazione mediatica riesce a realizzare di uno scrittore di Manuali di successo ( quindi, anche suo malgrado). Lei è semplicemente uno che ha fatto una scelta, anche importante, ma essendo probabilmente una personalità egocentrica, necessita di una platea ( e forse una non basta). Sto studiando molto il suo "fenomeno" e non perdo tempo, si tranquillizzi, ammesso che sia Lei a dover decidere anche l'impiego del tempo altrui. Se Lei tiene aperti dei blog,siti, social network, ecc, deve accettare che qualcuno ci scriva, anche cose scomode o Lei è del genere : "Meno male che Perotti c'è"? L'importante è che tutto resti confinato in toni anche aspri, ma civili e mi pare sinora ciò sia avvenuto. Sta poi a Lei decidere se replicare, o lasciar cadere la cosa. Nessuno la obbliga. Io ritengo di poter confutare molti punti della sua "opera" , a cominciare dal fatto che Lei farebbe affermazioni forti, decise, convinte. Io direi più propriamente che Lei fa generalizzazioni forti, che cadono miseramente difronte ai casi "particolari", a cui tenta di sfuggire con semplificazioni deboli. Di una cosa ha ragione. Quando dice: "Se non vi piaccio, cambiate canale". Ma è proprio lì che Lei si fa "prodotto". Ed è proprio lì che io divento "consumatore", ed essendo un consumatore critico, potrei essere portatore dell'interesse comune di giudicare quello che Lei offre e vende. Parliamo ovviamente di prodotti culturali. Le racconto una storia in estrema sintesi. Ho avuto modo di conoscere Sgarbi, quando faceva ancora e solo il professore: persona estremamente competente nel suo campo e godibilissima nell'ascolto, ma conosciuta da pochi. Poi è arrivato il Maurizio Costanzo Show e tutto il resto. Oggi o lo si ama o lo si odia. Lui va avanti e se ne frega. Lei, con i dovuti paragoni di popolarità, scalpita, si agita, sente il bisogno di spiegare, difendersi, attaccare. Perotti, il prezzo è questo. Se non le piace, se non lo sopporta, può fare downshifting anche da ciò. Spegne le luci e diventa uno scrittore di bellissime storie di mare ( dove, secondo me, da sicuramente il meglio). Altrimenti, impari le regole. La vedo scarso. Saluti
mario, 01-09-2011 01:01
....Veramente anche Sgarbi "scalpita"...io ogni tanto mi intruffolo (ma sempre con ironia xchè io così interpreto f.b ma con garbo credo)...nn voglio offendere assolutamente nessuno e credo che sia tt una questione sempre di scelte.....quello che fà Simone...chi decide di seguirlo chi di contestarlo (se uno lo fà vuol dire che un pò di interesse lo ha avuto x lui...)....beh comunque un saluto a tt!!!! ;)
PATRIZIA, 01-09-2011 04:01
Patrizia, ben vengano tutti gli intrufolamenti, soprattutto di chi sa usare l'ironia! Sgarbi "scalpita" sicuramente, ma nel suo giro, perchè ha imparato le "regole" del gioco mediatico. Non si sognerebbe mai di rispondere a un Mario qualsiasi come me. A questo punto si potrebbe dire: " allora Perotti è meglio, lui risponde!".Invece no, perchè la faccenda si fa complessa. Perotti è a un bivio, a mio parere: o entra con tutti e due i piedi in questo mercato mass-mediatico e , dopo tanto combattere per liberarsi, si schiavizza nuovamente ( perchè ogni mercato ha le sue regole di schiavitù, non illudiamoci) oppure capisce che deve cambiare totalmente rotta, tornare alle origini, a quando scriveva adesso basta senza sapere che sarebbe diventato un manuale di successo. Non cadere nella trappola di fare il downshifter di professione, recuperare la gioia e il desiderio di scrivere storie fantastiche, che rallegrino l'animo suo e dei suoi lettori. Deve saper scacciare il demone del Successo (il peggiore tra le schiavitù possibili). Già aver scritto Avanti Tutta è stato un grave errore, a mio modo di vedere. Già accettare che sulla copertina di Uomini senza Vento ci fosse grande e grossa l'indicazione, editorialmente furba, "Dall'autore di Adesso Basta" è un piegarsi alle regole markettare, consumistiche, ritornare schiavi di quel mondo che si è provato a fuggire. Perchè è l'equivalente di dire. "Questo libro può essere pure una ciofeca, ma l'ha scritto quello lì, quello di Adesso Basta, il manager scarrierato..", che è il modo con cui compriamo prodotti scadenti ( o buoni) solo per il brand, il budget pubblicitario, la grancassa mediatica. Io, nel mio piccolo, spero con questi commenti di aprirgli un pò gli occhi, come lui in origine ha tentato di fare con noi. Poi è un uomo libero ( ancora) e deciderà per il meglio e per quello che sente.
