Ilva: "A fine settembre la nuova Aia". Clini e Vendola fischiati a Taranto

Il sequestro dei sei impianti dell'Ilva disposto dal Gip Todisco a fine luglio è stato confermato dal Tribunale del Riesame, che stamattina ha depositato le motivazioni. Con l’intervento del Tribunale, però, si è aperta nei giorni scorsi anche una campagna, da parte del governo, per screditare l'operato della magistratura. Il ministro Clini ha promesso che entro fine settembre sarà rilasciata una nuova Aia. Le dichiarazioni sue e di Vendola il 17 agosto a Taranto sono state fischiate e disapprovate dalla popolazione. Intanto, continuano le "ispezioni a sorpresa".

Ilva:
Scegliere tra lavorare e vivere. Così continua a presentarsi la questione agli operai dell’Ilva di Taranto che, dopo il sequestro dei 6 impianti disposto dal Gip Todisco a fine luglio e confermato poi il 7 agosto dal dal Tribunale del Riesame (che stamattina ha depositato le motivazioni del sequestro, non ancora notificate, ndr), sono costretti a lottare affinché il gruppo siderurgico presieduto da Bruno Ferrante, metta finalmente mano alla sicurezza ambientale di tutta l’industria, investendo qualche euro in più per non continuare a far ammalare i lavoratori e i cittadini di tumore. Lo stesso Presidente Ferrante, è stato nominato dal Riesame come custode e amministratore degli impianti sequestrati per le questioni amministrative, dovrà svolgere le funzioni di datore di lavoro per l’intero stabilimento e sarà responsabile dell’attuazione delle prescrizioni e delle procedure per l’ottenimento dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), ma per gli impianti non sequestrati. Con l’intervento del Tribunale, però, si è aperto nei giorni scorsi anche un fronte di scontro con il governo nazionale che, con una vena 'molto ecologista', ha paventato l’ipotesi di un ricorso alla Consulta contro le ordinanze del Gip Todisco. Le dichiarazioni dei Ministri dell’Ambiente e dello Sviluppo, si sono concentrate su un concetto di berlusconiana memoria: “È impensabile che i giudici decidano sulla politica industriale di un paese”. Poi, rendendosi conto che forse erano stati poco accorti, hanno virato verso più miti consigli, lanciando comunque una sorta di ricatto. Questa, la dichiarazione del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini, durante l’audizione alla Commissione Attività produttive della Camera, poco prima ferragosto: “Confermo che stiamo lavorando sull'ipotesi di un ricorso alla Consulta ma il 17 siamo a Taranto, mi auguro di avere un colloquio almeno con il Procuratore capo: se riusciamo a trovare un punto di equilibrio abbiamo risolto i problemi. Invece di aprire un conflitto potremmo lavorare insieme”. L’incontro, svoltosi tre giorni fa e al quale ha partecipato anche il Presidente della Regione Vendola, non ha portato a grossi risultati visto che l’Ilva – sempre per bocca di Bruno Ferrante – ha affermato che stanzierà solo 146 milioni di euro per l’ambiente: “Abbiamo già impegnato e finanziato 90 milioni di euro e abbiamo in animo di finanziarne a breve altri 56: per un totale di 146 milioni che l’Ilva mette per l’ambiente”. Il Ministro Passera teme che questa cifra possa non bastare e che il governo debba ricorrere a fondi europei. Sul conflitto con la magistratura pugliese, l’ex ad di Intesa San Paolo si è mostrato poi molto tranquillo: “Auspichiamo che non vengano prese decisioni che siano irrimediabili (lo spegnimento degli impianti, ndr) nelle loro conseguenze […] la collaborazione con la magistratura è e sarà totale […] Oggi c’è stato chiaro e forte il consenso su una questione di fondo, non ci può essere una scelta tra la salute e il lavoro […] Si convinca la magistratura ad aiutare il processo di ammodernamento dell’Ilva in modo tale che l’azienda sia totalmente in linea con le regole, ma che questo non porti alla chiusura dello stabilimento”. Molto più fermo nel delineare una road map di obiettivi, il titolare del dicastero dell’Ambiente, Corrado Clini, il quale ha detto che entro fine settembre sarà rilasciata una nuova Aia e che ha: “preso atto della decisione spontanea e non richiesta di alcuni membri (della commissione che ha stilato l’autorizzazione nel 2011, ndr) di mettere a disposizione il loro mandato”. Il Ministro probabilmente si riferisce all’inchiesta Ilva Bis che ha coinvolto un membro della commissione che stilò l’ultima Aia, il quale si faceva corrompere per pilotare le ispezioni all’Ilva, come documenta Repubblica che ha pubblicato per prima le intercettazioni dell’inchiesta, non più coperte da segreto istruttorio. Altre intercettazioni, riguardano anche dirigenti dell’Ilva e in particolare la famiglia Riva. Clini si sofferma proprio sulla prima tranche di intercettazioni e, parlando con i giornalisti, confessa di averle lette sui quotidiani e che: “metterebbero in evidenza un cointeresse tra alcuni componenti della commissione e l’Ilva […]. Su questo ho chiesto immediatamente spiegazioni la direzione competente mi sta preparando un rapporto”. Nel