Sonia Savioli è una scrittrice scomoda, ostica per chi è abituato ai bizantinismi comunicativi, alle perifrasi, al "dire ma non dire" e soprattutto a non disturbare nessuno o quasi, tantomeno il manovratore. Sonia è diretta, netta, chiara senza inutili fronzoli, non le manda a dire.
Ma non è di quelle persone che sparano teorie senza prove, senza dati, senza ricerca, la sua è sempre una verifica, una informazione di più anziché di meno e quello che scrive si basa sui fatti. E la cosa ancora più interessante che spesso i fatti glieli forniscono direttamente i potenti del pianeta, nelle loro dichiarazioni che si fanno forti del fatto che ormai possono dire e fare quello che vogliono, tanto, avendo in mano politica e media mainstream, possono anche affermare chiaro e tondo i loro deliri di potere, le loro folli teorie e nessuno andrà a disturbarli, intralciarli.
Il suo ultimo libro si intitola "Il mercato della malattia".
I potenti del pianeta sono spesso legati al mondo della salute di Big Pharma visto come business, che con la salute non ha più niente a che fare, primo e ultimo obiettivo sono i soldi e le persone sono cavie su cui sperimentare ogni tipo di rimedio atto a fare guadagnare sempre di più. Che il rimedio funzioni o meno è del tutto ininfluente, tanto in caso di problemi si trova sempre il modo di passarla liscia. E se, come succede a volte, qualcuno viene condannato per questa o quella malefatta che nel frattempo ha ucciso migliaia di persone, pagano le multe che devono e continuano imperterriti nella loro corsa al profitto schiacciasassi ma sopratutto schiaccia persone.
Probabilmente prevedono prima che eventuali problemi suscitati e relativi risarcimenti saranno minori dei profitti che faranno e quindi procedono lo stesso pur sapendo dei danni che ne deriveranno.
Tutte queste ben poco edificanti azioni e modi di procedere, Sonia li elenca precisamente con riferimenti, dati, cifre, fatti, dichiarazioni che fanno rabbrividire.
Così la malattia è diventata un mercato, forse il più grande mercato del pianeta dove se non c’è una malattia la si inventa, dove basta spostare parametri di salubrità e oplà eccoci malati anche se il giorno prima eravamo considerati sani. Malati con relative tonnellate di medicine da comprare, tanto che ormai le farmacie sono diventate degli ipermercati....
E più malati ci sono o si inventano e più ci sono guadagni, infiniti guadagni. I sani sono il vero nemico del mercato della malattia per ovvi motivi; il sano di corpo, e soprattutto di mente, non è ben visto dall’industria del farmaco perché più siamo sani e meno profitti fanno. Viene il sospetto che, dato che ci sono giri di miliardi e miliardi, più sani ci sono e peggio è e i malati siano necessari affinché tutto il baraccone stia in piedi. E se i malati sono necessari, vengono veramente brutti pensieri che forse c’è più interesse che la gente stia male che non stia bene. Se sto bene non uso farmaci, non ho bisogno di medici e ospedali e per chi basa il suo profitto sull’industria della malattia il sano è quindi assai pericoloso. E se il sano è pericoloso e la malattia una necessità economica, non sarà che più malattie ci sono e meglio è?
Malattie vere, inventate, costruite a tavolino con l’aumento di questo o quel parametro, chissà poi, forse anche malattie fatte uscire da laboratori dove gli apprendisti stregoni giocano con le loro formule e scoperte malefiche, chissà...
Dopo “Il giallo del Coronavirus” quindi, ecco un altro capitolo fondamentale per capire quanto il mercato della malattia sia pervadente e forte. Un libro che chiunque abbia a cuore la propria salute dovrebbe leggere, un libro saggio e sano, pieno di logica e buon senso, quella logica, buon senso e vera scienza che abbiamo visto calpestati soprattutto negli ultimi tre anni.
Un libro che andrebbe citato tutto e mi limito solo a quella che si può definire una necessaria rivoluzione:
«Una vera rivoluzione che ritorni alla collaborazione tra gli umani e a un rapporto di integrazione con quella che chiamiamo “natura” e che non è altro che la vita stessa. Tutto questo significa recuperare la capacità di valutare le conseguenze delle proprie azioni in tutti i campi; significa saper costruire comunità solidali e una vera democrazia, cioè un vero governo del popolo a livello locale e nazionale. Significa che tutto ciò che costituisce una necessità primaria per le persone deve essere pubblico e sotto il controllo dei cittadini. Significa che dobbiamo imparare ad organizzarci autonomamente, creando reti di solidarietà, studiare insieme, lavorare e decidere insieme. Significa che dobbiamo eliminare dai nostri consumi e dalla nostra vita tutto ciò che inquina, distrugge, dissipa risorse trasformandole in rifiuti tossici, e dobbiamo farlo il più velocemente possibile».
Quindi non rimane che leggere “Il mercato della malattia” e ringraziare menti e coraggio di persone come Sonia. Nonostante si faccia di tutto per tacitare, infangare e demonizzare chi si ostina a pensare con la propria testa, queste persone non hanno paura di dire le cose come stanno.