Haptonomia, la scienza del contatto

Pochissimi sanno di cosa si tratta ma esiste da oltre 20 anni. L'haptonomia è nata e si è sviluppata in Europa per poi trovare applicazione in tutto il mondo grazie a Frans Veldman (1921-2010), medico olandese che studiò l’affettività espressa attraverso il contatto tattile.

Haptonomia, la scienza del contatto

Il termine che la denomina si compone di due parole greche: haptein,‘contatto’, e nomos,‘intelligenza’. Si può quindi definire come la scienza dell'affettività e delle relazioni emozionali umane. La tesi essenziale formata a partire dalle ricerche di Veldman è che la “conferma affettiva” è indispensabile per il pieno sviluppo dell'essere umano, fin dal suo concepimento.

Incontriamo Isabella Robbiani, psicologa e unica esperta in haptonomia perinatale in Italia. Una formazione conseguita in Francia e un'esperienza condotta in Italia, a Padova e a Mestre, 12 anni di esperienza in ospedale nei reparti ospedalieri di ostetricia e ginecologia.

Che cos'è l'haptonomia e quando nasce?

L'haptonomia nasce nel 1945 dal medico olandese Frans Veldman che aveva vissuto la seconda guerra mondiale. Veldman aveva notato che il contatto affettivo poteva sostenere l'uomo nella sua capacità di divenire e rimanere umano. Questo medico aveva visto che l'essere umano poteva essere molto violento ma anche molto resiliente cioè capace di affrontare le sfide della vita. Quando parlava di contatto intendeva un contatto affettivo che potenzia l'essere umano. Un contatto con gli altri e con se stessi. Sulla base di questo fonda questa scienza che è utile in tutte le fasi della vita dell'essere umano, dalla pre-nascita alla morte: per neonati, adulti, malati, anziani e persone morenti.

Il lavoro dell'haptoterapeuta stimola il contatto con le altre persone o è il terapeuta che attraverso il contatto stimola dei comportamenti specifici?

Entrambe le cose. L'haptoterapeuta tocca. Nella perinatalità insegna al padre a toccare la madre. Cerca di rafforzare la capacità di toccare l'altro con un tocco affettivo, rispettoso, intenzionale, concentrato. Quello che si rafforza è la presenza di qualità, trasparente e chiara nell'intenzione. Il limite dell'haptonomia è che è difficile parlarne perché è un'esperienza fenomenologica che deve essere provata per capire come funziona.

Possono farla tutti?

Sì, è alla portata di qualunque essere umano e quando la si sperimenta diventa chiarissimo la differenza tra un contatto affettivo e un contatto, invece, superficiale o distratto. Si sente la differenza e se ne apprezzano i benefici. A volte l'intervento non è facile perché le persone possono avere vissuti diversi anche non necessariamente patologici come vissuti molto difficili nella loro infanzia, problematiche sessuali, una conflittualità di coppia non risolta o preoccupazioni che sono all'interno di quella coppia. In quel caso l'haptonomia consolida la coppia attraverso il contatto affettivo.

Chi sono i suoi pazienti?

Personalmente non sono un'haptopsicoterapeuta e mi occupo prettamente di haptonomia perinatale. Quindi i miei pazienti sono normalmente coppie in un percorso di genitorialità. Esiste anche la specializzazione proprio per la psicoterapia.Sono necessari tre anni di specializzazione di haptonomia durante i quali si lavora essenzialmente su se stessi. Se non sto bene con me stessa, infatti, non riuscirò a toccare bene gli altri. Perché si può contagiare con la nostra ansia, con le tensioni o preoccupazioni. Un bambino piccolo che sta in braccio a una persona ansiosa o preoccupata, infatti, lo sente. E piange. Quando si sta col bambino è importante starci in un determinato modo. La prima cosa che si fa è lavorare proprio su quello. Tutte le specializzazioni mediche prevedono il tocco del paziente ma se io prendo il tuo braccio come se fosse un oggetto tu ti sentirai un oggetto e avrai paura di me. Se io guardo la tua mano e dentro di me c'è una sorta di richiesta di permesso di toccare, l'altro risponde a questo invito sentendosi rispettato come essere umano.

E' possibile formarsi in Italia?

No. Purtroppo in Italia non esiste ancora una formazione specifica. Ci si può formare in Francia con un anno di specializzazione di base e poi altri due anni nelle varie specializzazioni.