corso della giornata, si sono svolte diverse manifestazioni in più punti della città di Taranto. Tra le tante, quella in piazza Immacolata, ha visto la partecipazione di un migliaio di persone. Molti hanno indossato la maglietta verde del Comitato cittadino liberi e pensanti, sul palco – come scrive Il Fatto Quotidiano - sono intervenuti diversi esponenti ambientalisti locali e più volte è stato scandito il nome del gip. Fischi, invece, per il ministro Clini e minuto di silenzio per le vittime dell’inquinamento ambientale. Fischi e disapprovazione anche per Nichi Vendola, accusato dai manifestanti di aver mal gestito negli anni la vicenda dell’inquinamento prodotto dagli impianti. La notte stessa, i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce hanno accompagnato all’interno dello stabilimento i custodi e gli amministratori giudiziari delle aree e degli impianti sottoposti a sequestro. Secondo i bene informati, si sarebbe trattato solo di un semplice controllo. Il gip Patrizia Todisco, infatti, ha affidato ai custodi giudiziari il compito “di garantire la sicurezza degli impianti e utilizzarli in funzione della realizzazione di tutte le misure tecniche necessarie per eliminare le situazioni di pericolo e della attuazione di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni inquinanti”. L’ispezione a sorpresa è durata circa quattro ore: da poco prima della mezzanotte alle 4 del mattino e ha riguardato le acciaierie 1 e 2 e il settore gestione rottami ferrosi. L’ordinanza della Todisco degli inizi di agosto, stabilisce che i custodi debbano presentare una relazione settimanale sull’andamento dell’impianto. I tre tecnici inviati, dopo aver documentato il funzionamento della produzione in corso, hanno ascoltato i capiturno e gli operai in servizio negli impianti. Le ispezioni a sorpresa, affermano gli investigatori - continueranno nei prossimi giorni. Singolare resta il fatto che si parli solo ora della questione inquinamento degli impianti dell’Ilva. Lo sottolinea mirabilmente anche Tana De Zulueta, ex senatrice dei Verdi sulle pagine de Il Fatto Quotidiano: “Il sindaco di Taranto che già nel 1964 chiese informazioni ai dirigenti aziendali dell’allora Italsider sulle misure che intendevano adottare per salvaguardare cittadini e lavoratori dall’inquinamento, per sentirsi opporre un segreto che, come disse: se non è quello militare quasi lo raggiunge.
Il problema dei livelli di diossina presenti nell’aria di Taranto è stato dibattuto anche al Parlamento Europeo. Nel 2007 il Commissario all’Ambiente, Dilmas, rispondendo alla domanda di un parlamentare, informò l’aula che secondo informazioni pervenute alla Commissione, c’era stata la fuoriuscita di una “nube chimica” dagli impianti dell’Ilva, e che la stessa autorità europea aveva chiesto al governo italiano quali misure avesse intrapreso per circoscrivere il danno potenziale agli abitanti della zona. Nella stessa occasione Dilmas riferì che secondo le cifre fornite dal Registro Europeo sulle Emissioni Inquinanti (EPER), mentre nel 2002 gli impianti di Taranto emettevano il 30% di tutte le diossine prodotte in Italia, nel 2004 questa cifra era balzata a 83% – quasi il 10% di tutta la diossina prodotta in Europa. Il Commissario disse che la Commissione si riservava di intervenire sulla base della documentazione attesa dalle autorità italiane. Non risulta pervenuta". In questo panorama di fine estate, con roghi che devastano l’intera penisola e un polo industriale che non ne vuole sapere di spegnere i propri impianti inquinanti, è azzeccata la vignetta di Mario Natangelo, comparsa sempre sul Fatto: “Tesoro, hanno chiuso l’Ilva e siamo in mezzo ad una strada”. “Oddio!” (risponde lei, ndr) . “No, scherzo: ho un tumore”. Quando la satira, centra il punto meglio della politica. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI SULL'ILVA

Commenti

Genti signori, mi permetto di rispondere a questo articolo avendo avuto modo di operare su impianti similari. Gurdate che in questo momento per l'imprenditore è un momento difficile, perchè il politico, non è abituato a schiacciare il pulsante di invio dopo aver scritto una mail, perchè lui responsabiltà non ne vuole avere, mentre l'imprenditore deve schiacciare anche il pulsante altrimenti, dalla parte opposta non gli viene il consenso. E per i signori della cgil, sarebbe ora che si prendessero loro gli stabilimenti, e poi vediamo quello che sanno fare. Saluti, da uno che ha provato qualche cosa nella sua vita, ed ora in pensione deve pagare ancora causa questo stato malato, Erino.
Erino, 20-08-2012 05:20
ma un po' di buon senso, di sanità mentale non possiamo proprio pretenderla?! abbiamo messo al comando di questa nave tanti capitan schettino ed ora che affondano anche le scialuppe ce la prendiamo con il capitano che noi stessi abbiamo messo al timone. L'Ilva si doveva mettere in sicurezza decenni fa, ma di esseri umani al potere non ce ne sono più.
maria, 23-08-2012 09:23

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