Il clima continua a cambiare, in peggio, ma nessuna rivoluzione in vista

L'ultimo rapporto IPCC non lascia dubbi: l’influenza umana ha surriscaldato l’atmosfera, gli oceani e l’intero pianeta e i governi hanno la responsabilità di agire concretamente. E’ necessario che questo monito diventi un impegno personale per tutti.

Il clima continua a cambiare, in peggio, ma nessuna rivoluzione in vista

Poche settimane fa, l’IPCC ha rilasciato il suo più recente rapporto sullo stato della scienza sul clima (IPCC Report on Climate Science), il sesto in oltre 30 anni. Analizziamolo sinteticamente con il supporto dell’analisi svolta da due noti ricercatori, Eric Roston e Akshat Rathi che ricordano subito che anche il cosiddetto “summary for policymakers” è una sintesi approvata dalle delegazioni di 195 nazioni.
Ecco le 5 principali conclusioni alle quali giungono i ricercatori.
L’ultima decade è stata la più calda negli ultimi 125.000 anni e il livello della CO2 è adesso al picco negli ultimi due milioni di anni. Il consumo di combustibili fossili ha contribuito, insieme all’agricoltura, ad emettere metano e protossido di azoto, anch’essi gas serra, come non mai negli ultimi 800.000 anni. L’insieme dei gas serra ha innalzato la temperatura globale media di circa 1,1°C rispetto alla media dell’ultimo secolo. Il genere umano, in realtà, ha già rilasciato in atmosfera gas serra tali da riscaldare il pianeta fino al fatidico +1,5°C (uno degli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi) ma le emissioni di particolato fine derivanti dai combustibili fossili lo stanno nascondendo attraverso un effetto di raffreddamento. Il contributo combinato al riscaldamento globale dei fattori naturali, quali il sole e i vulcani, è ora stimato essere quasi nullo.

Gli scienziati possono adesso, molto più che in passato, collegare specifici eventi al cambiamento climatico indotto dal genere umano. Ad esempio, venti anni fa era virtualmente impossibile attribuire una particolare tempesta o picco di temperatura al riscaldamento del gobo. Adesso è diverso, la scienza del clima è progredita molto negli ultimi anni, in particolare dal precedente rapporto IPCC del 2013. Nessun tema è così stimolante come l’analisi in tempo reale degli eventi meteorologici stremi al fine di determinare che ruolo sta giocando il cambiamento climatico. L’ondata di caldo mortale che ha attanagliato la costa occidentale del nord America a giugno aveva evidenziato la responsabilità umana e il World Weather Attribution (World Weather Attribution – Exploring the contribution of climate change to extreme weather events), un gruppo di ricerca internazionale, ha affermato che le temperature straordinarie registrate sarebbero state impossibili senza gli effetti del cambiamento climatico.
Gli scienziati, dopo 40 anni di ricerca, hanno ristretto l’intervallo di stima di come le temperature rispondono alle emissioni di gas serra. Partendo dalla ricerca sul clima del passato e utilizzando tecnologia satellitare avanzata che monitora le nuvole e le emissioni, nuovi modelli hanno ristretto le proiezioni della probabile risposta dell’atmosfera alle emissioni antropogeniche. Ciò ha permesso agli autori dell’IPCC di focalizzare le loro proiezioni della temperatura fino a fine secolo, fornendo un quadro più chiaro di cosa potrebbe accadere se non agiamo velocemente per ridurre tali emissioni. La risposta del nostro pianeta a un teoretico raddoppio dei livelli di CO2 preindustriale è ora stimata tra i 2,5 e i 4°C, un intervallo decisamente più piccolo rispetto ai precedenti rapporti che lo stimavano tra 1.5°C e 4.5°C. Questi risultati escludono la possibilità che emissioni senza controllo avranno solo un lieve effetto sulle temperature globali, speranza alla quale ormai in pochi si aggrappano. C’è un solo modo per stare sicuri: porre rapidamente fine al rilascio di anidride carbonica e altri gas serra.

La Terra ricompensa i buoni comportamenti. Non appena le emissioni cesseranno, cesserà il riscaldamento e le temperature si stabilizzeranno in un paio di decadi. Ma alcuni effetti, come l’innalzamento del livello del mare, rimarrà irreversibile per secoli. E’ una corsa tra l’evitabile e l’inevitabile con l’umanità che giocherà un ruolo fondamentale. In questo rapporto, l’IPCC ha aperto nuove strade, proiettando cosa accadrà quando le nostre emissioni si azzereranno. Non appena l’utilizzo di fonti fossili verrà ridotto, l’effetto di raffreddamento degli aerosol inizierà a diminuire e gli scienziati sono convinti che un modo per tener conto di questo declino sarebbe quello di perseguire forti e rapide riduzioni nelle emissioni di metano. Al di là della CO2, del metano e del protossido di azoto vi sono anche altri gas serra che darebbe opportuno monitorare meglio al fine di contribuire al rallentamento del riscaldamento globale.
Conclusioni: gli scienziati dell’IPCC rilasciano i loro rapporti dopo un ampio consenso da parte di tutti i governi delle Nazioni Unite. A volte si discute animatamente, in quanto, si ricorda, molte decisioni, seppur riconducibili a “scientifiche” hanno un’alta valenza politica e, quindi, economica. Questo nuovo rapporto inizia proprio con una dichiarazione inequivocabile e cioè che l’influenza umana ha surriscaldato l’atmosfera, gli oceani e l’intero pianeta e tutti i governi hanno la responsabilità di agire concretamente. Non è il primo monito che arriva e non sarà l’ultimo, purtroppo. E’ necessario che questo monito diventi un impegno personale per tutti.

 

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