I media rilanciano i nomi evocativi degli anticicloni che portano il caldo sahariano: Lucifero, come se divino e anti-divino avessero qualcosa a che fare con i cambiamenti climatici conseguenza della dissennata azione dell'uomo sul Pianeta e con i 40-50 gradi con cui dobbiamo fare i conti in questi giorni d'estate.
“La prima grande estate fuori dalla normalità climatica del Mediterraneo – ha spiegato il metereologo Luca Mercalli - è stata nel 2003, dopo ci sono state quelle del 2012 e del 2015 anche se un po’ meno calde e questa del 2017 che già oggi ha tutti gli ingredienti per diventare forse la terza più calda della storia. Questi fenomeni nei prossimi anni diventeranno sempre più frequenti, sempre più lunghi e toccheranno picchi più alti. Adesso il nostro massimo in Pianura Padana è 40 gradi C, al Sud sui 45 gradi, fra 20 anni il picco massimo potrebbe essere di 45 in Pianura Padana e 50 in Sicilia”.
E ha aggiunto: «Ci sono già zone del mondo dove le simulazioni dicono che a fine secolo si arriverà alla invivibilità fisica ovvero a quelle condizioni di calore e umido dove non è più possibile la sopravvivenza del corpo umano».
E proprio nel bel mezzo di questa ondata di calore è arrivato l'Earth overshoot day, accolto dai più tra un ombrellone, una sedia-sdraio in spiaggia e una birra ghiacciata. Il 2 agosto abbiamo finito tutte le risorse della Terra che avremmo dovuto "consumare" in un anno, quindi da ora fino al 31 dicembre andremo a "debito", eroderemo ogni margine residuo. E sono anni che andiamo avanti così, peggiorando continuamente.
Per spiegarla ancora più chiaramente, ogni anno il Global Footprint Network calcola l’impronta ecologica dell’umanità (le nostre necessità di risorse da aree agricole, pascoli, foreste, aree di pesca e spazio per le infrastrutture e per assorbire il biossido di carbonio, la CO2), e la confronta con la biocapacità globale, ossia la capacità dei sistemi naturali di produrre risorse e assorbire biossido di carbonio. Secondo questi dati, dagli inizi di agosto sino alla fine dell’anno, soddisferemo la nostra domanda ecologica dando fondo alle risorse (il capitale) e accumulando gas ad effetto serra nell’atmosfera. Il calcolo è del Global Footprint Network, evidenzia come ogni anno questa giornata cada sempre prima a causa dell’aumento dei consumi mondiali . L’anno scorso era stata celebrata l’8 agosto, due anni fa il 13 agosto, nel 2000 a fine settembre.
Se tutti gli abitanti del globo vivessero come gli italiani ci sarebbe bisogno di 2,6 Terre per sostenerne i consumi. In questo elenco siamo decimi al mondo, mentre al top ci sono Australia (5,2 pianeti), Stati Uniti (5) e Corea del Sud (3,4). Invece per soddisfare con risorse nazionali solo la domanda degli italiani ci sarebbe bisogno di 4,3 «Italie». In questo siamo al quarto posto dopo Corea del Sud (8,8), Giappone (7,1) e Svizzera (4,3).
C'è bisogno di essere più chiari?
Leggi anche:
Il clima ci condanna ma ci ostiniamo a far finta di nulla
Le proposte dei nonni per risolvere l'emergenza idrica (a Roma e non solo)
L'auto vince su tutto: così firmiamo la nostra condanna a morte