I seguaci non ammirano il nostro valore, disprezzano il proprio

"Rais" è il nuovo romanzo di Simone Perotti ovvero La Simoneide. La storia è quella del pirata Dragut Rais vissuto tra il 1485 e il 1565, è un'opera eccezionale che ha richiesto anni di lavoro e in cui sono condensate storia, geografia, scienza, navigazione, mare, coraggio, valore, azione, passione, amore, psicologia e altro ancora.

I seguaci non ammirano il nostro valore, disprezzano il proprio

Colpisce la notevolissima ricerca unita ad una capacità narrativa straordinaria che contraddistingue tutti i lavori di Simone ma che in questo ultimo vede la sua massima espressione.

Un libro che è un ode a due cose che per Simone sono di importanza fondamentale cioè l’amore per il mare e l’amore per la libertà.

Il modo migliore per commentare il valore questa opera è dare un assaggio di solo alcune tra le tante perle di saggezza disseminate nel libro. Ho messo un titolo agli argomenti di riferimento, per il resto sono brani riportati dal libro di Simone.

Se volete immergervi in una avvincente avventura dai profondissimi risvolti umani e psicologici e che vi prende dall’inizio alla fine, è il libro che fa per voi.

Le guide

“E che bisogno c’è di una guida? Cos’è questa maledetta faccenda della guida?! Il mare è il mare! La barca una barca! Il timone, il vento la chiglia…. Il braccio, eccola la nostra guida! Noi siamo la nostra guida: per perdersi comunque, per sbagliare, ascoltare il mugugno fatale del destino che ci rimbrotta, per morire, tanto vale non darsi pena di cercare una guida. E non arrecare illusioni essendolo. L’ammiraglio è l’uomo più infelice della terra.”

Quando cercano una guida, gli uomini suscitano pena e disprezzo. Rinunciano a condursi da soli, e si condannano alla schiavitù. In questo sta il potere del comandante, in questo risiede la loro fragilità. Senza di essa nessuno potrebbe governarli. Di lei si ciba la fiducia del nemico, che a sua volta spera in un altro comandante, candidandosi perciò ala sconfitta. Le guerre sono sempre un congresso di disperati.”

Dominio

“Dominare è essere dominati”

Incatenati

“Quello che sappiamo fare ci incatena, la nostra bravura ci affonda, il nostro bisogno di riconoscimento e protezione ci taglia le gambe”

“Le nostre doti sono la tomba della libertà. Ciò che facciamo bene è la lapide del nostro destino”

Fragilità e natura

“Siamo così fragili, un sottile strato di pelle ci separa dall’universo, eppure tendiamo a sottovalutare l‘incidenza della natura sulle nostre azioni, ancor più sulla nostra condizione interiore”

Sapere e non desiderare

“Il mondo è pieno di gente che sa ma non desidera, eppure quanto migliore è l’uomo  che brama, giacchè si può imparare ogni cosa ma non la curiosità!”

L’ignoranza

“Solo gli ignoranti hanno un Dio che chiede loro di uccidere in suo nome. Se hai una patria devi combattere per essa, se hai un Dio devi fare una jiahd. Se studi invece sei libero. La tua devozione è al sapere, alla vita, non all’ignoranza, e la guerra la fa solo la gente ignorante, marinaio o fante che sia…”

Dio e la religioni

“Quando l’uomo  può vivere la sua vita con qualche speranza, mirando bene a qualcosa  che almeno somigli alla libertà, quando la fede nella sua prua basta a stabilire a rotta, non c’è più bisogno di temere, e non c’è alcun motivo di pregare. Soprattutto non c’è bisogno di Dio”

“La religione, il culto di Dio, le preghiere, i digiuni , i divieti, la fatwa e comandamenti non sono che distrazioni , ossequi alla cultura del potere. Quando un uomo teme l’incertezza della sua vita, fa qualunque cosa per assicurarsi a qualcuno. Anche pregare”

I finti buoni

“Al finto buono che inganna preferirò sempre il cattivo. Almeno è sincero”

L’arguzia

“Non ho mai trovato nulla di più affascinante dell’arguzia, che supera di mille misure la forza, ed è fatta di creatività e forza d’animo, sorelle libere dell’intelligenza”

Valore

“Con il valore si prevale, non con l‘inganno”

Separazioni

“Chi pensa ad altro da quello che fa è perduto. Ma ancora più perduto chi separa ciò che è da ciò che fa, e tenta di riunire le parti con l’oppio”

Orazione funebre

“Chi parla sempre al passato, canta la sua orazione funebre”

Schiavitù

“Ogni cosa che non abbiamo fatto, che non siamo stati, è la prova della nostra libertà o l’emblema della nostra schiavitù”

Andare

“Dovresti andare, l’uomo che non va è morto”

Rinunciare alla libertà

“Gli uomini sono tutti Rais. Non ammetterlo non cambia questa verità. Preferiscono solo fare meno fatica, e per questo rinunciano alla libertà”

Da soli

“Prima o dopo, ad ognuno tocca navigare da solo. E’ il mare che lo impone: meglio per scelta che necessità. Meglio imparare che subire”

Per approfondimento QUI

QUI per acquistare il libro

Ufficio di Scollocamento Voto medio su 4 recensioni: Buono

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.