Mario, 01-09-2011 05:01
Avevo espresso anche io una critica al modo di porsi di Simone, ma non mi sembra produttivo continuare a parlare di una o due persone; preferirei parlare piuttosto di quanto OGNUNO di noi puo' fare per contribuire attivamente al Cambiamento. In questo modo intendo utilizzare questo sito: spronare TUTTI, ognuno alla sua maniera, a Cambiare qualcosa dentro di se' (dubito che ci sia anche solo mezzo lettore che sia già perfetto e non abbia nulla da cambiare) e nella societa' in cui è inserito. Apprezzo molto, percio', gli inviti di Simone a "darsi una mossa e irrobustire le gambe", quelli di Mario a "non mettersi su piedistalli per giudicare gli altri", e tutti quelli che condividono il loro "gesto quotidiano" di cambiamento, anche quando non è così appariscente e non fa notizia. A me è capitato che, quando ho preso in mano la decisione di cambiare e di effettuare "scelte radicali", dopo il momento in cui mi sentivo "figo" e migliore di tutti gli altri, ho scoperto innanzitutto che non ero l'unico (e meno male) ma poi sono riuscito a riconoscere in persone più "sfigate" di me, e che sembrava che vivessero una vita mediocre, il coraggio di aver affrontato la vita con spirito di cambiamento (e resistenza all'imposizione del pensiero comune) anche molto prima di me, sebbene in maniera meno visibile. E soprattutto, ed in questo condivido pienamente il tema dell'articolo, SENZA BISOGNO di GURU. Ma credo anche qui che, per chi ha capito cosa vuol dire Cambiamento (prima di tutto nella propria testa), non ci sia bisogno di specificarlo: ne' si sentirà tale, nè avrà bisogno di identificare in altri dei Guru da adorare o combattere. Buon Cambiamento a tutti.
Claudio, 02-09-2011 09:02
Mi sono ripromesso di confutare le teorie di Perotti e comincio a farlo con una doverosa premessa: io sono assolutamente favorevole al downshifting e al cambiamento, in termini di decrescita e protezione dell'ecosistema. Proprio perchè sono favorevole, sento forte la necessità di contestare Perotti che, a mio parere, ha una visione distorta e contraddittoria del tema, ma avendo avuto successo editoriale si è convinto della giustezza delle sue teorie. Perotti pare come il tizio che, avendo un giorno azzeccato la diagnosi di una propria malattia e avendo riscosso successo nella descrizione di questa esperienza, pensa di essere diventato tout court un luminare della medicina o, peggio, di aver assunto miracolistiche doti taumaturgiche. Chi si ricorda la vicenda Di Bella? Quel medico che anni fa pretendeva di curare il cancro con una improbabile mistura e fu al centro per una paio di anni di un incredibile attenzione mass-mediatica con un seguito di pazienti che circondavano la sua casa. Ecco, senza offesa e solo a fini esplicativi, a me Perotti appare come il Di Bella del downshifting: un misto di ovvietà, semplificazioni, soluzioni approssimative, superficialità diffusa e contraddizioni continue. Il problema è che, secondo me, lui ne è perfettamente consapevole e l'idea di scrivere Avanti Tutta, come seguito del primo libro, nasce fondamentalmente ( oltre che come chiara operazione consumistico-markettara editoriale, a cui il Nostro si è volutamente o schiavisticamente prestato) dal bisogno di correggere il tiro. Sembra quasi che Perotti voglia prendere le distanze dalle molte baggianate e parzialità scritte nel primo manuale, con la motivazione di aver compiuto ulteriori approfondimenti della materia. E' come se mettesse la firma alla sua costituzionale approssimazione sull'argomento. Altro argomento forte di Perotti, usato pure in questo articolo, è che ognuno deve trovare la sua strada al downshifting e che pure Lui è in perenne taratura della propria esperienza. Questo potrebbe apparire