E' possibile che molti dei nostri problemi di relazione da adulti derivino dal fatto che non siamo stati toccati nel modo giusto?

Si. Quello che avviene con le nostre figure di attaccamento durante l'infanzia influenza le nostre relazioni affettive significative, il modo in cui ci prendiamo cura degli altri, la nostra genitorialità.

Perché è così difficile toccarsi?

Esiste un pregiudizio rispetto al contatto e la nostra società occidentale tende al distacco. Il contatto è fondamentalmente, è un bisogno primario degli esseri umani. Gli esseri umani hanno il 98 per cento di patrimonio genetico uguale alle scimmie. Le scimmie sono sempre attaccate ai peli della madre durante i primi tempi della loro vita. E' un istinto di sopravvivenza. Se noi siamo in contatto con un caregiver, in linea generale la madre perché siamo mammiferi, questo ci offre protezione dai predatori, un istinto che è alla base dei nostri bisogni. Questa cosa è stata modificata negli ultimi cinquanta anni in modo pesantissimo da una serie di interventi culturali

Ci può fare qualche esempio?

Ad esempio è stata attuata una medicalizzazione del parto sempre maggiore, una separazione precoce dalla madre, allattamento ad orari con una serie di interventi di rottura come ciuccio e latte artificiale. Le donne sono state portate a pensare di avere bisogno di molte "cose" per prendersi cura del loro bambino, sottovalutando il bisogno di contatto e l'importanza dell'allattamento naturale. Fino a qualche anno fa le contadine allattavano i loro figli per il primo anno di vita, portandosi il piccolo nei campi sulle spalle esattamente come fanno ancora molte donne africane. Se vediamo l'immagine di una Madonna con bambino negli affreschi, vediamo Gesù bambino attaccato al seno o dentro una fascia. E' del tutto evidente che è stata modificata una relazione di contatto.

In questo senso qual è stato il ruolo dei libri specializzati nel settore o di alcuni pediatri e neuropsichiatri anche molto conosciuti e che sono stati considerati dei veri e propri guru? Si pensi ad esempio, all'informazione che passava (e passa ancora) di madre in figlia che i bambini si viziano se vengono presi in braccio o a “Fate la nanna” di Eduard Estivill.

Questa letteratura ha esplicitato la pericolosità del contatto. Questi testi, infatti, hanno avuto un ruolo molto importante in questa direzione ma così facendo si nega un bisogno molto forte del bambino. Il bambino, crescendo, può sviluppare un distanziamento forzato o un ansia di base rispetto al contatto con gli altri. Questo, da adulto, influisce sul modo in cui ci si prenderà cura dell'altro e del modo in cui si amerà. E' una negazione del proprio bisogno vitale. Il modo in cui i genitori rispondono al bisogno primordiale del bambino e che sono comuni a tutti i bambini del mondo proprio perché siamo mammiferi, è estremamente importante per tutta la nostra vita futura. Essere mammiferi significa che abbiamo due bisogni essenziali da piccoli: contatto e latte ma esattamente in quest'ordine: prima il contatto e poi il latte. Il contatto ti garantisce la sopravvivenza in caso di attacco, hai bisogno di quel contatto per non essere predato. Molti studi hanno dimostrato che è esattamente così.

Che cosa può causare la negazione del contatto?

Altri studi condotti in orfanotrofio hanno dimostrato che la negazione del bisogno di contatto porta a patologie psichiche molto gravi e in alcuni casi addirittura la morte. Il bambino spesso diventa astenico o presenta dei ritardi. Di fatto il bisogno di contatto è la base fondante della nostra personalità e avere tare gravi compromette la nostra stabilità. Quando non si risponde al bisogno di cura del bambino quando si sveglia e si segue il sistema di “Fate la nanna”, il bambino può sviluppare alti livelli di cortisolo che lo pongono in una condizione di stress, promuovendo un attaccamento insicuro con un'ansia di base nel non sapere se i genitori risponderanno o meno al suo bisogno. L'autore ha dovuto dichiarare che il suo sistema non è positivo prima dell'anno di età. Ha, quindi, ritrattato le sue teorie. Secondo un recente studio si considera che i bambini che ricevono cure accudenti (con un tempo massimo della risposta, dal momento che hanno iniziato a piangere, di 90 secondi) piangono meno frequentemente e meno intensamente dei bambini lasciati piangere crescendo. Questa modalità di risposta al bambino promuove una maggiore autonomia. L'haptonomia promuove lo sviluppo di un attaccamento sicuro precoce. Questo significa che madre e padre in contatto col bambino già prima della nascita crea delle condizioni favorenti per cui il bambino quando nasce ha già l'aspettativa che i genitori risponderanno al loro bisogno. Sono bambini pacifici e con un ottimo livello di autonomia. Questo si vede dai primi momenti di vita: il modo in cui guardano o il modo in cui sostengono il capo, ad esempio. I bambini nati da un percorso prenatale secondo i principi dell'haptonomia sanno che saranno accuditi e che vi sarà una risposta ai loro bisogni. Normalmente sono bambini che stanno seduti prima, ad esempio. Il loro senso di sicurezza li fa diventare bambini esploratori.

