Pier Luigi Bersani, suo malgrado, ce ne ha data l’ennesima conferma, così come ci ha confermato che a leggere questo giornale digitale sono tanti e variegati. Bersani alla trasmissione televisiva Bersaglio Mobile del 28 febbraio scorso ha detto testualmente di aver «trovato il sistema per risolvere il problema lavoro» e, udite udite, ha citato «un piano di investimenti per la manutenzione del paese, la green economy, il risparmio energetico e ha lanciato la proposta di ristrutturare gli edifici singoli a fini di risparmio energetico e ambientale, estendendola poi a condomini e periferie. Così», prosegue il Bersani, «si darebbe da lavorare a ingegneri, geometri, urbanisti, vigili urbani, architetti» (oltre che a ditte e maestranze, ovviamente, n.d.a.). Poi ha citato il fatto che «in edilizia si sono persi 600 mila posti di lavoro», quindi si presuppone che con il suo piano se ne creerebbero altrettanti.
Il Bersani stia tranquillo, non lo accuseremo di plagio o di averci copiato spudoratamente pure le virgole. Non gli chiederemo nemmeno un posto di lavoro, se malauguratamente venisse eletto, ma è ormai chiaro che anche chi da sempre ha fatto di tutto e di più contro l’ambiente capisce, in maniera ovviamente strumentale, che se si vuole a ragion veduta parlare di lavoro, occupazione, non si può che guardare all’ambiente e a un'idea di mondo che ovviamente Bersani non sa nemmeno da che parte stia; ma da consumato professionista della politica, ha capito che potrebbe "tirare". Chiaramente in bocca sua quelle parole fanno decisamente ridere, dato che ci troviamo di fronte a uno dei tanti Attila dell’ambiente, che in tutti i ministeri da lui presieduti ha devastato con una logica sistematica. Non dimentichiamoci che Bersani è stato sempre un nuclearista convintissimo, cambiando idea molto opportunisticamente solo dopo Fukushima e vista la malaparata del referendum. Sentire parlare Bersani di ambiente, risparmio energetico, eccetera, fa infatti la stessa impressione di Berlusconi che afferma di non dire mai falsità. E visto che Bersani è stato ministro di quasi tutto, ci si chiede come mai non abbia applicato prima questa sua sensazionale politica ed è interessante notare come anche lui, che è uno dei maggiori rappresentanti dei comitati d’affari, si appropri di quello che noi diciamo da sempre come sensato, utile e fattibile.
Lasciando da parte i patetici opportunisti dell’ultimo secondo come Bersani, il Movimento 5 Stelle è ad oggi da un punto di vista politico, il soggetto che ha saputo recepire meglio e di più i tanti input che vengono da chi propone in maniera onesta e sensata dei cambiamenti effettivi. Anche se la strada da fare è ancora tanta e non mancano degli scivoloni di percorso, i 5 Stelle sembrerebbero motivati a mettere in pratica molte delle indicazioni di chi da sempre con fatica e affrontando ogni tipo di difficoltà e scetticismo ha portato avanti negli anni. Nel 1996 giravamo l’Italia con la nostra Mostra itinerante Casa ecologica in tour con Beppe Grillo, uno dei pochissimi che credeva e supportava questi “pazzi” che dicevano già all’epoca e da anni quello che Bersani scopre solo oggi. E tanti, quasi tutti all’epoca, ci dicevano che eravamo utopisti, fuori dal tempo, non realisti, sognatori. La visione dei pazzi utopisti si è però rivelata molto realistica, pragmatica e con i piedi ben piantati per terra, poichè per quanti voli pindarici si possano fare, non si può barare sulla finitezza delle risorse, sull’inquinamento, sui cambiamenti climatici, sulla infelicità delle persone, sulla mancanza di senso che produce una società votata alla vendita di tutto, compresa la propria anima e alla conseguente distruzione del pianeta. E la migliore sicurezza che si può dare alle persone è una comunità ritrovata e ricostruita. Il miglior ambiente è quello dal quale abbiamo tutto da imparare e che salvaguardiamo per davvero, non solo a parole o slogan. Il miglior lavoro è fatto di senso, di etica, di valori, di manualità, di creatività e di rispetto. Il miglior futuro è quello dove le persone si sostengono a vicenda e costruiscono una società sostenibile dove sia compresa tutta l’umanità e non solo quella dei privilegiati come noi. Solo una visione di assieme, lungimirante, saggia ma pratica e creativa può darci speranza di riuscire. In questo senso le parole e gli atti che abbiamo sempre perseguito hanno già vinto perché sono diventati ormai patrimonio diffuso e non più ghettizzati alle parole di pochi ambientalisti considerati naif ai quali si diceva che non sapevano come stanno le cose.
Ad oggi chi conferma di non sapere come stanno le cose è proprio colui che, vivendo un mondo che non esiste più, si ostina ancora a non accettare le evidenze. Evidenze che dicono che il Cambiamento è in atto e non è arrestabile, perché dietro a questo Cambiamento c’è una moltitudine che conta e realizza molto. E solo una politica che ascolta ed è attenta, può a sua volta applicare e beneficiare di quello che la moltitudine inarrestabile del Cambiamento propone.