come il massimo dell'onestà intellettuale e in effetto lo è, glielo possiamo riconoscere. D'altra parte qui si annida pure tutta l'Incoerenza del personaggio che, mentre ci dice "ognuno faccia come gli pare, io ho raccontato il mio. Fine", continuamente sente il bisogno di porsi come "Riferimento", "Benchmark" del movimento italiano di downshifting in una spasmodica attività ( un superlavoro, se si volesse ironizzare) di presenzialismo editoriale, mediatico, di Rete. Se a poi a questa superattività si percepisce esserci un vantaggio economico, il tutto comincia a "suonare" stonato. Anche qui Perotti manda messaggi contrastanti, da una parte invoca per tutti una più forte e decisa assunzione delle proprie responsabilità di vita e di scelte, dall'altra sembra sempre indeciso tra assurgere a personaggio mediatico e scappare nel bosco a tagliare legna, quando la critica avanza e gli argomenti scarseggiano. Questo è il mio, del tutto fallibile, pensiero. Ma ogni teoria dovrebbe poggiare su valide e precise argomentazioni. Mi riprometto di entrare nelle "vive parole" dei libri di Perotti e mostrarvene la debolezza. Ora faccio un pò di downshifting anche io, senza raccontarvelo, non temete! Ciao a Tutti e a Perotti in particolare
Mario, 02-09-2011 10:02
Claudio, posso dirtelo? BRAVO! Clap, Clap, Clap. Condivido in pieno molti passaggi del tuo commento e li ritengo contributi utili alla discussione. Aggiungo solo una cosa, che mi riguarda da vicino. La battaglia per il cambiamento deve toccare anche il tema della Comunicazione e dell'informazione. Ho apprezzato subito, e molto, in questo sito che nessun intervento sia stato censurato o modificato. Potrebbe sembrare una cosa ovvia e banale, invece vi assicuro che non è così. La censura si annida, con le più varie e incredibili motivazioni, quasi dappertutto e anche dove uno non se l'aspetta. Complimenti quindi alla Redazione e ai Gestori del sito. La Battaglia delle Idee deve essere prima di tutto libera. Il secondo punto dovrebbe essere che delle Idee di Cambiamento non si fa mercimonio. Ultimo è quello di riportate la Comunicazione al suo significato originario, mentre è da troppo tempo ostaggio anch'essa di un significato economico, di mero strumento di Marketing e Strategie consumistiche. Perotti cita spesso Seneca, io voglio fare la menzione di Socrate, che non ha lasciato alcun scritto del suo pensiero e lo conosciamo, per via delle testimonianze. Non riduciamo la Cultura e le Idee di cambiamento a oggetto di marketing, a prodotto, a promozione consumistica, con la scusa di voler aiutare gli altri ad aprire gli occhi. I mezzi per far arrivare le nostre buone esperienze, i nostri virtuosi percorsi, senza ricorrere al MERCATO, sono tantissimi e tutti stimolanti. Molti sono totalmente gratuiti e a bassissimo impatto ambientale. Le Idee di cambiamento dovrebberro essere accessibili a tutti, anche a chi non si può permettere i 14 euro di un libro, le idee di cambiamento possono trovare un'ampia circolazione virtuale come condivisione di esperienze e "racconto comune", piuttosto che individualistica esperienza veicolata dal classico mezzo del "Sistema". Parafrasando Perotti: Adesso Basta! Basta dei soliti circoli virtuosi(per il Mercato)/viziosi(per le Idee di Cambiamento): presentazioni, promozione TV, giornali patinati, interviste e bla bla bla. Chi ha del buono da dire e condividere abbia il coraggio di dire NO, abbia il coraggio di affrontare, "irrobustendo le gambe", la sfida di una Comunicazione Alternativa, di vero Cambiamento. Ciao
Mario, 02-09-2011 11:02
Bene, tutto chiaro Mario. Non monopolizzerei questo giornale con un dialogo a due. Siamo diversi, come è legittimo, e la pensiamo diversamente. Saluti e in bocca al lupo.