A che età un bambino può essere separato dai genitori? Si pensi ai nidi che accolgono i bambini fin dal terzo mese di vita. Questo pone molte questioni che riguardano la conciliazione lavoro-famiglia per molte donne?

Bisogna tenere in considerazione una serie di fattori. E' importante ascoltarsi ed essere consapevoli. Un bambino nella pancia non sta bene a prescindere. Il grembo materno non è il luogo ideale a prescindere. Dipende dalle condizioni in cui vive la mamma. Non esiste un giusto momento e d'altra parte una mamma può anche decidere di delegare la propria maternità a qualcun altro. Per quanto riguarda i bisogni del bambino, posso dire che per lui è fondamentale stare vicino alla mamma o a chi si occupa della sua cura. E' necessario anche tener conto che i bambini crescendo sentono sempre più il bisogno di stare con altri bambini. Se la mamma è ben sintonizzata coi bisogni del bambino e il bambino si sente sufficientemente sicuro perché confermato affettivamente vi sarà in realtà un maggiore rispetto dei tempi della sua crescita e della sua autonomia.

Come si svolgono gli incontri di haptonomia perinatale e in che periodo della gravidanza?

Ho incontrato migliaia di coppie nei percorsi nascita, quasi sempre con la presenza del padre. I percorsi nascita pur facendo bene a tutti, spesso diventa difficile essere efficaci quando ci sono problemi individuali. Nella dimensione della preparazione alla genitorialità è importante includere entrambi i genitori. In haptonomia si include il corpo e la coppia. Qualche volta si inizia anche prima del concepimento per esempio in caso di fecondazione assistita perché spesso le donne devono affrontare percorsi molto lunghi e difficili. Si inizia quindi prima possibile e meglio se prima della ventottesima settimana. La coppia viene seguita per quasi due anni con un incontro di circa una volta al mese con un percorso individualizzato e non di gruppo.

Esiste un percorso di tipi haptoterapeutico non concentrato sulla genitorialità ma solo sulla coppia?

Sì, esiste per promuovere condizioni favorevoli all'affettività che dovrebbe essere naturale ma che spesso non lo è.

Come si lavora? Ci fa un esempio per quanto riguarda l'haptonomia perinatale?

Si lavora col bambino dentro la pancia della mamma, si stimola il contatto affettivo col papà e si lavora anche sull'elaborazione emotiva del parto. Si promuove una buona posizione del bambino nelle pancia prima del parto e poi si insegna come tenere bene in braccio un bambino dopo la nascita. Il bambino tenuto in braccio nel modo sbagliato o in uno stato d'animo di tensione, piange. A volte si tratta il bambino come se fosse una bambola, lo si cambia con gesti automatici, lo si sposta in modo frettoloso, senza il contatto degli occhi. I gesti vanno fatti in un certo modo con un'estrema attenzione al piccolo che riconosce se è trattato da persona o da oggetto.

Lei si occupa anche di lutti perinatali. Come interviene l'haptonomia in questi casi dolorosissimi e delicatissimi?

Una donna che subisce un'esperienza di questo tipo ha bisogno di fare pace col proprio corpo prima di dare la vita. Viene quindi fatto un percorso di accompagnamento della coppia con l'obiettivo di creare le condizioni per il miglior percorso nascita possibile.

Quanto costa un incontro con un haptoterapeuta?

Circa 80 euro a incontro

Dove ci si può rivolgere per intraprendere un percorso di haptoterapia o semplicemente per saperne di più?

Si può consultare l'albo francese visibile nel sito www.haptonomie.org e per approfondimenti in lingua italiana www.haptonomia-perinatale.it

Maternità tra Estasi e InquietudineVoto medio su 2 recensioni: Da non perdere
ConTatto

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.