di
Matteo Marini
03-06-2013
Dopo il sequestro sui beni della capogruppo Riva Fire e le dimissioni del Consiglio di amministrazione, sul futuro dell'Ilva di Taranto vi è una grande incertezza. In una situazione molto complicata, il Governo è chiamato a prendere una decisione, ovvero se commissionare o meno l'azienda.
Vitaliano Esposito, garante delle procedure di risanamento dell’Ilva di Taranto (dettate dall’Autorizzazione Integrata Ambientale) non ha usato mezzi termini: “(l’Ilva, ndr) È un'autentica nave senza nocchieri in gran tempesta”. Scrivendo al Presidente Letta, al Ministro dell’Ambiente Orlando e della Salute Lorenzin, Esposito si è detto: “molto preoccupato dopo aver constatato lo stato di insicurezza giuridica in cui versa l'azienda dopo le dimissioni dei dirigenti e dei quadri […] ho rilevato dei problemi e un aspetto di grande criticità deriva dalla conseguenze sull'azienda delle dimissioni di dirigenti e quadri. Non ci sono le condizioni per operare serenamente. Lo stabilimento non è in grado di funzionare”.
Il governo da parte sua, sembra sia al lavoro per un decreto che opti per il commissariamento dell’azienda, un altro decreto per mettere al sicuro produzione e occupazione dell'industria pugliese, non considerando quante volte – come racconta il Fatto Quotidiano – lo Stato ha soccorso anche economicamente l’Ilva.
Il Ministro dello Sviluppo, Flavio Zanonato, ha tenuto a sottolineare (per l’ennesima volta): “Non abbiamo alcuna intenzione di contrapporci alla magistratura”, cercando di rassicurare sul futuro dello stabilimento sia i sindacati che Confindustria. Quest’ultima continua però a chiedere che lo stabilimento rimanga nelle mani degli imprenditori: “Confindustria chiede che venga garantita continuità produttiva allo stabilimento e che la gestione dell'impresa resti in mano agli imprenditori o ai loro rappresentanti adottando tutti i provvedimenti necessari all'applicazione dell'Aia”.
Dal fronte dei sindacati, si registra la dichiarazione di Paolo Carcassi, segretario confederale della Uil, il quale – oltre a dire, come altre sigle, che non ci sono soluzioni univoche per l’Ilva – ha precisato come i tecnici: “stanno approfondendo diverse soluzioni” e “il garante per l'attuazione dell'Aia darà conto delle sue decisioni prima del giorno 5 giugno, quando è stata convocata l'assemblea dell'azienda”.
Dalla Regione fa eco il Presidente Vendola, ipotizzando anche soluzioni per questa situazione: “Si sta consolidando l'orientamento della separazione tra la sorte dei Riva e quella della fabbrica. Immagino un unico commissario, perché sarei perplesso se si separasse la bonifica dalla produzione degli impianti. Da agosto ad oggi non sono state applicate le indicazioni dell'Aia e la legge 231 sulla responsabilità di impresa si è dimostrata insufficiente a realizzare gli obiettivi sacrosanti da raggiungere, quindi serve uno strumento nuovo perché la proprietà non si è dimostrata un interlocutore affidabile”.
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