simone perotti, 02-09-2011 12:02
Scusi Perotti, non ho capito. Mi sta chiudendo la porta in faccia? Il dialogo non è a due e non è più (solo) con Lei. Io mi rivolgo a tutti quelli che hanno voglia di venire in questo sito e leggere posizioni ed esperienze diverse sul downshifting. Se poi queste passano attraverso la confutazione delle sue, non avrà, se vuole, che controargomentare. Chi leggerà si farà la sua libera opinione. Il valore comunicativo dei Blog è questo, o a Lei serve ad altro? Non abbia paura del confronto: di solito non fa che rafforzarci le gambe. Le prometto però una cosa, non sarò invasivo. Farò un commento alla settimana, anche meno se occorre, al mese. All'inizio era ovvio che dovessi "spingere" un pò. Su queste basi credo potrà tenere la porta aperta. E' utile a Tutti, anche a Lei, che ha a cuore, come me, la causa dell'umanità schiavizzata. Saluti
Mario, 02-09-2011 01:02
Stai confondendo la parola GURU con la parola SANTONE,il primo vuol dire COLUI CHE DISSIPA L'OSCURITA',mentre il secondo ha un significato legato ad un soggetto che attraverso pratiche illecite,eben poco chiare sfrutta la spiritualità(chiaramente io la chiamo cosi' ma non si tratta certamente di spiritualità)per arricchirsi e sottomettere dei poveri malcapitati.Comunque l'articolo che hai scritto merita ben altro approfondimento,e sopratutto devi avere già delle conoscenze acquisite di base altrimenti rischi di fare delle figure barbine,che potrebbero sfociare in articoli che sono solo una mera perdita di tempo. ciao
svstikayoghi, 03-09-2011 12:03
Buonasera a tutti, sono contenta di poter partecipare a questa interessante discussione e, poichè Mario ne è uno dei protagonisti, mi rivolgo a lui per avere dei chiarimenti sulle sue interessanti osservazioni: "Proprio perchè sono favorevole, sento forte la necessità di contestare Perotti che, a mio parere, ha una visione distorta e contraddittoria del tema..."Oltre alla sua critica alla visione del downshifting di Perotti mi piacerebbe conoscere la sua visione. Ci sono poi altre domande che vorrei farle, ma intanto mi interessa sapere questo.Grazie!
Chiara, 05-09-2011 10:05
sono d'accordo con te sulla mancanza di coraggio e sostengo da dentro "il sistema aziende" la necessità di trovare modi per farci spazio tutti con idee, vocazioni ..insomma di abiliotarci. Ma ho molto studiato su qs tema e sperimentato. Di guide c'è profondo bisogno-magari non di guru -anche se l'etimo dal buio alla luce mi piace molto- di nuovi maestri in grado di far innamorare gli inziati non di loro ma di quello che loro vanno cercando. E' importante chiedersi chi sono qs nuove guide e come le possiamo riconoscere? Non buttiamo via chi può aiutarci a tirar fuori, maieuticamente, ciò che mi fa diventare ciò che sono. Il maestro , la guida, il guru possono essere sostituiti dalla parola incontro. Ma nella vita l'incontro quando sei pronto..quasi sempre si palesa, si rende visibile.L'incontro o maestro sono parte dei nutrimenti essenziali dell'anima.
