Sono uscite le classifiche dei guadagni dei magnati del lusso e ancora una volta si rimane sconvolti. Cifre al di là di ogni immaginazione intascate da persone che vendono il superfluo e lo vendono pure carissimo. Miliardi di euro guadagnati per vendere ciò che si ostenta e che si paga profumatamente solo per un valore dato da altri, non certo per il suo valore intrinseco. Si pensi ad esempio alla moda, dove per una firma, un capo di abbigliamento realizzato spesso con il sangue di schiavi e schiave, pagati pochi euro, viene venduto per migliaia di euro. Di fronte a questa follia ci si chiede: ma come è possibile che in un mondo dove ci sono oltre 800 milioni di persone che fanno la fame, dove l’80% della popolazione è in condizioni difficili o disperate, fra guerre, mancanza di beni essenziali, di acqua, di libertà minime, si possa accettare che esista chi guadagna in maniera così vergognosa? Non è forse un oltraggio? Un'offesa alla dignità umana? Nel mondo alla rovescia nel quale viviamo sembrerebbe di no, tutto normale, niente da eccepire.
E in questa situazione in cui c’è chi ha tutto e chi non ha nulla, si ha pure il coraggio di dire che il problema del mondo è la sovrappopolazione, quindi implicitamente dei paesi poveri che fanno troppi figli. Perciò oltre il danno la beffa: non solo i ricchi guadagnano in maniera scandalosa e affamano gli altri, ma la colpa dei problemi del mondo sarebbe pure dei poveri. Siamo proprio al ribaltamento della ragione.
Perché si accettano tranquillamente queste ingiustizie colossali, queste vergogne assolute? Perché non si mette in discussione una società che istituzionalizza l’ingiustizia e la fa sistema? E i miliardari ovviamente fanno beneficenza o tengono in piedi fondazioni per i poveri, così che la loro coscienza sia lavata elargendo qualche ininfluente briciola per poter continuare a fare tutto come prima.
Dai boss della malavita e narco trafficanti a cui si dedicano libri e serie televisive, fino ai politici e imprenditori senza scrupoli, dai magnati del lusso, alle influencer, dai super manager agli sfruttatori di ogni sorta, fino ai padroni degli imperi informatici, se sei ricco e famoso diventi un modello di successo da seguire, non importa come hai ottenuto quella ricchezza e quel successo. Anzi, in Italia se ottieni qualcosa fregando e sfruttando il prossimo, sei pure considerato uno furbo e scaltro.
Un tempo quando ancora esistevano pensieri che rivendicavano uguaglianza o perlomeno una maggiore parità fra le persone, si facevano grandi manifestazioni, grandi lotte. Poi il potere ha capito che era meglio far credere che anche il povero, anche lo sfruttato potesse entrare nel paese dei balocchi così bene illustrato dal megafono dei ricchi, cioè la televisione. Così, attraverso il bombardamento pubblicitario, il “popolo” ha visto che era più semplice, più appetibile inseguire il soldo, il consumismo, prendendo come esempio proprio quei miliardari che venivano presentati come persone di successo. Basti pensare a personaggi come Berlusconi o Trump, miliardari che vengono votati pure dai poveracci in una evidente schizofrenia.
Ma che non sia inevitabile il peggioramento e che non tutti si debba per forza seguire modelli deleteri è dimostrato da qualcuno che, pur ricco e famoso, la pensa diversamente da chi ostenta. Il calciatore del Liverpool Sadio Manè in una recente intervista ha detto cose interessanti, nonostante non sia un intellettuale o un professore universitario (o forse proprio per quello?).
«Perché dovrei volere dieci Ferrari, venti orologi con diamanti e due aerei? Cosa faranno questi oggetti per me e per il mondo? Ho avuto fame, ho lavorato nei campi, sono sopravvissuto a tempi difficili e ho giocato a piedi nudi, senza avere il privilegio di andare a scuola. Oggi, con quello che guadagno, posso aiutare le persone. Non ho bisogno di sfoggiare auto o appartamenti di lusso, viaggi o aerei. Preferisco che la mia gente riceva un po' di quello che mi ha dato la vita».
Più chiaro di così...