leadershit.net, 06-09-2011 08:06
Ciao Chiara, scusa se rispondo in ritardo, ma avevo preso l'impegno con Perotti di venire qui a commentare non più di una volta alla settimana. Rispondo volentieri alla tua domanda ( e alle altre che vorrai farmi). La mia visione del downshifting è molto semplice ed assolutamente fedele al suo significato "letterale": scalare marcia, cominciando, da una parte a "negoziare" con il proprio datore tempi di lavoro ridotti ( il part-time per esempio) o diversi ( turnazioni) o trasformandolo in telelavoro, di cui sono convinto sostenitore, e dall'altra recuperando una "sobrietà" di vita, che non deve limitarsi, come suggerisce Perotti, alle "cose", ma entrare nei nostri "comportamenti" di relazione e di comunicazione. Aggiungerei, per non avvitarsi in una pratica troppo egoistica e solitaria del Downshifting, che una parte del tempo "recuperato" andrebbe, a mio avviso, utilizzato a favore degli altri in progetti di solidarietà. La disumanizzazione che viene prodotta in questa Società si può combattere se inseriamo, anche in piccole dosi, un tempo per "l'altro". Ciò darà anche maggiore valore al nostro Downshifting. Infine, creando, dove possibile, Reti "locali" di downshifters, per condividere e mettere in comune i saperi e le manualità di ciascuno, sia come esperienza socializzante attiva, che come economia di "scala" di tempi e risorse conquistate. Questa la mia visione in estrema sintesi. Ciao!
Mario, 11-09-2011 10:11
@Mario: finalmente costruttivo. @Chiara: in questo sito c'è anche un'altra rubrica dove si scambiano esperienze concrete di cambiamento a piccoli passi, ognuno secondo le sue possibilità e, per restare in tema, senza bisogno di Guru. Tutti diversi ma allo stesso livello. Si intitola CAMBIO VITA ed ho scritto alcuni messaggi nell'articolo Perchè si deve lavorare? Facci sapere le tue esperienze e progetti o sogni per il futuro. Claudio
Claudio, 12-09-2011 09:12
@Claudio: la Critica, se argomentata e documentata, è una forma costruttiva di ragionamento. Io sono purtroppo convinto che Perotti non aiuta il fenomeno del downshifting,aldilà della "lucetta pubblicitaria" che Vi ha accesso intorno e che forse è più utile a lui che a noi, e addirittura può condurre a un messaggio sviante e lontano dal suo significato autentico. Riparare un auto usando un manuale scritto da un meccanico improvvisato e superficiale ( o autista solo di mezzi da corsa) manda l'auto fuori strada.Ti verrò a leggere volentieri su "CAMBIO VITA". Ciao.
Mario, 12-09-2011 03:12
Grazie Claudio e Mario.Claudio ti chiedo una cortesia:mi mandi il link della pagina cui ti riferisci?Quella del "Cambio Vita"?Non riesco a trovarla....Bene, le vostre osservazioni mi sembrano utili.Mario nella prima parte della tua argomentazione non ho trovato spunti così diversi rispetto a quello che ho trovato nel libro "Adesso Basta" di Perotti.Mi riferisco al discorso del part-time,turnazioni etc...Vorrei invece approfondire con te il discorso di spostare la "sobrietà" dalle cose ai comportamenti: mi sembra una buona intuizione ma un pò vaga per la verità:mi faresti qualche esempio per favore?Per qanto riguarda la solidarietà e la condivisione tra downshifter ,trovo che siano utilissime, ma senza dubbio complementari all'idea di dowshifting proposta da Perotti. Alla fine Perotti ci da degli input più o meno precisi partendo dalla sua esperienza personale.In sostanza: io ho fatto così, voi, prendendomi come spunto, tracciate la vostra strada.Non "seguite la mia strada già percorsa", ma "tracciate la vostra", e questo non perde occasione per ribadirlo.Cerca, più o meno efficacemente, di trovare soluzioni ai problemi più elementari che si possono incontrare; alcune volte con riflessioni utili, altre ti confesso Mario, con riflessioni che anche a me sembrano un pò forzate e un pò vaghe.Ma abbiamo tutti un cervello e una capacità di discernimento tale che ci consente di prendere dalle cose il buono e scartare il superfluo.Diciamo una cosa e correggimi se sbaglio:Perotti ha fatto in parte downshifting, raccontando il "SUO" downshifting, che sembra un gioco di parole ma, forse, rispecchia la realtà.Il che, ti dico la verità, non mi fa arrabbiare,se non nella misura in cui penso che l'idea è venuta prima a lui che a me.Alla fine lui l'ha pensato per primo e l'ha messo in pratica, ha divulgato il concetto di "scalare la marcia" in un periodo in cui la gente ha bisogno di riappropriarsi della propria spiritualità, della propria anima,un momento in cui, in parole povere, si stanno mettendo in discussioni i valori del successo professionale,del denaro,della ricchezza etc...Alla fine che me ne faccio di tanti soldi, della macchina grossa,della villa di lusso, se devo fare una vita iper stressata,frenetica e a 50 anni devo regalare tutti i miei allo psicologo se non voglio uscire di testa?Un esempio banale, non volermene, ma tanto per farti capire cosa penso.Quindi Perotti è stato senza dubbio anche furbo nel fare leva su questa esigenza, che probabilmente ha sentito anche lui ad un certo punto della sua vita, di staccare la spina, ma è stato ancora più furbo perchè oltre a farlo downshifting, si è messo pure a scrivere come l'ha fatto, alla gente è piaciuto, anche perchè ha usato un linguaggio molto semplice e diretto, e nel frattempo c'ha pure guadagnato.E aggiungo:partendo da una base, diciamolo, un pò più privilegiata, rispetto a quella da cui parte, che ne so, un modesto impiegato;lui questo lo sa e cerca in modo un pò sommario di aggirare l'ostacolo, ma come ti ho detto sopra, anche a me convince poco quando ci prova.In sostanza: a me Perotti è piaciuto perchè mi ha fatto avvicinare a questo tanto nominato "downshifting", fenomeno che io, non conoscevo affatto.E' stato uno spunto, non certo un vate o un guru! Ora però vorrei fare anche io downshifting, e cerco quindi consigli REALI E CONCRETI per farlo, attraverso uno scambio che coinvolga chiunque senta la stessa mia necessità.Se Perotti in certi punti non convince, cerchiamo di trovare noi il tassello che manca no?Criticarlo va bene,una volta,due volte, tre, ...poi però,espressa la critica, bisogna andare oltre secondo me.Dialogo dialettico e non dialogico diceva il grande Panikkar...ma questa è un'altra storia e forse...un altro guru!!! Ah ah Ah!Mario e Claudio aspetto la vostra risposta con ansia, ma avrei anche tanto piacere che questa conversazione si allargasse.Grazie!!!
Chiara, 14-09-2011 10:14
Mi capita di leggere quello che Perotti, mancato Guru ma aspirante salvatore dell'umanità, scrive sul blog del giornale il fatto quotidiano ( uno dei tanti a cui collabora). Non commento mai, mi basta leggere quelli degli altri. Ogni volta non posso fare a meno di chiedermi perchè vicino alla nuova casa di Perotti non aprino un bar, quelli di una volta con i tavolini affacciati sullo struscio del paese, la vecchia macchina del caffè, le briscole, il chinotto o la spuma e tutte quelle chiacchiere sconclusionate, banali, conformiste o finte anti che servono giusto per passare il tempo, nell'attesa del ritorno a casa. O magari a sollevare una polemica e fare gli sboroni esperti di chissà cosa. Era un piccolo mondo inutile, ma autentico, che non faceva del bene ma neanche del male e che ricominciava il giorno dopo ripartendo da una vecchia discussione o cavalcando la notizia del giorno, per fare a gara a chi la sapeva più lunga. Che bello sarebbe stato incontrare Perotti lì, a una tavolino qualunque come uno qualunque, magari indicandolo e dandosi di gomito "ehi, stasera c'è pure il Perotti. Ora vedrai, ci facciamo due risate...". Mah, brutti tempi questi della comunicazione mediatica e ancor più brutti per quelli che promettono di ritirarsi sempre e di non farlo mai.
Mario, 15-09-2011 03:15
Cara Chiara, hai scritto un mucchio di osservazioni interessanti, a cui darò seguito con più calma. Ora voglio però, se ci riesco, togliere il dubbio a te e a chi ci leggerà di essere un ipercritico fine a sè stesso ( questo mi servirà anche per parlare di sobrietà dei comportamenti). Intanto io non ho niente di personale contro Perotti, che non conosco nemmeno, ma Lui, a mio parere, è "rappresentativo", in un campo a me tra l'altro molto caro, di una pericolosa distorsione del Sistema in cui viviamo. In questi casi il diritto di Critica diventa anche dovere, perchè serve a ricordare agli altri che "il Re è nudo" e che conviene aprire gli occhi, pure se si trattasse solo di salvare qualche euro nelle proprie tasche per un acquisto inutile. Partiamo da 6 semplici osservazioni di questa nostra Società Mediatico/consumistica: 1) Il consenso si costruisce intorno all'Ovvietà, chi non è d'accordo su ciò che vede e incontra tutti i giorni? 2) Il consenso si costruisce con gli strumenti comunicativi di Marketing: chi ha più mezzi, ha più possibilità ( il valore delle Idee è secondario alla foza della grancassa mediatica) 3) Il consenso, molto spesso, si accompagna all'esercizio dell'Ipocrisia ( abbiamo uomini politici che hanno costruito parte del loro successo sull'Idea di Famiglia, senza averne una o avendone "troppe") 4) Il Consenso si basa sulla mancanza di tempo. La corsa in cui siamo più o meno tutti coinvolti ci impedisce il tempo della riflessione e dell'approccio critico a ciò che ci viene proposto 5)Il Consenso sfrutta la mancanza di Memoria, ossia molto ci appare nuovo solo perchè la molteciplità degli stimoli cancella e sostituisce, per una legge neurologica, i "ricordi culturali" già immagazzinati, pure se più importanti e infine 6) Il consenso abusa della mancanza di Cultura, quindi basta una citazione messa al punto giusto per rendere credibile un ragionamento. Chi mai saprà o andrà a controllare se quella citazione ha veramente quel valore se reinserita nel contesto originario da cui è stata estratta? Per tutti questi motivi un modestissimo Manuale può diventare un best-letter. Per questi motivi acquistiamo ( e leggicchiamo) compulsivamente dei best-seller piuttosto che dei Classici. Ma Moccia vale forse Calvino? E un'idea buona di Moccia merita un libro, se tutto il resto è un cumulo di banalità? Ora potrei, punto per punto, dimostrare come pure Perotti segua lo stesso percorso ( ci manca facciano un film sulla sua vita, ma il Nostro, come hai scritto tu, è furbo e magari ci sta già lavorando). Il mio scopo è instillare il dubbio che questa sia soltanto una riuscita operazione commerciale di un uomo abbiente e ben supportato che ha semplicemente cambiato lavoro, mentre il downshifting ( che esiste molto prima di Perotti, fidati) ha bisogno di un approccio diverso, a partire proprio dalla scelta comunicativa.
Mario, 15-09-2011 09:15
Ciao Chiara. Normalmente dovrebbe funzionare il link da dentro il mio commento, se no ci puoi arrivare selezionando CAMBIO VITA a cura di Luzia Janett dal riquadro RUBRICHE a fianco a destra. I miei commenti sono all'interno dell'articolo: "Perché si deve lavorare?" Se posso sintetizzarlo con delle mini frasi potrei dire: - Ridurre all'essenziale; - Autoprodurre; - Condividere. Ovviamente si passa da: - buttare la TV ed in generale tutto l'info-tainement/advertisement; - aumentare la propria resilienza (dipendere sempre meno da auto, combustibili, elettricità, internet, cellulari, ...) - imparare a mantenersi "naturalmente" in salute; - seguire ciò che da la vera gioia (imparando soprattutto dai bambini). Tutto facile da dire e difficile da fare; ma difficile solo perchè ci siamo aggrovigliati in mille vincoli (lavoro distante, 24h piene, mutuo, farmaci, ...) che ci obbligano a ... consumare ... Chissà chi ci avrà spinto dentro?
Claudio, 15-09-2011 10:15
ci siamo spinti da soli claudio. il che vuol dire che ci possiamo spingere fuori da soli. la tua ricetta è identica alla mia. dunque sottoscrivo quel che dici. ciao!
simone perotti, 15-09-2011 10:15

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.